Elezioni 2022: 'Giorgia', fatto il partito, ora gli sta dando una identità
- di: Diego Minuti
Mano a mano che cresce la consapevolezza di essere arrivata ad un punto cruciale del suo cammino politico (che non è iniziato ieri: parliamo di una donna che ha abbondantemente girato intorno alla boa dei 15 anni da parlamentare) Giorgia Meloni sembra avere imparato qualche importante lezione, a cominciare da quella di temperare il suo carattere che a tratti la porta ad andare oltre le righe. Come quando, in Spagna, ad una assemblea del partito di ultradestra Vox, s'è lasciata trascinare dal contesto. Cosa che oggi, ha confessato, forse non farebbe più, ben sapendo che ogni suo gesto, parola, atteggiamento ora è vivisezionato, per come in fondo è normale quando si parla della leader di un grande partito, che ambisce ad essere di governo e a proporla come presidente del Consiglio per le elezioni 2022.
Elezioni 2022: 'Giorgia', fatto il partito, ora gli sta dando una identità
Per questo Giorgia Meloni sta conducendo una campagna elettorale (quello che faceva prima non conta più) scegliendo con cura argomenti e modi di spiegarli, perché tutto si può permettere meno di sbagliare approccio e darsi in pasto agli avversari, che non necessariamente stanno a sinistra.
Giovedì, davanti al suo partito, dai vertici ai ''semplici'' parlamentari, Giorgia Meloni ha mostrato un volto misurato, attenta a cosa dire e a come porlo ad un uditorio che pendeva dalle sue labbra, riconoscendole che se oggi Fratelli d'Italia è il partito più forte del Paese, battagliando con il Pd, lo si deve a lei e a chi, silenziosamente, la affianca.
Non bisogna dimenticare che se lei ha una grande e consolidata esperienza, c'è chi, tra coloro che le stanno accanto, ha un passato di decenni di politica, ad ogni livello, temprato alle battaglie del parlamento, ma spesso prima ancora sulla strada. Un patrimonio che, se le è servito tanto per crescere da semplice pedina a leader, non può rischiare di perdere o di vanificare per avventate scelte su chi fare avvicinare a FdI al punto da dirsene parte.
Lei è ben cosciente che è meglio stoppare oggi per non doversi giustificare domani. Per questo, davanti al suo partito, ha detto una cosa che solo apparentemente sarebbe scontata, se non parlassimo di un partito che viene considerato erede di un modo di pensare ed agire che il Paese ha pagato duramente.
Le parole che ha rivolto alla platea, quasi adorante, sono state molto meno scontate di quel che potrebbe apparire ad una lettura superficiale, perché, seppure utilizzando come pretesto la vituperata ''sinistra'', è stato un forte monito ad eliminare scorie di cui ci si potrebbe pentire se non immediatamente neutralizzate: ''Se qualcuno pensa di potere, sotto le nostre insegne, avere comportamenti che consentono alla sinistra di dipingerci come nostalgici da operetta quando noi stiamo costruendo un grande partito conservatore, sappia che ha sbagliato casa e che lo tratteremo come merita: uno che fa gli interessi della sinistra e dunque un traditore della nostra causa''.
Facendo passare dal setaccio della politica le parole separandole dalla propaganda, è chiaro che il messaggio di Giorgia Meloni ha voluto avere una valenza dentro e fuori Fratelli d'Italia, ergendo barriere invalicabili tra il partito e chi, in virtù di una comune matrice ideologica, che oggi Giorgia Meloni rifiuta, cerca di intrufolarsi per capitalizzare vecchie frequentazioni. Che poi alcune di queste frequentazioni continuino, lei ha fatto capire che non lo tollererà più. O almeno ha detto che non tollererà oggi. Non sappiamo se questo preluda a girare le spalle al fascismo (in questa fase non è questo il problema), di certo ha fatto capire che contaminazioni non convengono più, come forse è stato un tempo. Ma forse il passaggio che qualcuno avrà letto con attenzione mista a timore è quello in cui Giorgia Meloni ha ribadito che con Fratelli d'Italia sta costruendo un nuovo progetto, per un soggetto politico che abbia una precisa connotazione, che tagli con un passato che può creare un minimo imbarazzo.
Quel ''grande partito conservatore'' che ha citato è una mossa, anche mediatica, che, insieme alla conferma di campo internazionale (atlantismo quindi occidentale, e comunque accanto all'Ucraina aggredita, difesa blandamente da altri...) , potrebbe creare qualche timore, misto a mal di pancia, a chi crede di avere occupato militarmente il centro della coalizione e quindi di fare da irresistibile polo di attrazione per i moderati. Ma una definizione deve essere riempita di contenuti. E questa potrebbe essere la mossa di Giorgia Meloni, quando dirà la sua sul programma.