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Eni rafforza il portafoglio in Nigeria: più quota in OML 118 e strategia deepwater verso nuovi equilibri energetici

- di: Anna Montanari
 
Eni rafforza il portafoglio in Nigeria: più quota in OML 118 e strategia deepwater verso nuovi equilibri energetici

Eni compie un nuovo passo nel rafforzamento del proprio portafoglio upstream consolidando la presenza nelle acque profonde nigeriane, uno dei bacini più strategici per la compagnia italiana. Attraverso la controllata Nigeria Agip Exploration Limited (NAE), il gruppo ha acquisito un’ulteriore partecipazione del 2,5% nel Production Sharing Contract del blocco OML 118, esercitando il diritto di prelazione sulla quota ceduta da TotalEnergies EP Nigeria Limited.

Eni rafforza il portafoglio in Nigeria: più quota in OML 118

L’operazione, approvata da tutte le autorità competenti, porta la partecipazione di NAE dal precedente 12,5% al 15%, confermando la volontà di Eni di consolidare la propria presenza nei progetti deepwater a elevata rilevanza industriale e tecnologica.

Il blocco OML 118 comprende il campo in produzione Bonga, uno dei progetti offshore più significativi mai sviluppati nel Paese, nel quale NAE detiene interessi non operativi. Lo sviluppo di Bonga, avviato nei primi anni 2000, ha rappresentato per la Nigeria un salto tecnologico e infrastrutturale. Per Eni, la maggiore esposizione in quest’area è una scelta orientata a garantire stabilità produttiva, ritorni più solidi e una posizione più forte in un momento in cui il mercato dell’energia richiede selettività, competenze tecniche e capacità di presidiare asset robusti.

Una strategia di portafoglio orientata all’efficienza
L’acquisizione dell’ulteriore quota in OML 118 si inserisce in un percorso di ottimizzazione del portafoglio upstream che Eni sta attuando in vari contesti internazionali. L’obiettivo è rendere più efficiente il mix geografico e tecnologico degli asset, concentrando gli investimenti nelle aree con maggiore potenziale geologico, migliore stabilità operativa e minori rischi di dispersione di capitale.

La Nigeria rappresenta da decenni uno dei baricentri della presenza africana di Eni. L’azienda è attiva nel Paese dal 1962 e continua a essere uno degli operatori stranieri più radicati, con una rete articolata di partnership, infrastrutture e attività industriali che negli anni hanno contribuito a modellare una parte significativa della produzione nazionale di idrocarburi. Per il 2025, la compagnia prevede una produzione media in quota pari a 50 mila barili equivalenti di petrolio al giorno, cifra che riflette un impegno operativo costante e una presenza capace di resistere anche alle fasi più complesse del mercato.

L’importanza del deepwater nella transizione energetica
Il rafforzamento nella licenza OML 118 conferma la centralità del deepwater nelle strategie future della società. Le acque profonde sono considerate uno dei segmenti più competitivi dell’upstream contemporaneo: i progetti hanno costi elevati, ma generano produzioni stabili e prevedibili, poggiano su infrastrutture avanzate e offrono un profilo di emissioni spesso più contenuto rispetto alle attività onshore più mature. In un contesto di transizione energetica che richiede efficienza, sicurezza dell’approvvigionamento e tecnologie a minor impatto, i grandi progetti offshore si rivelano strategici per garantire un equilibrio tra sostenibilità e continuità dell’offerta.

Per Eni, che negli ultimi anni ha avviato un percorso di trasformazione profondo verso un modello multi-energetico, rafforzare la presenza in asset come Bonga significa posizionarsi stabilmente in segmenti in cui la compagnia ha storicamente costruito un vantaggio competitivo. La maggiore partecipazione non rappresenta dunque un semplice ampliamento quantitativo, ma una decisione che punta a rafforzare la qualità complessiva del portafoglio upstream.

Nigeria, un mercato complesso ma centrale
Il ruolo della Nigeria nel panorama energetico globale rimane rilevante. Nonostante un contesto industriale caratterizzato da complessità politiche e infrastrutturali, la disponibilità di risorse, la presenza di partner internazionali e lo sviluppo continuo di progetti offshore rendono il Paese una piattaforma essenziale per la produzione africana. Per Eni, che negli anni ha sviluppato non solo attività upstream ma anche progetti gas, attività onshore e iniziative di sostenibilità, la relazione con la Nigeria rappresenta un punto fermo nel quadro delle operazioni estere.

L’operazione su OML 118 conferma questa volontà di continuità: consolidare la presenza nelle aree più tecnologiche del Paese, garantire stabilità produttiva e rafforzare la cooperazione con partner globali presenti nella licenza.

Con questa acquisizione, Eni invia un segnale chiaro al mercato: la strategia upstream continua a evolversi verso asset ad alta qualità, dove tecnologia, profondità geologica e solidità dei progetti permettono di affrontare la transizione energetica da una posizione di forza, combinando crescita industriale, equilibrio finanziario e visione di lungo periodo.

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