Ue, il Consiglio approva normativa per migliorare l’equilibrio di genere negli organi societari

- di: Barbara Leone
 
Le donne rappresentano circa il 60% dei neolaureati nella Ue, e tuttavia sono fortemente sottorappresentate nel processo decisionale economico, soprattutto ai vertici. Da qui la decisione del Consiglio e del Parlamento europeo di metter mano ad un provvedimento che ne promuova una rappresentanza più equilibrata ai posti di comando. Una decisione maturata già dalla scorsa primavera, e che parte dal riconoscimento da parte dell’Unione dell’importanza della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Partendo da questo presupposto, il Consiglio ‘Occupazione e politica sociale’ ha definito lo scorso 14 marzo la sua posizione sulla nuova normativa.

Ue, il Consiglio approva normativa per migliorare l’equilibrio di genere negli organi societari

Mentre il 7 giugno i rappresentanti del Consiglio e il Parlamento europeo hanno concluso i negoziati su un testo di compromesso, attualmente in fase di adozione formale da parte dei colegislatori. Del resto, dicono a Bruxelles, la presenza delle donne ai vertici delle aziende è fondamentale per dare impulso alla crescita economica in Europa, per migliorare la competitività delle imprese europee e per affrontare al meglio le sfide demografiche dell’Unione. A fronte di ciò, oggi è stato messo a segno l’ultimo step. Il Consiglio ha infatti dato il via libera finale alle norme dell’Ue volte a promuovere una rappresentanza di genere più equilibrata nei Consigli di amministrazione delle società quotate.

“La parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini - sottolinea Marian Jurečka, vice primo ministro e ministro del Lavoro e degli affari sociali della Repubblica ceca - è fra i principi sanciti dai trattati dell'Ue, nonché dal pilastro europeo dei diritti sociali, un manifesto proclamato dal Consiglio, dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea nel 2017. Le nuove norme - aggiunge- contribuiranno a rimuovere gli ostacoli che le donne devono spesso affrontare nella loro carriera. Credo inoltre che consentire alle donne di realizzare il loro potenziale nelle posizioni decisionali apporterebbe un notevole vantaggio alle società. L'impatto positivo delle misure si estenderà senza dubbio a tutti i livelli delle economie nazionali”.

Obiettivo della direttiva è di arrivare entro il 2026 almeno al 40% di quote rosa nei posti di amministratore senza incarichi esecutivi nelle società quotate Qualora poi gli Stati membri scelgano di applicare le nuove norme agli amministratori con e senza incarichi esecutivi, l’obiettivo sarebbe il 33% di tutti i posti di amministratore, sempre entro il 2026. Chi non raggiungerà tali obiettivi dovrà adeguare il processo di selezione, ponendo in atto procedure di selezione e di nomina eque e trasparenti, basate su una valutazione comparativa dei diversi candidati sulla base di criteri chiari e formulati in modo neutro. In pratica quando le società devono scegliere tra candidati aventi le medesime qualifiche, dovrebbero dare priorità al candidato o alla candidata del sesso sottorappresentato.

Un Paese che, prima dell’entrata in vigore della direttiva, sia prossimo al raggiungimento degli obiettivi o abbia adottato una legislazione altrettanto efficace può sospendere i requisiti della direttiva relativi alla procedura di nomina o di selezione. Il tutto sarà monitorato dalla stessa Ue. Una volta l’anno, infatti, le società dovranno fornire informazioni sulla rappresentanza di genere nei loro Consigli e sulle misure che stanno adottando per centrare l’obiettivo del 33% o del 40%. Inoltre su base annuale gli Stati membri pubblicheranno un elenco delle imprese che hanno raggiunto gli obiettivi della direttiva, che deve ancora essere adottata dal Parlamento europeo ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Da allora gli Stati membri avranno a disposizione due anni per adottare le misure nazionali necessarie.
Tags: lavoro, ue
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