Cronache dai Palazzi - Salvini, di lotta e di governo, aumenta il consenso della Lega
- di: Redazione
Cos'è che fa politicamente più sensazione?
Che la proposta per il salario minimo, per volere della maggioranza, dopo lo scontatissimo no del Cnel, sia rispedita in commissione Lavoro, allungandone di conseguenza l'iter?
Che la Lega di Matteo Salvini torni a salire nei sondaggi, in coincidenza con la campagna, dai toni anche brutali, che il suo segretario ha scatenato con l'obiettivo di rosicchiare, da destra, voti a Fratelli d'Italia?
Che il presidente del consiglio abbia liquidato, con una dichiarazione ufficiale, il suo compagno, di cui evidentemente non riusciva più a tenere a bada le volgari incontinenze verbali?
Cronache dai Palazzi - Salvini, di lotta e di governo, aumenta il consenso della Lega
Con il massimo rispetto per una misura che, nelle intenzioni dei suoi sostenitori (le opposizioni, ma non tutte), dovrebbe mettere in tasca di milioni di lavoratori qualche euro in più in busta paga e delle vicende personali del presidente del consiglio, politicamente parlando è più interessante che la ''lunga marcia'' di Salvini - che nulla ha da spartire con quella guidata da Mao - stia avendo gli effetti che lui sperava e, soprattutto, sul terreno che gli è più congeniale, quello dell'opposizione, anche se sta al governo.
Non la prima volta che il segretario leghista, da azionista della maggioranza, decide di canalizzare le sue energie, oltre che contro l'opposizione (quella ''sinistra'' che ormai agita manco fosse Belfagor, che però era un finto demone...), nei confronti dei suoi compagni di viaggio, per tagliare loro la strada e quindi le energie.
Lo sta facendo anche ora cavalcando, da destra, argomenti peraltro a lui cari e che, evidentemente, fanno breccia in una parte dell'elettorato, maggiormente esposta alla suggestione che il ''capitano'' sa magistralmente usare.
Come quando coglie - non direttamente, ma per mano di chi ne cura la comunicazione - dalla cronaca quotidiana episodi che hanno immigrati come protagonisti negativi per sbandierare il pericolo del diverso, meglio se musulmano. Ma se, nelle stesse ore, altri che non sono stranieri o immigrati, quindi italiani doc, fanno peggio, c'è solo silenzio.
Probabilmente, se ci trovassimo nella sua posizione, faremmo lo stesso, anche se questo continuo martellare per ravvivare nella gente la paura del diverso alla fine rischia di creare assuefazione.
Evidentemente è un rischio calcolato: l'importante è essere sempre presente, sui social come il televisione, un po' meno sui giornali generalisti (quindi non di area di destra), per ammonire che gli immigrati irregolari ''non pasaran''.
Se questa politica, a chi di essa si nutre quotidianamente, appare esageratamente votata allo scontro perenne, è comunque produttiva perché, nell'arco di qualche mese (da quando Salvini, messo in armadio il costume da bagno del Papeete, ha indossato l'elmetto del difensore dei confini patri), la Lega è risalita nei sondaggi e, visto che il campo della maggioranza è ben delimitato, lo ha fatto a discapito dei Fratelli d'Italia, che, quasi denunciando il loro passato di partito di opposizione, si trovano nella scomoda posizione di mostrarsi assennati ed equilibrati.
Con qualche eccezione, come confermano i pasdaran mandati quotidianamente in televisione a dire che Giorgia Meloni sta facendo miracoli, con toni adulatori talmente smaccati che forse danno fastidio allo stesso presidente del consiglio.