Ricavi in crescita, redditività in miglioramento e primo contratto per i nuovi corazzati: il gruppo corre sui programmi chiave e annuncia la vetrina del progetto di difesa integrata “Michelangelo”.
(Foto: Roberto Cingolani, Ad e Dg di Leonardo).
Leonardo chiude i primi nove mesi dell’anno con numeri in deciso progresso e una traiettoria industriale più netta: nuovi ordini in forte aumento, ricavi a doppia cifra, redditività in miglioramento. Sul fronte terrestre, arriva il primo contratto della joint venture con Rheinmetall per l’avvio del programma di rinnovamento dei mezzi dell’Esercito. E a fine mese il gruppo promette di svelare i cardini di “Michelangelo”, un disegno di difesa integrata pensato per connettere piattaforme e sensori in tutti i domini operativi.
Numeri dei nove mesi
La marcia è chiara: ordini per 18,2 miliardi, ricavi a 13,4 miliardi e Ebita a 945 milioni, con miglioramento della marginalità. L’utile netto ordinario cresce con robustezza e la guidance 2025 è confermata dopo l’aggiornamento estivo. Segnali coerenti con un portafoglio lavori ampio e con la spinta di elettronica, elicotteri e programmi aeronautici.
Corazzati: l’esordio operativo di Lrmv
Con la firma del primo ordine, la joint venture Leonardo Rheinmetall Military Vehicles entra nella fase esecutiva: 21 veicoli “A2CS Combat” per l’Esercito e prime consegne entro l’anno. È il passo iniziale di un piano pluriennale che prevede l’acquisizione fino a 1.050 veicoli da fanteria cingolati, tassello centrale per il rinnovamento dei reparti meccanizzati e per una filiera industriale europea più autonoma.
Perché conta per l’Italia
Il capitolo terrestre porta lavoro e tecnologia nel Paese, rafforza la base industriale nazionale e consolida una partnership con un attore europeo di primo piano. La domanda di piattaforme moderne, connesse e aggiornabili, spinge lo sviluppo di torrette, sensori, software e simulazione, con ricadute anche su manutenzione avanzata, formazione equipaggi e digitalizzazione logistica.
“Michelangelo”: la difesa integrata prende forma
La presentazione di fine novembre farà da palcoscenico alla visione del gruppo su difesa aerea e multidominio: sistemi terrestri, navali e aerei che dialogano in modo nativo grazie a radar, data fusion, cloud, calcolo ad alte prestazioni e cyber security by design. Come ha anticipato l’amministratore delegato, “presenteremo il progetto ‘Michelangelo’ il 27 novembre: segnate la data”, un passaggio che mira a tradurre in architetture concrete l’integrazione tra piattaforme e cervelli elettronici.
Gcap: il caccia di nuova generazione scala di fase
Nel programma Gcap – l’iniziativa con Regno Unito e Giappone per il futuro sistema da combattimento – procede la negoziazione del primo contratto internazionale a copertura delle attività 2026-2027. L’obiettivo è completare la fase di concetto e avviare progettazione e sviluppo, mentre prosegue il lavoro sui sottosistemi elettronici e sull’interoperabilità tra i tre Paesi.
Cosa guardare nei prossimi mesi
- Ordini e cassa: tenuta del ritmo commerciale e impatto degli anticipi su grandi programmi.
- Terra: evoluzione del piano A2CS e calendario consegne, inclusi addestramento e simulazione.
- “Michelangelo”: roadmap tecnologica, casi d’uso reali e ricadute per la catena del valore.
- Gcap: firma del contratto 2026-2027 e avanzamento su sensoristica, comunicazioni e cloud tattico.
La traiettoria
Tra crescita organica e alleanze strategiche, la linea è tracciata: aumentare scala e qualità del portafoglio, presidiare i nodi tecnologici (elettronica, software, integrazione di sistema) e accorciare il ciclo tra ricerca e impiego operativo. In un mercato europeo più esigente, la capacità di integrare piattaforme e dati diventa il vero moltiplicatore di potenza.