Covid-19: variante Delta, in Asia e nel Pacifico molti governi corrono ai ripari

- di: Redazione
 
Nonostante l'impegno dei rispettivi governi, in molti Paesi dell'area asiatica e del Pacifico i casi di variante Delta di Covid-19 si moltiplicano in modo preoccupante, costringendo le autorità, politiche e sanitarie, all'adozione di misure per cercare di contenere il diffondersi del contagio.
Da qui la decisione di inasprire le restrizioni alla vita quotidiana e ai viaggi poiché, come si è dovuto purtroppo prendere atto, la lentezza con cui stanno procedendo le campagne di vaccinazione rende poco efficace l'azione di contrasto alla diffusione delle infezioni con la variante Delta.

Il primo ministro neozelandese, Jacinda Ardern, ieri ha ordinato un blocco a livello nazionale martedì dopo che, nel Paese, è stato rilevato il primo caso di Covid-19 dallo scorso febbraio. Le restrizioni resteranno in vigore per tre giorni nella maggior parte del Paese e sette giorni ad Auckland, la città più grande della Nuova Zelanda.
Il governo giapponese ha reso noto ieri che estenderà lo stato di emergenza nella prefettura della capitale Tokyo e in quelle di altre città fino al 12 settembre, allargando la zona di emergenza sino a comprendere diverse regioni. Le misure sarebbero scadute il 31 agosto. A rendere urgenti le misure da parte del governo del premier Suga c'è l'accavallarsi di notizie di nuovi contagi. Come quella secondo cui una nuova infezione a grappolo di coronavirus ha causato il decesso di 64 pazienti (in gran parte anziani) ricoverati in un ospedale di Uruma, nella prefettura di Okinawa.

Secondo notizie giunte dalla prefettura e dallo stesso ospedale, altri 135 pazienti sono interessati all'ondata anomala di contagi. L'ultimo dato, che risale a ieri, parla di 199 persone - 26 sanitari e 173 pazienti ricoverati - risultate positive. Le autorità di Hong Kong hanno reso noto che inaspriranno le regole di quarantena per le persone che tornano in città dopo un viaggio all'estero, aggiungendo gli Stati Uniti all'elenco dei Paesi ad alto rischio.
Le due più grandi città australiane, Sydney e Melbourne, sono state ''chiuse'' e domenica le autorità hanno esteso il blocco all'intero stato del Nuovo Galles del Sud. A Melbourne, dove i tradizionalmente molto frequentati parchi sono chiusi, è stato imposto un coprifuoco notturno a partire dalle 21:00 e i cantieri possono funzionare solo al 25% della capacità.
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