Covid-19: il debito pubblico francese è raddoppiato a causa della crisi

- di: Emanuela M. Muratov
 
Il Covid-19 in Francia si è tradotto in un inatteso tracollo del debito pubblico, che è praticamente raddoppiato. Il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, presentando i conti dello Stato ai deputati della commissione finanze dell'Assemblea nazionale, non ha potuto che sottolineare che la pandemia e la necessità di rettificare quattro previsioni di bilancio abbiano definito un quadro che è assolutamente drammatico rispetto al passato.

FRANCIA: DEBITO PUBBLICO QUASI RADDOPPIATO

Il deficit statale - che si differenzia dal deficit pubblico perché non include il saldo degli enti locali o delle amministrazioni previdenziali - è praticamente quasi raddoppiato, passando a 178,2 miliardi di euro, contro i 92,7 miliardi del 2019 e i 93,1 miliardi inizialmente previsti.
“Il contesto sanitario" - ha detto Le Maire - "ha fatto crollare l'intero edificio delle nostre previsioni e questa cifra costituisce un record dalla seconda guerra mondiale"., Anche se " l'economia francese ha tenuto meglio del previsto nel quarto trimestre".

Il forte segno negativo del deficit è da mettere in relazione al consistente calo delle entrate fiscali e delle misure di emergenza che si sono rese necessarie per sostenere l'economia in tempi di crisi: le perdite fiscali ammontano a 37,1 miliardi di euro rispetto alle previsioni della legge finanziaria iniziale approvata a fine 2019. La riscossione dell'IVA è quindi diminuita del 10% (o 12,2 miliardi di euro), e quello dell'imposta sulle società del 20% (-11,9 miliardi di euro). Le imposte sul reddito sono scese "solo" del 2% rispetto alle aspettative (1,5 miliardi di euro).
In ogni caso, ha detto Le Maire, siamo orgogliosi del fatto che "il potere d'acquisto e il reddito sono stati fortemente protetti dai meccanismi di sostegno messi in atto, in particolare l'attività parziale e il fondo di solidarietà. La sfera pubblica ha svolto pienamente il suo ruolo di ammortizzatore della crisi, sostenendo le imprese e l'occupazione. Non abbiamo commesso gli errori del 2008-2009".
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