Durante la Giornata nazionale "Legalità, ci piace!" organizzata da Confcommercio il 14 maggio 2025, il presidente dell’associazione Carlo Sangalli ha lanciato un appello deciso al mondo imprenditoriale e alle istituzioni: “Denunciare si può, si deve e conviene”.
Confcommercio: “L’illegalità zavorra per l’economia"
Un motto semplice che diventa il filo conduttore di un’indagine impietosa: l’illegalità nel commercio e nei pubblici esercizi ha provocato nel solo 2024 danni stimati per 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276mila posti di lavoro regolari. Un macigno che pesa sulle possibilità di crescita del Paese.
Un clima che favorisce la fiducia, ma crescono le paure
Per Sangalli, l’aumento delle denunce è un segnale positivo, indicativo di un clima generale di maggiore fiducia nei confronti delle istituzioni, alimentato – ha sottolineato – anche dal governo Meloni. “Denunciare è sintomo di fiducia nello Stato e nella sua capacità d’intervento”, ha affermato, ringraziando magistratura e forze dell’ordine per il lavoro quotidiano.
Il dato che emerge, però, è anche un altro: cresce il timore per la sicurezza, soprattutto nei grandi centri urbani. Secondo l’indagine di Confcommercio, il 30% delle imprese del terziario segnala un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024. I furti sono percepiti in aumento dal 28% degli intervistati, con un incremento di 4,5 punti rispetto all’anno precedente. Seguono atti di vandalismo e spaccate (25,4%, +4,3 punti) e rapine (25,3%, +6,4 punti).
Contraffazione, usura, baby gang: il peso della concorrenza sleale
Oltre il 60% delle imprese del commercio si ritiene penalizzato da abusivismo e contraffazione. Le ragioni sono duplici: da un lato la concorrenza sleale che taglia fuori chi rispetta le regole (50,1%), dall’altro la contrazione dei ricavi (23,1%). A far paura non sono solo i reati predatori ma anche i fenomeni di usura ed estorsione: quasi un imprenditore su tre (31,3%) teme per la propria attività e il 27,7% dichiara di essere venuto a conoscenza di episodi di usura nella propria zona.
Il 21,3% degli intervistati denuncia la presenza di baby gang nei quartieri dove operano le imprese. Di questi, quasi la metà (48%) si dice fortemente preoccupato. E poi c’è la mala movida: tre imprenditori su dieci temono che la notte diventi un terreno fertile per il degrado urbano, con danni diretti agli esercizi commerciali causati da atti vandalici e comportamenti aggressivi.
Investimenti in sicurezza, collaborazione con le istituzioni
L’82,9% delle imprese del terziario ha investito negli ultimi anni in sistemi di sicurezza: videocamere, allarmi, misure di prevenzione sempre più sofisticate. La parola d’ordine è collaborazione. “Le nostre iniziative aiutano anche le forze dell’ordine”, ha spiegato Sangalli, ricordando come istruzione, condivisione e consapevolezza siano le fondamenta per una legalità diffusa e partecipata.
La giornata promossa da Confcommercio si è trasformata così in un momento di riflessione collettiva ma anche di mobilitazione concreta. “Senza legalità non c’è libertà, non c’è sicurezza, non c’è futuro”, ha dichiarato Sangalli. E ancora: “La cultura delle regole è il terreno dove può germogliare un senso autentico di comunità”.
L’auspicio è che il segnale lanciato oggi si traduca in una strategia nazionale più incisiva, che accompagni le imprese nel contrasto alle distorsioni economiche causate dalla criminalità e nella costruzione di un sistema produttivo davvero competitivo, sicuro e giusto.