Export, congiuntura internazionale avversa ma l'Italia può resistere

- di: Redazione
 
Se nell'ultimo ventennio l'export è stato per l'Italia il maggior propulsore di crescita economica, questo modello per il prossimo futuro presenta numerose incognite, tenuto conto degli andamenti della fase post pandemica e degli scenari geopolitici e geoeconomici internazionali. Il commercio estero, per l'Italia, aveva in qualche modo compensato l'andamento delle altre componenti del Pil, investimenti in primis. A mettere in guardia il sistema è la Banca del Fucino, stando a quanto appare nella terza edizione della pubblicazione “Fucino Flash”, curata dalla Direzione Comunicazione, studi e innovazione digitale dell'istituto di credito.

Export, congiuntura internazionale avversa ma l'Italia può resistere

Possibili ombre sull'efficacia dell'export italiano provengono dall'atteggiamento sempre più protezionistico che gli Stati Uniti potrebbero assumere con la presidenza Trump, la crescente competitività dell'industria cinese e la stagnazione dell'economia tedesca, tutti processi che destano preoccupazioni in un Italia che ha proprio in USA e Germania i due principali paesi importatori.

Tuttavia secondo lo studio della Banca del Fucino l'export dell'Italia può resistere a tale confiuntura avversa per due motivi in particolare: uno è l'atteso apprezzamento del dollaro, che dovrebbe contribuire a controbilanciare l'effetto dei dazi sui prezzi dei prodotti importati negli Stati Uniti dall'estero; l'altro è il posizionamento della manifattura italiana entro nicchie di mercato difficilmente contendibili, grazie alla forte specializzazione e competitività internazionale ottenuta nel corso degli anni. In termini strategici, la problematica più urgente è invece la questione energetica, ovvero il più elevato prezzo dell'energia che le imprese italiane ed europee, devono sostenere rispetto alla maggior parte dei propri competitor internazionali.

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