Dalle ore 12 del 22 ottobre si apre lo sportello per i contributi sulle e-car: tetto Isee 40 mila, obbligo di rottamazione fino a Euro 5 e residenza nelle aree urbane funzionali. Fondi per quasi 600 milioni. Ecco regole, obiettivi, critiche e rischi.
Cosa cambia davvero
Il programma 2025 segna una svolta netta: gli incentivi per l’acquisto di auto a emissioni zero non sono più generalisti, ma mirati a persone fisiche e microimprese che vivono o hanno sede nelle Aree urbane funzionali (Fua), cioè città da almeno 50 mila abitanti e la loro zona di pendolarismo. L’obiettivo è concentrare le risorse dove l’impatto sulla qualità dell’aria è maggiore, accelerando una transizione reale nei tragitti casa-lavoro.
Quanti soldi ci sono e come sono divisi
La dote sfiora i 597 milioni di euro. Per i cittadini il contributo arriva fino a 11 mila euro (Isee ≤ 30 mila) o 9 mila (Isee 30-40 mila). Per le microimprese che acquistano veicoli commerciali elettrici sono previsti fino a 20 mila euro per mezzo. La domanda si presenta online a partire dalle 12:00 del 22 ottobre.
Requisiti chiave e trappole da evitare
Serve la rottamazione di un veicolo termico fino a Euro 5 di pari categoria e la residenza (o sede legale) in una Fua ammessa. È prevista una clausola antifrodi: chi rottama deve essere intestatario da almeno sei mesi. Verificare i requisiti prima di firmare evita rigetti o ritardi.
La mappa delle Fua
Le Aree urbane funzionali sono state aggiornate con i più recenti dati su popolazione e pendolarismo, includendo centinaia di Comuni dell’hinterland oltre ai capoluoghi. In pratica, il bonus può valere anche per chi vive fuori città, purché l’area ricada nella zona di pendolarismo riconosciuta.
Come funzionano le Fua
Ogni Fua comprende una City e i comuni in cui almeno il 15% degli occupati si sposta quotidianamente verso la città per lavoro. Prima di avviare la pratica è essenziale controllare l’elenco ufficiale e verificare l’indirizzo di residenza o la sede legale della microimpresa.
La corsa alle domande
Il Governo punta su rapidità e impatto, con target di consegne entro il 30 giugno 2026. Gli addetti ai lavori prevedono una forte domanda nelle prime ore e possibili esaurimenti rapidi su alcuni capitoli: avere Isee, documenti del veicolo da rottamare e verifica Fua pronti allinea le tempistiche e riduce i rischi.
Critiche e nodi aperti
Gli operatori hanno chiesto di evitare criteri aggiuntivi che avrebbero complicato l’accesso. Dal fronte consumatori, le perplessità hanno riguardato l’effetto escludente per chi non risiede in Fua e il timing degli aggiornamenti territoriali, poi recepiti. Il confronto resta aperto su capillarità delle colonnine e costi iniziali.
Cosa conviene fare subito
1) Aggiornare l’Isee e verificare la soglia; 2) controllare che l’indirizzo rientri in una Fua ammessa; 3) accertare che il veicolo da rottamare sia idoneo e intestato da almeno 6 mesi; 4) confermare con il concessionario tempi di consegna e adempimenti; 5) monitorare eventuali promozioni private cumulabili.
La voce del Governo
“Vogliamo accelerare l’adozione di veicoli a zero emissioni dove l’impatto è più rilevante”, afferma il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
In sintesi
Quando: dalle 12:00 del 22 ottobre. Chi: cittadini con Isee ≤ 40 mila e microimprese in Fua. Quanto: fino a 11 mila euro ai privati; fino a 20 mila alle microimprese per i commerciali elettrici. Come: rottamazione fino a Euro 5, intestazione minima di 6 mesi, domanda online. Dove: Fua aggiornate.