Monitoraggio in tempo reale di clienti, banche, fornitori e competitor, algoritmi proprietari, moduli specializzati e un approccio strategico che trasforma le PMI in interlocutori credibili per il sistema finanziario. È questo il cuore dell’intervista con Giancarlo della Porta, Responsabile Relazioni Strategiche di Qoobi, l’azienda che ha creato QSuite, una piattaforma di business intelligence che aumenta il fatturato, riduce gli oneri finanziari e migliora il posizionamento strategico. Si è parlato anche di equity crowdfunding, intelligenza artificiale, rapporti con le banche e prospettive di internazionalizzazione. Al centro, l’idea che i dati contano solo se analizzati in profondità per guidare scelte strategiche e creare valore reale.
Qoobi, Giancarlo della Porta “Il futuro è la business intelligence, non il dato nudo”
“Business intelligence” non è più un termine per specialisti: con QSuite, l’avete resa uno strumento strategico accessibile anche alle PMI. Dottor Della Porta, come spiegate in poche parole cosa fa davvero Qoobi e quale problema aiuta a risolvere ogni giorno?
QSuite è un software di business intelligence basato su algoritmi proprietari che supporta le aziende nel prendere decisioni strategiche, mettendo in relazione i dati interni della stessa e i dati esterni del suo mercato di riferimento. Misura dove l’azienda è posizionata rispetto alle proprie banche, ai propri fornitori e ai propri competitors, mappando l’intera filiera. Misurare, in termini concreti, significa risparmiare gli oneri finanziari, aumentare il fatturato, crescere con i clienti migliori e con i fornitori più affidabili. Gli indicatori di QSuite aiutano le aziende nel prendere le decisioni quotidiane e strategiche.
Avete sviluppato un software che monitora in tempo reale clienti, concorrenti, banche e presto anche fornitori. Perché è così importante, oggi, sapere “dove sei” prima ancora di decidere “dove andare”?
Oggi siamo nell’era dei dati. Un imprenditore e un manager, per prendere decisioni, devono avere la piena consapevolezza dei dati e delle informazioni del mondo che li circonda. Non basta il fiuto per il business dell’imprenditore o del manager; non basta avere dei meri dati come fanno i tanti operatori della business information; per costruire la strategia di un’azienda e guidarla per raggiungere obiettivi concreti e misurabili, occorre che tutto questo sia supportato da un’analisi dei dati approfondita e accurata. Il mercato è veloce, l’innovazione tecnologica è ancora più veloce. Chi guida un’azienda o un’area della stessa deve avere una sorta di navigatore che lo aiuti nel suo lavoro a prendere la strada giusta.
Parlate di risparmi sugli oneri finanziari fino al 70% e aumento di fatturato tra il 20 e il 30%. Qual è il “segreto” di questi numeri: algoritmo, metodo o visione?
QSuite è stato creato da Angelo Bassi, socio di maggioranza e amministratore di Qoobi. Ha 30 anni di esperienza come analista finanziario e consulente strategico e questo gli ha permesso di conoscere molte aziende. Ha costruito gli algoritmi proprietari per avere uno strumento che rendesse ancora più efficace il suo lavoro di analisi e consulenza. Ha costruito tutto ciò su un database di 20.000 aziende, analizzandone i bilanci per tanti anni e applicando tali algoritmi su tutte le sue aziende clienti, perfezionando sempre di più questo strumento. Quanto ha creato è la perfetta sintesi tra il lavoro di un uomo e quello di una macchina. Quando incontri Angelo due cose sono subito chiare: la sua visione delle aziende del futuro e la sua infinita passione che mette nel suo lavoro. Questo ha convinto me e mio fratello Claudio a diventare suoi soci.
QSuite non è un semplice gestionale: Qclient, Qcompetitor, Qrate, Qsupply, Qpartner... Ogni modulo sembra un radar. Quale di questi ha fatto dire ai vostri primi clienti: “Questo mi ha davvero cambiato il lavoro”?
Tutti gli ambiti di applicazione di QSuite hanno portato risultati significativi alle nostre aziende clienti; questo perché è stato perfezionato nel tempo da Angelo, testandolo costantemente sulle aziende a cui egli prestava la sua consulenza. Quanto scriviamo nel sito, circa i risultati che possono essere raggiunti, si basa proprio sui risultati delle nostre aziende clienti che utilizzano costantemente il software per definire al meglio la strategia e l’operatività.
Ad ogni azienda che ci contatta regaliamo una Diagnosi preliminare che va a mappare tutte le sue potenzialità espresse e inespresse. Nessuno rimane indifferente ai risultati che emergono ma è solo un assaggio della potenza di QSuite.
