Crisi: si spera in Mattarella, per uscire dal "caos calmo"

- di: Diego Minuti
 
Nel 1978, dopo avere firmato diverse "opere brevi", fece il suo fragoroso ingresso nel cinema italiano, quello dei lungometraggi, un ragazzo, che di strada ne avrebbe fatta tanta. Era Nanni Moretti che, con "Ecce Bombo", cominciò il suo cammino nel grande cinema, con i risultati che tutti conosciamo e, in maggioranza, apprezziamo.Lui dei film scrive anche le sceneggiature e la sua bravura risalta nel creare, in poche frasi, degli stereotipi che sono entrati nel parlare comune.
E mai, come in queste ore, quello strano monologo di Michele, protagonista di "Ecce bombo", che spiega le sue strategie di immagine, appaiono attuali guardando alla crisi nata dalle dimissioni di Giuseppe Conte.

Parole di ieri che si adattano in modo sorprendente a Matteo Renzi, che della crisi è stato promotore e che, nelle ore frenetiche che accompagnano la vigilia dell'inizio delle consultazioni del presidente della Repubblica, è volato lontano per partecipare ad una conferenza fissata da tempo, di cui era tra i relatori ed alla quale ha,legittimamente deciso di partecipare, per rispettare l'impegno assunto.

Ma è stata una assenza che è stata interpretata in molti modi, anche maliziosi, come parte di una strategia per "alzare la posta" nella partita che ha intavolato con Giuseppe Conte.
E qui soccorrono le parole di Michele (l'alter ego filmico di Nanni Moretti) : "Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto così, vicino a una finestra di profilo in controluce".
E mentre assistiamo allo scontro fra galli cedroni, nessuno dei quali disposto a fare un passo indietro, anche piccolo, l'Italia ha preso posto sul vetrino dell'Unione europea, giustamente preoccupata per l'evolversi di una crisi che potrebbe determinare un esiziale effetto domino nel resto dell'Ue.

Esagerazioni? Non proprio.
In un sistema, come quello europeo, le contaminazioni sono all'ordine del giorno e quanto più è in pericolo la stabilità politica (e quindi economica) di un Paese, tanto è in ambasce la regia dell'Ue, già gravata di suo da problematiche delicatissime, come quelle legate all'emergenza pandemica ed alle inadempienze delle case farmaceutiche che devono conferire i vaccini.
L'inizio delle consultazioni del presidente Mattarella, visto il clima che intorno ad esse è stato creato (da "Caos calmo", tanto per restare in ambito morettiano), non è che spinga molto verso l'ottimismo. La confusione che ha sempre accompagnato i tentativi di risolvere le crisi politiche del nostro Paese oggi sembra amplificata non solo da come si è arrivati alle dimissioni di Conte, ma anche dal fatto che qualcuno sta approfittando della situazione per alimentare ambizioni personali che, con il bene dell'Italia e degli italiani, hanno poco a che spartire.
Come se le beghe - personali e non certo politiche - tra Conte e Renzi possano essere più importanti della urgenza di frenare il crollo dell'economia; come se l'offensiva del centrodestra, diviso ben più delle belle parole usate per celebrarne la asserita coesione, fosse da sola risolutrice dei problemi, non formulandone la soluzione; come se allontanare "l'uomo nero" da palazzo Chigi (qualche che ne sia il volto) possa giustificare la paralisi di un intero Paese.

Sbrigatevi, verrebbe da dire, senza per questo volere mancare di rispetto alle regole della democrazia, che impongono di sentire tutti, anche i latori di proposte talmente sballate da suonare offesa alle orecchie ed all'intelligenza della gente.
Cercate di fare in fretta, perché qui non si rischia un Governo diverso da quello sperato (in generale), ma che il popolo si ricordi d'essere sovrano, come ha dimostrato scendendo in piazza per protestare (tacendo, ma non cancellando, le strumentalizzazioni ad opera di criminalità organizzata ed organizzazioni estremiste).
In fondo, a pensarci bene, Capitol Hill ha dimostrato che, se "guidata" con cinica intelligenza, la gente è pronta a cancellare ogni regola. Ma, se a spingere la protesta non è il sostegno politico a questo o quello, ma la pericolosissima miscela creata da disperazione, rabbia e fame (sì, fame), tutto può accadere.
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