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Fed prevede Pil Usa in calo, mercati in tensione: preoccupano gli estremisti alla Casa Bianca

- di: Bruno Coletta
 
Fed prevede Pil Usa in calo, mercati in tensione: preoccupano gli estremisti alla Casa Bianca

L’estremismo dei nuovi inquilini della Casa Bianca rischia di mandare l’America a sbattere. Un dato inaspettato, infatti, ha scosso l’economia statunitense: la Federal Reserve di Atlanta ha diffuso una stima allarmante, prevedendo un calo del 2,8% del Pil nel primo trimestre del 2025. Questa previsione, basata su un modello automatico che analizza vari indicatori economici, riflette un momento di forte incertezza per gli Stati Uniti. Le tensioni commerciali, le politiche protezionistiche e l’instabilità delle scelte economiche della Casa Bianca stanno avendo un impatto significativo sulla fiducia di imprese e investitori.

(Foto: il presidente Trump con il suo vice, Vance)

Effetto domino delle politiche protezionistiche 
Dopo il ritorno di Trump alla guida del Paese, l’economia americana sembra muoversi in un clima di incertezza. Il timore di nuove tariffe doganali ha portato molte aziende ad accumulare scorte nei mesi precedenti, generando ora un blocco degli ordini e una frenata nei consumi. L’amministrazione sembra cercare di contenere il contraccolpo, proponendo una revisione dei criteri di calcolo del Pil. Il segretario al Commercio Howard Lutnick ha suggerito di escludere la spesa pubblica dal conteggio, trovando l’appoggio di Elon Musk, che ha dichiarato: “L’economia reale non si misura con il denaro statale”.

Tagli, chiusure e caos burocratico - Dietro le manovre politiche si nasconde una realtà più preoccupante: l’ondata di licenziamenti nel settore pubblico e la chiusura di interi uffici governativi stanno avendo un impatto tangibile sulla crescita economica. La recente decisione della Casa Bianca di sciogliere due comitati di esperti indipendenti, che monitoravano la qualità dei dati economici, ha sollevato dubbi sulla trasparenza delle informazioni ufficiali.

Wall Street in affanno, il dollaro sotto pressione  - Il nervosismo dei mercati è palpabile. L’indice S&P 500 ha annullato i guadagni post-elezioni, registrando un calo del 3,4% nell’ultimo mese. Ancora più sorprendente è la debolezza del dollaro: storicamente un rifugio sicuro nei momenti di incertezza, la valuta statunitense ha perso l’1,6% rispetto ai principali concorrenti globali, un segnale che riflette il timore degli investitori su un possibile declino dell’economia americana.

L’Europa accelera mentre gli Usa rallentano - 
Mentre gli Stati Uniti combattono con il rischio di stagnazione, l’Europa segue una traiettoria opposta. I governi europei stanno puntando su investimenti strategici in difesa e infrastrutture, alimentando la fiducia nei mercati e facendo salire gli indici di borsa del 4% nell’ultimo mese. Anche i rendimenti dei titoli di Stato dell’Eurozona sono in crescita, segno che il vecchio continente sta abbracciando una nuova fase di espansione economica.

La domanda ora è chiara: gli Stati Uniti riusciranno a invertire la rotta o si avviano verso una fase di stagnazione e instabilità? Le prossime mosse della Casa Bianca saranno decisive per il futuro economico del Paese.


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