Confcommercio: "Il Sud perde i suoi giovani che continuano a emigrare"
- di: Daniele Minuti
L'Ufficio Studi di Confcommercio conferma le analisi sul quadro economico del Sud Italia con il report "Economia e occupazione al Sud dal 1995 ad oggi" mettendo sotto la lente di ingrandimento temi come la burocrazia, la micro-illegalità, il tema della produttività, le condizioni economico-sociali di vita e la spinta all'emigrazione sistemica, tutti fortemente collegati.
"La riduzione degli occupati negli ultimi 25 anni come conseguenza dello spopolamento (soprattutto giovanile, -1,6 milioni)" - si legge - "hanno portato a un continuo e progressivo calo del Pil prodotto dal Sud ampliando ulteriormente i divari con le altre aree del Paese. Tra il 1995 e il 2020, infatti, il peso percentuale della ricchezza prodotta da quest’area sul totale Italia è passato da poco più del 24% al 22%, mentre il Pil pro capite è sempre rimasto intorno alla metà di quello del Nord; tuttavia, nel 2020, l’impatto della crisi da Covid-19 al Sud è stato più contenuto rispetto alle altre aree del Paese che hanno patito maggiormente il blocco delle attività produttive durante la pandemia (Pil -8,4% contro il -9,1% al Nord rispetto al 2019)".
I due nodi principali sono quelli della disoccupazione e dello spopolamento: il tasso di variazione degli occupati cresce quattro volte meno rispetto alla media nazionale (del 4,1% rispetto al 16,4% in Italia) nonostante la forte vocazione turistica delle regioni che tecnicamente dovrebbe spingere l'economia e che comunque hanno registrato risultati inferiori di quasi un terzo rispetto al resto dello Stivale nel 2019.
"La tendenza delle politiche per il riequilibrio territoriale" - continua la nota - "dovrebbe passare da un piano di riduzione dei difetti strutturali del Mezzogiorno: controllo del territorio e contrasto alla micro-illegalità, digitalizzazione e innovazione nel rapporto burocratico tra cittadini e controparte istituzionale, investimento nell’istruzione di ogni ordine e grado, con ampio intervento su formazione e trasformazione continua delle abilità e delle competenze e, soprattutto, riduzione dei gap infrastrutturali di accessibilità, dai trasporti alla banda larga, che non permettono un’adeguata connessione socio-produttiva del Sud col resto del Paese e, soprattutto, con l’Europa. La questione dell’occupazione, collegata alla popolazione residente, è altrettanto importante".
Le condizioni di lavoro e vita nel Mezzogiorno scoraggiano anche le donne in termini di partecipazione al mercato del lavoro e di scelte di maternità, alimentando anche il trend dell'emigrazione sistemica dei giovani meridionali verso altre regioni
Fondamentale quindi dare attenzione al processo di riforma sul Mezzogiorno, anche nel contesto del NGEU, che puntano a sfruttare al meglio il capitale umano oltre che aumentare le dotazioni: il collegamento al turismo è immediato e deve essere quello l'argomento principale delle misure governative.
Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio, ha commentato: "Il rilancio dell’economia, grazie ai vaccini, e piano nazionale di ripresa sono un’opportunità irripetibile per il nostro Mezzogiorno. In particolare, le risorse del Pnrr destinate al Sud, circa 82 miliardi, permettono di sviluppare e innovare le infrastrutture di quest’area. E migliori infrastrutture significano anche migliore offerta turistica che è la straordinaria risorsa del meridione".