Contro la crisi giù l'Iva e 16 miliardi per il caro bollette, parola di Draghi

- di: Daniele Minuti
 
L'Italia, come gran parte dell'Europa occidentale, è stata tirata dentro la vicenda ucraina, ma non intende defilarsi (come qualcun altro, ci sarebbe da aggiungere, sembra fare tra i partner continentali) soprattutto davanti al dramma dei profughi che arrivano alle nostre frontiere dopo essere sfuggiti ai bombardamenti russi.
Per spiegare la strategia che il Governo vuole attuare il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è andato alla Camera e, approfittando del question time, ha spiegato, parlato, anticipato, promesso, precisato.
''La forza di un Paese e di una democrazia" - ha detto il premier - "si misurano anche con la capacità di difendere i valori della dignità umani e della democrazia: per questo il mio pensiero va anche ai cittadini russi che manifestano il loro dissenso contro l'invasione in Ucraina".

Il premier Mario Draghi ha parlato delle misure contro crisi e caro bollette

L'Italia farà la sua parte, ha detto in sostanza Draghi, e questo anche grazie al fattivo apporto dell'opposizione e delle associazioni di volontariato. E un ringraziamento il premier lo ha rivolto anche chi sta dando il proprio contributo per accogliere chi scappa dal conflitto, parlando di ''una grande generosità, una profonda umanità'', dal momento che il Paese si trova davanti ''a una crisi umanitaria senza precedenti''. È stato in questo passaggio che Draghi ha ricordato che l'Unione europea ''ha applicato per la prima volta dal 2001 la direttiva sulla protezione temporanea e anche questo testimonia la compatezza dell'Ue''.
Ma la situazione determinata dalla guerra alle porte dell'Ue non può fare dimenticare la crisi economica che si è abbattuta anche sull'Italia. Per contrastarla, Draghi ha annunciato che "l'Iva sarà ridotta del 5 per cento'' e che ''il governo ha destinato 16 miliardi per sostenere le famiglie con i rincari delle bollette del gas".

Misure che saranno di sollievo, ma che certo non risolvono i problemi della nostra economia che rischia di restare nella palude dell'incertezza se il governo non avrà il coraggio e la forza di misure shock, che rivitalizzino un sistema produttivo che, peraltro, paga anche le restrizioni legate alla pandemia, alcune delle quali fortemente contestate soprattutto dalle categorie mercantili e finanziarie.
Draghi ha anche fornito i primi numeri relativi all'arrivo in Italia di cittadini ucraini, soprattutto dal confine con la Slovenia. All'8 marzo ne erano arrivati 21.095 cittadini ucraini, mentre oggi sono già 23.872. La quasi totalità (più del 90 per cento) è costituito da donne e bambini, con un flusso destinato ad aumentare. Anche perché dal fronte della guerra arrivano notizie che non sono rassicuranti.

Tornando ai temi economici conseguenza dell'emergenza umanitaria, Draghi ha detto che vengono seguite ''con grande attenzione le conseguenze di questa crisi sull'economia e sulla situazione finanziaria dei cittadini italiani, l'incremento del prezzo dell'energia e l'incremento e disponibilità delle materie prime. Il governo non può fermare questi eventi ma possiamo muoverci con rapidità e decisione come abbiamo fatto e come continueremo a fare per difendere il potere di acquisto delle famiglie e la competitività e la sopravvivenza delle imprese".

Affrontando i problemi legati alla necessità di trovare alternative al gas russo, Draghi ha detto che "la quota di gas russo è aumentata molto negli ultimi 10-15 anni, anche dopo l'invasione della Crimea. Questo dimostra una sottovalutazione di politica estera e internazionale". Da qui, ha spiegato, l'impegno per diversificare le forniture e aumentare le fonti rinnovabili. Insomma, questa sembra la sola strategia che si può perseguire, anche se realisticamente i tempi saranno necessariamente lunghi.

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