Come Responsabile relazioni strategiche, lei cura le strategie e le relazioni con il network finanziario. In che modo Qrate – che monitora il rating bancario e i tassi – cambia il rapporto tra le PMI e il credito?
Lo stravolge completamente. Qrate è la parte di QSuite che aumenta in maniera concreta e considerevole la consapevolezza dell’azienda sul proprio stato di salute finanziaria. Con questo strumento l’azienda conosce perfettamente il suo grado di rischio finanziario e quindi la mette nelle condizioni di lavorare come un vero e proprio partner della banca, e non come un semplice cliente. La banca è quella che ha maggiore interesse ad investire in questo tipo di relazione perché è sana e di lungo periodo. Qrate potenzia molti degli indicatori ESG e ciò significa, per un’azienda, essere più attrattiva per il mondo finanziario e quindi anche per gli investitori.
Nel 2024 avete lanciato una campagna di equity crowdfunding con un innovativo approccio “Crowdbridge”. Perché avete scelto questa strada e cosa cerca oggi Qoobi nei suoi investitori: capitale, fiducia o visione condivisa?
Gli investitori decidono di investire in un’azienda in base al modello di business e al team che lo sviluppa. Quando ho conosciuto Angelo Bassi, Qoobi era un’azienda di consulenza ed egli aveva l’idea di proporre ad alcuni investitori di entrare in azienda per supportare i futuri investimenti. Gli ho spiegato la mia visione e cioè che QSuite era un vero e proprio prodotto che poteva avere un suo mercato e quindi doveva essere venduto senza la consulenza. Tale modello diventava scalabile e questo avrebbe portato investitori. Così è stato. Angelo ha compreso e sposato completamente tale visione strategica. Sono entrati oltre 30 nuovi investitori, di cui gran parte imprenditori di ottimo livello, che ci hanno consentito di perfezionare il prodotto dal punto di vista tecnologico e di iniziare una nuova fase di attività di marketing e commerciale. Certamente questo tipo di azienda, visti gli obiettivi che ha ed il settore in cui opera, ha bisogno di investimenti sempre più rilevanti per crescere più rapidamente in Italia nei prossimi due anni e poi in Europa.
Avete dichiarato che “l’intelligenza artificiale ha senso solo se basata su una business intelligence solida”. Cosa risponde a chi vede l’AI come una moda o, peggio, come un rischio per la governance aziendale?
L’AI è una materia estremamente ampia con innumerevoli campi di applicazione. È uno straordinario strumento se ben utilizzato e governato e sono certo che porterà grandi vantaggi nelle aziende e nella vita delle persone. Tuttavia, non bisogna delegare tutto all’AI. L’AI ci supporta ma non ci sostituisce. Questo è il grave rischio che vedo. Mia moglie insegna in un liceo e tutti i suoi studenti utilizzano ChatGPT per eseguire i compiti a casa. Ecco, questo è profondamente sbagliato perché deprime le capacità degli studenti che domani saranno dei manager che guideranno delle aziende, che avranno delle responsabilità. Rischiano non solo di non saper scrivere, ma anche di non saper elaborare concetti, analizzare il contesto in cui si muovono e quindi costruire una strategia, prendere decisioni. L’AI viene costantemente allenata per simulare scenari futuri ma la corretta base dell’allenamento è rappresentata da una più attenta ed approfondita analisi dei dati attuali, perché l’AI predittiva può creare infiniti scenari, ma come si possono prendere le giuste decisioni in queste condizioni? La decisione viene presa sempre dall’imprenditore, dal manager. Mi spingo a dire che la Business Intelligence allena l’imprenditore e il manager.
Con QSupply alle porte e un mercato sempre più affollato, come vi preparate alla prossima fase? Più tecnologia, più partnership o più internazionalizzazione?
Il mercato della Business Information, cioè della vendita del mero dato di bilancio o commerciale, è in declino in quanto ormai è facile accedere a dati e informazioni a prezzi sempre più bassi. Il futuro è la Business Intelligence che è l’analisi dei dati in base ad algoritmi sempre più performanti. È solo attraverso di essa che le PMI potranno tenere il passo delle grandi aziende e delle concorrenti straniere. Il nostro mercato, al momento, deve essere l’Italia e poi l’Europa e per fare questo passo dobbiamo investire molto in innovazione e in partnership strategiche. A tal proposito, il 16 settembre p.v. avremo un evento presso la Luiss Business School in cui verrà presentato uno studio, realizzato con loro, sulla Business Intelligence nelle PMI. Siamo sulla giusta strada.