Congiuntura Confcommercio: "L'inflazione sfiora il 10%"

- di: Daniele Minuti
 
L'ultimo numero della congiuntura Confcommercio evidenzia ancora una volta un quadro preoccupante, influenzato dalla difficoltà a livello geopolitico e alle tensioni legate alle materie prime energetiche che non calano. A preoccupare è il continuo aumento del valore inflazionistico, che ormai sfiora la doppia cifra percentuale.

Presentata la Congiuntura Confcommercio di ottobre

Mariano Bella, direttore dell'Ufficio Studi, ha spiegato: "Sono più concreti i rischi di recessione per molti Paesi, soprattutto quelli più esposti dal punto di vista energetico che potrebbero risentire di eventuali razionamenti conseguenti al calo delle forniture. La tendenza all’incremento dell’inflazione non sembra destinata ad arrestarsi nel breve periodo. Stimiamo una crescita dei prezzi al consumo a ottobre dell’1,5% su base mensile e del 9,8% su base annua. La variazione, pur attribuibile in larga misura all’energia, è alimentata anche dalla dinamica dei prezzi dell’alimentare e di quei servizi in cui la componente energetica rappresenta una parte significativa dei costi di produzione. La crescita dei prezzi potrebbe non arrestarsi fino alla tarda primavera del prossimo anno".

La salita vista ad agosto della produzione industriale infatti va presa con le pinze, data la volatilità tipica di quel periodo dell'anno: difatti su base trimestrale, la produzione industriale ha visto un calo congiunturale dell'1,2%. Con la bassa dinamicità dell'economia italiana che ha effetti sul mercato del lavoro, dove si nota una riduzione degli occupati da agosto di oltre 11.000 unità, segnali pessimisti che riflettono quelli del sentiment degli imprenditori del commercio al dettaglio, che a settembre scende di 2,5 punti percentuali su agosto.

Il commento dell'Ufficio Studi: "L’indebolimento del quadro congiunturale si è riflesso sul Pil. Il rallentamento registrato nel periodo estivo dovrebbe aver determinato, secondo le nostre stime, una riduzione in termini congiunturali dello 0,5% nel terzo trimestre. La tendenza al ripiegamento dell’attività economica si sarebbe amplificata nel mese di ottobre per il quale si stima una riduzione dell’1,0% in termini congiunturali ed una crescita dello 0,4% sullo stesso mese del 2021. Il calo registrato dall’indicatore dei consumi nel confronto con lo stesso mese del 2021 è una sintesi di un incremento della domanda per i servizi (+2,7%) e di una riduzione di quella relativa ai beni (-4,0%). La tendenza al ridimensionamento della domanda è sostanzialmente diffusa tra i beni e comincia ad interessare anche alcuni segmenti dei servizi".
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