Elezioni Lazio, Rocca: "Ecco la Regione che sogno di costruire"

- di: Redazione
 
Francesco Rocca, per il centro-destra, è l'uomo più meritevole per sedere sulla poltrona di presidente della Regione Lazio. Per questo lo ha candidato, nella convinzione che le sue qualità e la sua esperienza sono da mettere al servizio di una Regione complessa, nella gestione e nella programmazione, come quella del Lazio.
Rocca, che compirà 58 anni il prossimo settembre, è stato presidente nazionale della Croce Rossa Italiana dal 2013 sino alle sue recenti dimissioni. Una laurea in legge, ha esercitato la professione forense dal 1990 al 2003, occupandosi anche di processi per mafia. Una impresa elencare le cariche che Rocca ha ricoperto negli anni, muovendosi soprattutto nell'ambito della sanità e, più in generale, della tutela delle persone che soffrono.
Francesco Rocca ha accettato di rispondere alle domande di Italia Informa.

Elezioni Lazio, intervista a Francesco Rocca.

Dottor Rocca, Lei si candida a presidente della Giunta regionale del Lazio presentandosi come uomo concreto, uomo ''del fare'', come si usa dire. Se il voto la dovesse premiare, quale è il tema che metterà ai primi posti nel piano d'azione del suo mandato?
I temi sono tanti, ma al primo posto, senza alcun dubbio, metterei le liste di attesa in sanità, che vanno urgentemente abbattute. I cittadini conoscono bene, purtroppo, perché la vivono sulla propria pelle, la disastrosa situazione attuale. La Regione deve governare ciò che paga, riportare a fattor comune, con un unico centralino, le strutture pubbliche e quelle private accreditate. Aggiungo che nella riorganizzazione della sanità bisogna guardare al presente e al futuro, non al passato. Ora, ad esempio, per cercare i posti letto si usano i fax.

La Regione Lazio è ''anche'' Roma, con cui il dialogo non è stato sempre semplice o lineare. Ma chi governa la Regione deve sempre confrontarsi con le problematiche della Capitale. Ma se a guidare le due entità amministrative sono ideologie diverse, su quali basi si potrebbe avviare una proficua collaborazione?

Governare la Regione significa dare risposte ai cittadini, senza visioni di parte. La proficua collaborazione fra Istituzioni deve sempre esserci, a prescindere dal colore politico, perché è nell’interesse dei cittadini amministrati. In questo senso, credo che potremo avviare una proficua collaborazione soprattutto sulla riforma di Roma Capitale, imprescindibile per far tornare Roma competitiva. Adesso dalla città le aziende scappano, ed è solo un esempio di quello che accade. Una riforma permetterà alla città di cominciare a scalare la lista delle capitali più vivibili e attrattive. Un obiettivo, questo, sicuramente condiviso da tutti.

In queste settimane uno dei temi maggiormente dibattuti, e in questo caso divisivo, è quello dell'autonomia, su cui non sembra esserci totale accordo anche in seno al governo. Qual è il suo punto di vista?

L’autonomia deve essere maneggiata con cura, come il tritolo nelle cave. È necessario un dialogo serio con la Conferenza Stato-Regioni. Se, entrando nel merito, autonomia differenziata significa facilitare le soluzioni ai problemi dei cittadini, senza crearne di serie A e di serie B, è un bene; ma se comporta la divisione dei cittadini per classi è inaccettabile.

Dottor Rocca, se dovesse raggiungere il suo obiettivo, come si immagina la ''sua'' Regione tra un anno?
Immagino una Regione Lazio ripartita di slancio, più snella, agile, più vicina ai territori, con una sanità e una mobilità in deciso miglioramento, una Regione che abbia ripreso a investire nella cultura. È chiaro che su molte tematiche ci vorrà il tempo necessario; ma, dopo un anno, immagino di vedere già una decisa svolta.

Nell'immaginario collettivo, l'impiegato pubblico è un concentrato di difetti, tra lassismo, svogliatezza, poca produttività e propensione a riposarsi. Sappiamo tutti che non è così, ma anche chi opera dentro la macchina regionale soffre di questo giudizio. Qual è il suo e, soprattutto, come si potrebbe intervenire per migliorare l'immagine di migliaia di dipendenti?
Quando dico che la Regione ripartirà di slancio, aggiungo che lo farà anche e soprattutto grazie ai suoi dipendenti, che saranno motivati e maggiormente coinvolti. Poi, una volta riacceso il motore, tutto verrà da sé.

Roma, come da tradizione, ha sempre nella sua ''agenda'' grandi eventi che, però, una volta passati, si lasciano dietro solo polemiche. Come insegnano le grandi opere che, concluse, tanto grandi non si sono dimostrate, spesso candidandosi al premio di ''spreco dell'anno". Come invertire questo trend?

Le risorse vengono sprecate se mancano studi e pianificazione di base. Se la progettualità è seria, è impossibile realizzare cattedrali nel deserto, come ne abbiamo e ne vediamo tante. È quasi banale, ma è comunque importante precisarlo.

Sia sincero: senza dare una risposta essenzialmente politica, cosa non le piace della Regione Lazio?
Non mi piace il fatto che abbia smesso di ricoprire il ruolo propulsivo di crescita del territorio. Abbiamo assistito a dieci lunghi anni di non governo, questo è indiscutibile, non è polemica politica. Ma il 14 febbraio, giorno di San Valentino, festeggeremo l’inizio del cambiamento.

Un'ultima domanda: cosa, delle sue precedenti esperienze di vita e lavorative, vorrebbe che la aiutasse nel mettersi al servizio della Regione?

Il saper gestire macchine complesse. Potrei citare tante esperienze della mia carriera, ma essere stato a capo, eletto per due volte consecutive, della più grande organizzazione umanitaria del mondo, costituisce senza dubbio un fattore importante per governare un grande ente territoriale come la Regione Lazio.
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