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L’Europa può difendersi da sola? L’illusione strategica di un continente dipendente

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
L’Europa può difendersi da sola? L’illusione strategica di un continente dipendente

Donald Trump lo ha detto senza mezzi termini: se gli alleati europei della NATO non aumentano le loro spese per la difesa, gli Stati Uniti potrebbero lasciarli al loro destino in caso di attacco. Una minaccia retorica o una svolta epocale? Chi pensa che sia solo propaganda elettorale ignora il contesto più ampio: già con Barack Obama e Joe Biden gli USA hanno ridimensionato il loro impegno in Europa, concentrando le risorse sul Pacifico, sulla sfida alla Cina e sulla sicurezza interna.

L’Europa può difendersi da sola? L’illusione strategica di un continente dipendente

La guerra in Ucraina ha accelerato questo processo, rendendo evidente quanto l’Europa sia dipendente da Washington per la sua sicurezza. Non solo in termini di armamenti, ma anche di intelligence, logistica, sistemi di comando e deterrenza nucleare. L’illusione di un’Europa autonoma militarmente si scontra con la realtà di un continente disarmato e diviso.

Un continente disarmato e frammentato
Per settant’anni l’Europa ha delegato la propria sicurezza agli Stati Uniti. Il risultato? Un apparato militare spezzettato, inefficiente e sotto-finanziato. I numeri parlano chiaro: l’UE spende circa 240 miliardi di euro l’anno per la difesa, una cifra notevole ma distribuita su 27 eserciti nazionali, ognuno con i propri comandi, sistemi d’arma e procedure. Nessun coordinamento reale, nessuna capacità operativa congiunta.

A confronto, la Russia, con una spesa inferiore (stimata tra i 100 e i 150 miliardi di dollari), ha un esercito centralizzato, un apparato industriale militare coeso e una dottrina strategica chiara. Ma il vero confronto imbarazzante è con gli Stati Uniti, che da soli investono più di 800 miliardi di dollari annui, mantenendo basi in tutto il mondo e dominando l’intelligence e la superiorità tecnologica.

Senza il supporto americano, l’Europa non sarebbe in grado nemmeno di sostenere lo sforzo bellico in Ucraina. I paesi europei non producono abbastanza munizioni, carri armati e sistemi d’arma per rimpiazzare quelli inviati a Kyiv, e senza le forniture americane l’Ucraina sarebbe già crollata.

L’ambiguità di Berlino e il ruolo di Parigi
A parole, tutti i leader europei parlano di "autonomia strategica", ma nei fatti nessuno ha una vera strategia. Emmanuel Macron è l’unico che ha spinto con forza per un rafforzamento militare europeo, ma la sua visione si scontra con le resistenze di Berlino e con le incertezze dell’UE.

La Germania, il paese economicamente più forte, si è impegnata a investire 100 miliardi di euro per modernizzare le proprie forze armate. Ma i tempi sono lunghi, e Berlino continua a muoversi con una prudenza quasi paralizzante. La Bundeswehr è ancora lontana dall’essere un esercito operativo per conflitti su larga scala, e la Germania evita accuratamente di assumere un ruolo militare guida in Europa.

Francia e Germania dovrebbero essere le colonne della difesa europea, ma tra loro non c’è una vera intesa. Parigi, con il suo arsenale nucleare, punta a una difesa più autonoma, mentre Berlino rimane saldamente ancorata all’ombrello NATO e alla protezione americana. Il risultato è un’Europa che continua a oscillare tra l’illusione di indipendenza e la realtà della dipendenza strategica.

La grande incognita nucleare
Uno dei nodi centrali della questione è la deterrenza nucleare. Per decenni, l’Europa si è affidata all’ombrello atomico statunitense per proteggersi dalle minacce russe. Ma se gli USA dovessero davvero ritirare il loro impegno, chi garantirebbe la sicurezza del continente?

Attualmente, solo la Francia possiede un arsenale nucleare credibile, ma la sua capacità di proteggere l’intera Europa è limitata. La Germania, l’Italia e altri paesi ospitano testate nucleari americane, ma in caso di crisi, senza il via libera di Washington, non potrebbero utilizzarle. Il rischio è che l’Europa si trovi senza una deterrenza nucleare effettiva proprio nel momento in cui le tensioni globali aumentano.

Macron ha proposto di estendere la protezione nucleare francese agli alleati europei, ma a quale prezzo? Sarebbero i tedeschi, gli italiani, gli spagnoli disposti a riconoscere un’egemonia militare francese in cambio di protezione? Per ora, la risposta è negativa. L’Europa non vuole dipendere dagli USA, ma non è disposta nemmeno a dipendere dalla Francia.

Il futuro della difesa europea: una strada incerta
L’Europa si trova davanti a un bivio storico. Se gli USA riducono il loro impegno nella NATO, il continente deve decidere se vuole diventare un attore militare autonomo o restare un protettorato strategico americano. La seconda opzione è la più probabile. Senza una leadership politica forte e senza una volontà chiara di investire nella difesa comune, l’Europa continuerà a essere vulnerabile e frammentata.

Le guerre moderne non si combattono solo con i soldi, ma con visione, unità e strategia. L’Europa, oggi, non ha né una dottrina strategica né una volontà politica di assumere il ruolo di potenza militare globale.

Se Trump tornerà alla Casa Bianca e metterà in atto le sue minacce, l’Europa dovrà affrontare la sua fragilità strategica prima del previsto. Ma la storia, come sempre, non aspetta chi rimane indeciso.

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