Draghi visita il cantiere del Terzo Valico, fiore all'occhiello del Gruppo FS

- di: Redazione
 
Ci sono opere pubbliche che, iniziate, sembrano non avere la possibilità di vedere mai la fine, e non sempre per responsabilità di chi le deve realizzare. E ce ne sono, invece, altre che vanno speditamente perché questo "impone" la filosofia e l'alto livello di efficienza e tecnologia della società incaricata di realizzarle.
È questo il caso del Terzo valico dei Giovi-Nodi di Genova, ritenuta una delle infrastrutture ferroviarie più importati tra quelle che attualmente sono in fase di esecuzione. Lo ha verificato lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della sua visita odierna a Genova. Con Draghi sul cantiere c'erano l’Ad del Gruppo FS Italiane, Luigi Ferraris, quello di Rete Ferroviaria Italiana, Vera Fiorani, e il commissario straordinario di Governo per l’opera Calogero Mauceri. Insieme a loro, i massimi rappresentanti delle istituzioni locali: il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova, Marco Bucci. Con loro anche Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, dell'opera.

Gruppo FS: Draghi visita il cantiere del Terzo Valico

L'infrastruttura è uno dei punti forti dei programmi che il Gruppo FS (tanto che è stata inserita tra quelle finanziate con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) si è dato per sostenere lo sforzo che sta compiendo per elevare, ancora di più, l'efficienza della sua rete. Nell'indirizzo di saluto per Mario Draghi, l'ad del Gruppo, Luigi Ferraris, ha sottolineato la soddisfazione di avere potuto presentare al presidente del Consiglio lo stato di avanzamento dell’opera: "siamo già al 77% dell'avanzamento fisico dei lavori di un'opera da 7,5 miliardi di euro che cambierà il modo di viaggiare. Nel 2021" - ha aggiunto - "abbiamo fatto 14.500 metri di scavi e stiamo lavorando per ultimare la galleria del Terzo Valico a fine 2024 come da programma. Per la prima volta portare le merci a Genova sarà più competitivo che portarle a Rotterdam".
Quali sono gli obiettivi che si intende conseguire con la realizzazione dell'infrastruttura?

Si tratta di una nuova linea che viene ritenuta un tassello essenziale del corridoio TEN-T "Reno-Alpi", che, una volta ultimato, permetterà il trasferimento di una parte molto significativa del traffico merci dalla strada ai binari fino al centro e nord Europa.
Ma non solo: la nuova linea - lunga 53 chilometri, il 70% dei quali in galleria - consentirà una netta riduzione dei tempi di viaggio tra le principali città del nord-ovest (Genova, Milano e Torino). Rispetto al trasporto su gomma, l'opera permetterà di ridurre del 29% i consumi energetici e del 55% le emissioni di CO2 nell'atmosfera. Inoltre, una volta in funzione, l’opera permetterà di diminuire del 33% i tempi di percorrenza sulla tratta Genova-Milano e, rispetto al tradizionale trasporto su gomma. L'opera interessa il territorio di 14 Comuni, nell'ambito delle province di Genova e Alessandria.

Gli originari progetti del Terzo Valico dei Giovi e del "Potenziamento Genova-Campasso" sono stati unificati in un Progetto Unico, per un valore complessivo, interamente finanziato, di 7.462 milioni di euro.
L’intervento, affidato a Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane), è inserito tra gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per un importo pari a 3,4 miliardi. Un'opera che viene ulteriormente definita, oltre che dagli importi, anche dall'impegno per la sua realizzazione, che vede coinvolte 300 imprese e oltre 5 mila persone.

Nel totale rispetto di uno dei cardini della politica del Gruppo FS, l'infrastruttura è un’opera all’avanguardia anche dal punto di vista della sostenibilità. Come conferma una delle schede tecniche che l'accompagna: "Su tutto il percorso sono state adottate diverse tecniche di scavo, in considerazione delle differenti caratteristiche dei terreni, secondo stringenti criteri di sostenibilità, dai cantieri integrati con l’ambiente agli interventi di riqualificazione e valorizzazione del territorio attraversato, in accordo con le comunità locali. Dai sistemi di riutilizzo dei materiali di scavo alla salvaguardia delle sorgenti d’acqua fino ai sistemi di conferimento dello smarino, che in alcuni cantieri viaggia su nastri trasportatori lunghi anche 2 chilometri, riducendo così il trasporto su gomma e le sue emissioni".

Anche la tutela dell'ambiente nelle aree interessate dagli interventi ha una parte importante nel progetto. Come quanto previsto per il riutilizzo dei materiali di scavo. Quello non classificato come rifiuto, verrà in parte riusato per la realizzazione delle opere della nuova linea e in parte destinato alla riqualificazione ambientale, in particolare dei siti di cava non più attivi. Dove le condizioni logistiche lo permettono, sono stati previsti nastri trasportatori che fanno arrivare il materiale di scavo direttamente al sito da riqualificare, evitando il trasporto su gomma e quindi ulteriori emissioni nell'atmosfera.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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