Rutte (foto) tuona sul Tg1: “I missili ipersonici di Mosca ci mettono tutti in pericolo” — l’Europa corre ai ripari.
“Siamo tutti in pericolo. I più avanzati missili russi potrebbero colpire Roma, Amsterdam o Londra.” (Mark Rutte, Tg1 Rai). Il segretario generale della NATO ha usato parole nette per descrivere una minaccia che, a suo giudizio, non è confinata al fronte orientale: “Non possono essere intercettati con i nostri sistemi anti-missile tradizionali, perciò sono un gravissimo pericolo.”.
Nel suo ragionamento, l’Europa intera diventa “fronte”: “Siamo tutti sul fronte orientale, non solo l’Estonia, la Polonia o la Romania, ma anche l’Italia.”. E ancora: “Putin è già il nostro principale avversario, la minaccia nel lungo periodo.”
Un allarme che scuote l’Europa
L’intervista ha il sapore di uno scossone strategico. La combinazione fra guerra ibrida, incursioni con droni e la corsa ai vettori ipersonici ridisegna il perimetro della sicurezza europea. La posta in gioco è duplice: capacità tecnologiche e unità politica dell’alleanza.
L’evoluzione della minaccia
I missili ipersonici viaggiano oltre Mach 5, possono cambiare traiettoria e volare a quote variabili, complicando ogni intercettazione. È questo il cuore dell’allarme di Rutte: i sistemi tradizionali rischiano di essere insufficienti. Il messaggio all’Europa è chiaro: aggiornare rapidamente sensori, radar, intercettori e contromisure elettroniche.
Le contromosse europee e NATO
La risposta si articola su più piani: integrazione della difesa aerea, rafforzamento della sorveglianza congiunta, sviluppo di un vero e proprio “muro anti-drone” con sensori distribuiti e sistemi di neutralizzazione. Al tempo stesso, cresce la pressione per standardizzare gli acquisti e velocizzare i programmi comuni.
L’Italia tra ansia e scelte strategiche
Per l’Italia l’allarme è una chiamata all’azione. Le priorità: modernizzare la difesa aerea contro minacce ipersoniche e di guerra elettronica; partecipare da protagonista ai programmi europei e NATO; bilanciare spesa e consenso spiegando ai cittadini la necessità delle nuove dotazioni; tessere l’unità dell’alleanza in un momento politicamente complesso.
Il punto politico
Dietro la tecnica c’è la politica: credibilità e deterrenza dipendono dalla coesione. L’avvertimento di Rutte spinge i governi a uscire dall’ambiguità e a definire una tabella di marcia su investimenti, interoperabilità e comando integrato, evitando sovrapposizioni costose e ritardi che indebolirebbero la sicurezza collettiva.
Il punto