Dal Consiglio dei ministri luce verde per il Def

- di: Redazione
 
Il consiglio dei ministri ha dato luce verde al Def, il Documento di Economia e Finanza, che, come hanno sottolineato alcuni analisti, al di là dell'indirizzo da seguire per la tenuta dei conti pubblici, ha cifre tendenziali senza che esse siano accompagnate, come da prassi, dagli obiettivi programmatici.
Il Pil del 2024 è stato fissato al +1%, inferiore al + 1,2% che era stato previsto nella Nadef. I tassi di crescita nel prossimo triennio sono stati quindi indicati nell'1,2% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027.
Per quanto riguarda il debito, la previsione è che esso si attesti al 137,8% nel 2024, per poi salire sia nel 2025 (al 138,9%) e nel 2026 (139,8% nel 2026).
Prima di entrare nello specifico dei contenuti del Def, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha parlato delle nuove regole dell'Unione europea per quanto riguarda la rendicontazione contabile, ricordando il nuovo nuovo strumento di programmazione, il Piano fiscale-strutturale di medio termine.

Dal Consiglio dei ministri luce verde per il Def

Giorgetti ha detto che il Def ha tenuto contro delle nuove regole dell'Ue, quindi senza ancora le disposizioni attuative. Piano per il quale è stata prevista una scadenza al 20 settembre, anche se ha aggiunto che il governo intende presentarlo prima.
Giorgetti ha detto che ''le nostre previsioni per la crescita economica sono viste al ribasso rispetto alla Nadef. Le previsioni di tipo macroeconomico sono complicate da fare in un quadro di carattere internazionale e geopolitico complicato''. Per quanto riguarda il taglio del cuneo fiscale, il ministro dell'Economia - che ha ancora una volta ricordato l'impatto che il superbonus continua ad avere sui conti pubblici . ha detto che è un obiettivo ''che intendiamo assolutamente replicare nel 2025''.

Il nodo del superbonus è stato anche uno degli argomenti toccati dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in una intervista a SKY, in cui ha detto che la misura ''in principio poteva essere una cosa giusta, ma il governo di sinistra, con grande demagogia, ha aperto le casse senza capire se i soldi finivano o meno nelle tasche di qualche imbroglione. Così, per colpa di alcuni imbroglioni, rischiamo di pagare tutti".
Il Def prevede, quindi, un indebitamento netto pari al 4,3% del Pil quest'anno, che si ridurrà al 3,7% nel 2025, per calare ancora, sino al 3% nel 2026 e al 2,2% nel 2027. Il dato del 2024 coincide con la stima programmatica della Nadef, ma si discosta lievemente dai numeri indicati per gli anni successivi: per il 2025 la Nadef fissava l'asticella del deficit al 3,6% e per il 2026 al 2,9%.
Il Pil crescerà dell'1,2% nel 2025, dell'1,1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027.
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