La crescita del Digital Export e i rischi da non sottovalutare

- di: Marta Bonati - Country Manager di Ebury Italia
 
Uno degli effetti della pandemia è stato il repentino aumento degli acquisti online che ha permesso, da un lato, la diffusione di nuovi siti e-commerce - molti dei quali hanno toccato livelli di fatturato mai raggiunti prima – e dall’altro ha consolidato importanti corporate che già da tempo detenevano il primato. Il 2021 per l’Italia, in ambito Digital Export, è stato un anno di importante crescita. Secondo l’Osservatorio Export Digitale 2022 della School of Management del Politecnico di Milano, sia in ambito B2c che in ambito B2b la percentuale di crescita è a due cifre e i Paesi che hanno mostrato maggior interesse per l’export digitale italiano sono stati gli Stati Uniti, Svizzera, Germania, Francia e a pari merito in quinta posizione Cina e Danimarca. In Italia i marketplace sono il primo settore per crescita di fatturato, nel 2021 infatti c’è stato un +15%, sia per i canali B2c che per quelli B2b, in quasi tutti i settori. Per quanto riguarda l’Europa invece, nel 2021 l’e-commerce è cresciuto del 13%, raggiungendo i 718 miliardi di euro.

La crescita del Digital Export e i rischi da non sottovalutare

Nel nostro Paese il fashion si conferma il settore più importante con un valore di 8,6 miliardi di euro nel 2021, +20% sul 2020, superando i valori pre-Covid. Segue quello del food & beverage, con un export online di 2,2 miliardi di euro, 14% del totale, che prosegue la crescita (+10%), ma rallenta dopo l’exploit 2020 (+46%). Il terzo comparto è l’arredamento, 1,2 miliardi di euro (+12%), pari al 7% del totale delle esportazioni online di beni di consumo. Elettronica, cosmetica, cartoleria, giochi, articoli sportivi e altre aree valgono complessivamente il 23% dell’export digitale B2c, ma singolarmente hanno un peso marginale. Per poter continuare a crescere è necessario, però, sfruttare nuove opportunità e canali e gestire i rischi a essi connessi.

Espandersi attraverso i marketplace locali

I venditori indipendenti spesso si appoggiano a grandi marketplace come Amazon, Bol o Ebay in modo da avvalersi dell’efficienza operativa e logistica di questi big, ma con un rovescio della medaglia: bisogna sempre distinguersi in modo da attirare sempre nuovi clienti; inoltre, oltre a pagare la commissione sui prodotti venduti alla piattaforma di appoggio, bisogna tenere conto dei costi di ingresso in nuovi mercati.

Vendere in tutto il mondo attraverso i marketplace

Oltre ad espandere i propri canali di vendita a livello locale, ci si può anche concentrare sull'espansione all'estero, allargando i confini dell’azienda, in senso letterale e figurato. Ovviamente si può già vendere in tutto il mondo tramite il negozio online, ma la sfida sta nel trovare clienti all'estero. Attraverso i marketplace internazionali si può facilmente raggiungere un vasto pubblico e vendere i propri prodotti. Attualmente ci sono diversi player con una portata mondiale, come Zalando e Amazon. Ma ovviamente si può anche puntare su molti mercati locali come Allegro in Polonia e Catch.com.au in Australia.

Si devono fare ricerche approfondite per determinare quali prodotti hanno un reale sbocco in un altro paese. Anche la logistica verso e all'interno di questi paesi deve essere valutata, quindi non bisogna dimenticarsi di valutare tutti gli adempimenti relativi all'IVA e rivolgerti a specialisti, se necessario.

Possibilità di incassare ricavi in valuta estera

Di fronte a una molteplicità di eventi che potrebbero mettere a repentaglio le possibilità di incasso delle aziende, è consigliabile rivolgersi a professionisti operanti presso società specializzate nella gestione di incassi e pagamenti internazionali e nella copertura del rischio di cambio. Il mondo delle fintech può, infatti, supportare gli ecommerce italiani attraverso soluzioni ad hoc: attraverso alcune piattaforme fintech è possibile ricevere i fondi direttamente nella propria valuta, effettuare pagamenti multivaluta in tutto il mondo e inviare denaro a fornitori, dipendenti e partner commerciali in tempi molto rapidi, riducendo di molto la conseguente esposizione al rischio.

Mitigare il rischio di cambio

Come dicevamo, entrare in nuovi mercati richiede una strategia internazionale pronta a fronteggiare diversi rischi tra cui quelli valutari, inaspriti anche dall’attuale crisi geopolitica: i tassi di cambio sono attualmente molto instabili. In primis per mitigare questo rischio bisogna tenere d’occhio attentamente le valute che vengono utilizzate dagli acquirenti per pagare. È preferibile, infatti, riscuotere pagamenti in diversi Paesi e valute. Così facendo avrai più controllo sul guadagno evitando di perdere troppo in cambio valuta. In questo modo, anche in situazioni così incerte a livello economico come quella attuale, si potrà continuare a investire a livello internazionale e permettere ai prodotti locali di superare i confini, riducendo le incertezze sui profitti.
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