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Esenzione Imu per gli italiani all’estero: dalla Camera via libera unanime

- di: Alberto Venturi
 
Esenzione Imu per gli italiani all’estero: dalla Camera via libera unanime

La Camera ha approvato all’unanimità la proposta di legge che equipara, ai fini Imu, una casa posseduta in Italia da cittadini iscritti all’Aire all’abitazione principale, rendendola quindi esente da imposta. Il provvedimento — primo firmatario Toni Ricciardi — è stato sostenuto trasversalmente e ora passa al Senato. La scelta politica si inserisce in un quadro in cui gli italiani residenti all’estero superano ormai i 6 milioni, una comunità stabile che mantiene un legame abitativo, economico e patrimoniale con l’Italia.

Esenzione Imu per gli italiani all’estero: dalla Camera via libera unanime

Il testo, composto da un solo articolo, introduce una modifica semplice ma rilevante: l’esenzione dall’Imu varrà per una sola unità immobiliare, con pertinenze, posseduta in Italia a titolo di proprietà o usufrutto, situata nel Comune di iscrizione Aire e non locata o data in comodato.
Sul piano economico, la misura elimina un costo fisso che negli ultimi anni aveva inciso sulle seconde case detenute da residenti all’estero, soprattutto in Comuni di piccole e medie dimensioni, spesso località d’origine o eredità familiari. Per molte famiglie l’esenzione comporta un risparmio di alcune centinaia, talvolta migliaia di euro l’anno, alleggerendo un carico percepito come “ingiusto” perché applicato a immobili che non producevano reddito e che spesso restavano sfitti.

Effetti sui flussi patrimoniali e sulla manutenzione del patrimonio immobiliare
Uno degli impatti indiretti potrebbe riguardare la gestione del patrimonio immobiliare disperso sul territorio italiano. In molti casi le abitazioni dei cittadini Aire sono case ereditate, spesso localizzate nei piccoli Comuni dell’Appennino, del Mezzogiorno o delle zone interne. L’esenzione Imu può ridurre la tendenza alla vendita forzata e incentivare la manutenzione del patrimonio, evitando l’abbandono o il degrado degli immobili.
Sul piano economico locale, ciò può tradursi in una maggiore propensione a investire nella ristrutturazione, con ricadute positive per artigiani, imprese edili e forniture edilizie.

Impatto sui Comuni: tra minori entrate e possibili effetti indiretti
Per i Comuni, l’eliminazione dell’Imu da questi immobili rappresenta una riduzione delle entrate tributarie. L’impatto varia in base alla densità di residenti Aire iscritti nei diversi territori: sarà più rilevante nei piccoli centri caratterizzati da forte emigrazione. Tuttavia, la misura potrebbe produrre effetti compensativi nel medio periodo:
– la riduzione dei costi fissi può indurre i proprietari a mantenere l’immobile e non dismetterlo;
– immobili meglio conservati e abitati anche saltuariamente generano indotto su commercio, manutenzioni e servizi;
– la presenza, anche non continuativa, dei cittadini Aire sostiene in particolare i territori in difficoltà demografica.

Il ruolo simbolico e il valore sociale della misura
Oltre agli effetti economici, il provvedimento ha una valenza simbolica. L’Italia riconosce formalmente la posizione dei connazionali all’estero, spesso protagonisti di investimenti e rimesse verso le comunità di origine.
La modifica lessicale sulle agevolazioni “prima casa” — da “cittadino italiano emigrato all’estero” a “cittadino iscritto all’Aire” — allarga la platea e rimuove una definizione legata a categorie migratorie del passato. È un aggiornamento coerente con una mobilità contemporanea fatta di professionisti, seconde generazioni e nuovi emigrati.

Un tassello nella politica verso gli italiani nel mondo
L’esenzione Imu può essere letta come parte di una politica più ampia volta a rafforzare il rapporto con gli italiani nel mondo. La comunità Aire rappresenta un capitale economico e culturale che può sostenere investimenti in Italia, turismo di ritorno, iniziative imprenditoriali e reti di promozione internazionale.
Rimuovere un onere fiscale che incideva fortemente su immobili non produttivi può favorire un legame più stabile e meno conflittuale con il Paese d’origine, in un momento in cui il rapporto tra diaspora e territori interni può diventare cruciale per la tenuta economica di molte aree.

Una misura dal consenso trasversale e dagli effetti da monitorare
Il voto unanime della Camera segnala la sensibilità politica del tema. L’esenzione si pone però anche come un banco di prova: misurare nel tempo l’impatto sui bilanci comunali, sugli investimenti privati e sulla conservazione del patrimonio immobiliare sarà decisivo per valutare l’efficacia della riforma.
Il dibattito ora passa al Senato, chiamato a confermare una misura che incrocia fisco, mobilità globale, identità e sviluppo locale.

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