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Cina, la caduta di Evergrande chiude un’era dorata del mattone

- di: Bruno Legni
 
Cina, la caduta di Evergrande chiude un’era dorata del mattone
Evergrande delist a Hong Kong: crisi del mattone in Cina
Dall’apice al baratro: Evergrande espulsa da Hong Kong, simbolo del crollo immobiliare cinese.

Un silenzio sospeso aleggia tra i grattacieli vuoti di Kangbashi, nel cuore della Mongolia Interna: città fantasma che racconta una storia di opulenza abbandonata e di investimenti evaporati. È qui che il collasso di Evergrande si fa metafora dell’intera crisi immobiliare cinese.

Un’uscita clamorosa dal mercato

Il 25 agosto 2025 Evergrande è stata ufficialmente rimossa dalla Borsa di Hong Kong, chiudendo un lungo capitolo di sospensione delle contrattazioni iniziata – senza inversione – nel gennaio 2024 tramite un’ordinanza di liquidazione. Un declassamento annunciato che non sorprende: l’azienda non aveva rispettato il termine dei 18 mesi per riprendere le negoziazioni, sancendo il delisting.

Numeri simbolo di un tracollo

Debiti: oltre 300 miliardi di dollari accumulati entro la fine del 2021.

Asset recuperati: appena 255 milioni di dollari dall’avvio della liquidazione.

Crediti: richieste di ripagamento pari a circa 45 miliardi di dollari.

Cosa c’è dietro il disastro

L’espansione sfrenata di Evergrande è stata finanziata da un indebitamento massiccio, alimentato da politiche permissive della finanza locale e da investimenti speculativi. Ma l’introduzione – nel 2020 – delle “three red lines”, stringenti limiti al debito per i developer, ha interrotto la bolla.

Quando nel 2021 Evergrande ha mancato i pagamenti su bond offshore, è scattato l’allarme sui mercati globali, avvolgendo l’Asia e oltre in una crisi di fiducia.

Il collasso personale di un magnate

Hui Ka-yan, fondatore del gruppo e un tempo tra gli uomini più ricchi d’Asia, è stato arrestato nel 2023 dalle autorità cinesi e da allora è scomparso dalla scena pubblica.

Nel frattempo, gli auditor – in particolare PwC China – sono finiti sotto processo per aver approvato bilanci gonfiati, con multe e sospensioni all’orizzonte.

Uno specchio infranto per l’economia cinese

Evergrande non è un caso isolato, ma il simbolo plastico di una crisi immobiliare strutturale: altri grandi developer come Country Garden e Vanke navigano in acque tempestose, sospinti da cali nelle vendite, perdita di fiducia e ricorso all’aiuto statale.

L’impatto è profondo: il settore immobiliare, un tempo contributore fino al 24% del PIL cinese, è oggi in discesa (circa 13% nel 2024). Le entrate derivanti dalle vendite di terreni, vitali per le finanze delle amministrazioni locali, sono diminuite drasticamente, aggravando il problema fiscale delle regioni.

Una lezione forzata

L’addio di Evergrande alla Borsa di Hong Kong rappresenta “un momento scomodo” per la Cina: una lezione di mercato senza precedenti, che ripone ora la ripresa sulle politiche locali, sulle riforme strutturali e sul recupero della fiducia di investitori e cittadini.

Il punto 

 la rimozione di Evergrande dalla Borsa di Hong Kong del 25 agosto 2025 mette fine a una saga iniziata con speranze e si conclude con il naufragio di un impero indebitato. È una caduta che segna, più che un singolo fallimento, l’involuzione di un intero modello di sviluppo economico.

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