Segnali vivaci: società di capitali, servizi e artigianato in prima linea.
(Foto: il presidente di Unioncamere, Andrea Prete).
Tra luglio e settembre 2025 il tessuto imprenditoriale italiano ha registrato un bilancio netto positivo di circa 16.920 nuove imprese rispetto alle cessazioni, secondo l’analisi trimestrale Unioncamere-InfoCamere condotta tramite il registro delle Camere di Commercio.
Forma giuridica: le società di capitali dominano la scena
Il motore più potente della ripresa è stato rappresentato dalle società di capitali, che da sole hanno generato quasi per intero l’incremento dello stock imprenditoriale: nel trimestre l’aumento netto si attesta a circa 14.548 unità, con un tasso di crescita dello 0,75%, leggermente superiore allo 0,72% dell’anno precedente.
Le imprese individuali, sebbene rappresentino ancora la maggior parte delle nuove iscrizioni (circa il 57%), hanno contribuito solo per 3.507 unità al saldo, con un tasso di crescita di +0,12%. Al contrario, le società di persone sono in flessione, con un saldo negativo di circa -1.370 unità e un tasso di -0,17%.
Questo spaccato conferma un trend già avviato: chi apre oggi un’impresa in Italia tende sempre più a preferire forme societarie strutturate rispetto alla micro-impresa individuale. Il vantaggio in termini di governance, accesso al credito e potenzialità di crescita spinge in questa direzione.
Settori in crescita e settori in difficoltà
L’analisi settoriale mostra differenze nette tra comparti. In cima alla classifica per tasso di crescita figurano le attività finanziarie e assicurative (+1,56%), la fornitura di energia, gas, vapore e aria condizionata (+1,43%) e l’istruzione (+1,06%). Altre categorie in espansione includono il noleggio, le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (+0,81%) e il comparto del trasporto e magazzinaggio (+0,70%).
I settori tradizionali mostrano invece segni di stagnazione: il commercio e la manifattura registrano variazioni prossime allo zero (-0,03%).
In termini assoluti, il comparto che ha fornito il contributo più consistente al saldo è quello delle costruzioni (+3.317 imprese), seguito da alloggio e ristorazione (+2.797) e dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.489).
Ripresa artigiana: piccolo ma significativo segnale
Notevole è anche il segnale arrivato dal mondo artigiano: il saldo del terzo trimestre 2025 si registra in positivo per circa 1.888 unità, pari a un tasso di crescita del +0,15%, in risalita rispetto al +0,09% dello stesso periodo del 2024.
La ripresa artigiana è trainata soprattutto dal comparto delle costruzioni (+1.224 unità, +0,25%) mentre le attività manifatturiere artigiane restano in difficoltà (-707 imprese).
Territori: crescita diffusa, ma con sfumature
La crescita imprenditoriale appare diffusa su tutto il Paese. Il Centro Italia emerge come l’area più dinamica in termini di tasso (+0,35%) con un saldo di 4.221 nuove imprese. Il Sud e le Isole registrano il maggior incremento assoluto: +6.202 imprese e un tasso di +0,31%.
Tra le regioni, il Lazio si distingue con il tasso di crescita più elevato (+0,49%) e la Lombardia rimane prima in termini assoluti (+3.330 imprese). Tra le province spiccano Ragusa (+0,67%), Roma (+0,57%) e Milano (+0,55%).
Cosa significa per l’economia e quali i rischi
Questo rafforzamento del tessuto imprenditoriale è un segnale positivo per l’economia italiana. Avere più imprese significa aumentare la capacità produttiva, stimolare occupazione e favorire dinamiche territoriali virtuose. Il fatto che la spinta arrivi soprattutto dalle imprese societarie e dai servizi, inoltre, sottolinea come l’economia stia virando verso modelli più resilienti e digitalizzati.
Tuttavia, ci sono alcune ombre da considerare: la stagnazione nei settori manifatturieri e del commercio segnala che la tradizionale base industriale e distributiva fatica ancora. Inoltre, il fatto che le micro-imprese individuali contribuiscano poco al saldo netto solleva interrogativi in termini di inclusività e accesso all’imprenditorialità diffusa.
Infine, la ripresa artigiana, pur positiva, è ancora su ritmi contenuti e va seguita per capire se potrà trasformarsi in una crescita strutturale e non solo ciclica.
Un passo avanti del panorama imprenditoriale
Con circa 17 mila imprese in più nel trimestre estivo del 2025, l’Italia segna un passo avanti del panorama imprenditoriale. La vitalità si accende grazie alle società di capitali, ai servizi, all’artigianato che riprende timidamente terreno, e a un’accelerazione che tocca in modo significativo i territori del Centro e del Sud. Resta la sfida di estendere questo slancio anche ai settori tradizionali e alle imprese individuali, ma il segnale è chiaro: il motore dell’economia italiana torna a girare — con prudenza, ma finalmente di nuovo in moto.