Decima giornata nazionale di Confcommercio "Legalità, ci piace!", il presidente Sangalli: "Sempre al fianco degli imprenditori"
- di: Daniele Minuti
Si è svolta oggi la Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità, ci piace!”, giunta alla sua decima edizione e nata con l'obiettivo di promuovere la cultura della legalità, dato il suo ruolo cruciale per crescita e sviluppo del Paese.
Decima giornata nazionale di Confcommercio "Legalità, ci piace!", il presidente Sangalli: "Sempre al fianco degli imprenditori"
Per l'occasione, il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, ha presentato un'indagine su usura e fenomeni illegali e sulla percezione e i costi per le imprese del terziario di mercato: secondo l'analisi, l'usura è il fenomeno illegale in maggior aumento secondo la percezione degli imprenditori (25,9% degli intervistati), dopo abusivismo (21,3%), estorsioni (20,1%) e furti (19,8%).
È al Sud dove il trend è più marcato, con il commercio al dettaglio non alimentare che è il settore "primo in classifica", dove l'usura è vista in aumento da oltre il 30% delle aziende (a Roma siamo al 28,5%).
È più di uno su cinque il numero degli imprenditori che ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività (il 10,3% ne ha conoscenza diretta). Il ''sentito dire'' è decisamente più elevato al Sud (31,1%), a Palermo (31,9%), tra le imprese dei trasporti (29%) e del commercio al dettaglio non alimentare (26,4%), per i bar (26%). Il 16,5% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket.
Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio, ha parlato così nel suo intervento: "Uno degli aspetti simbolicamente più efficaci di questa Giornata della Legalità di Confcommercio, da sempre, è stato l’intervento al nostro fianco, a livello nazionale e locale, di istituzioni e forze dell’ordine. Così, oggi la presenza del Ministro e del Generale Maccani confermano e rinnovano questa “alleanza”, senza la quale la Giornata della Legalità non avrebbe il valore che ha. Siamo arrivati alla decima edizione. Permettetemi di ringraziare chi negli ultimi anni, anni peraltro particolarmente complicati, ha portato avanti con grande determinazione questa Giornata in Confcommercio, la Vice Presidente incaricata alla Legalità, Patrizia Di Dio. Qualcuno di voi forse lo ricorderà dieci anni fa questa iniziativa non si chiamava esattamente così. Il titolo originale era infatti “Legalità Mi Piace!”, che “strizzava l’occhio” alla diffusione dei social che in quegli anni si identificavano quasi completamente con Facebook e il suo noto pulsante “mi piace”. Tra l’altro anticipavamo così un tema sempre più attuale: quello delle frodi informatiche: problema sottovalutato dalle stesse imprese, soprattutto micro e piccole, ma che ha implicazioni a dir poco “virali” sul sistema economico e sul tema della privacy. Ciò premesso, tuttavia, dopo un paio di edizioni, abbiamo lanciato una piccola ma significativa modifica sul tema della nostra Giornata: non più “mi”, ma “ci” piace. “Legalità CI piace”. Il senso della modifica è chiaro, ma anche molto significativo. Siamo passati dall’io al noi perché legalità e sicurezza non sono mai un tema individuale. Legalità e sicurezza sono per eccellenza un’istanza collettiva.Proprio questa Giornata di Confcommercio è fatta quindi per respingere la solitudine degli imprenditori di fronte a fenomeni che sembrano sempre più grandi di loro: contraffazione, abusivismo, estorsioni, usura e criminalità organizzata. Agli imprenditori di tutta Italia diciamo, da dieci anni a questa parte, “non siete soli”. I fenomeni criminali, in particolare quelli come l’usura, si nutrono delle crisi, personali e sociali. Gli strascichi dell’emergenza pandemica, la crisi dei costi energetici, l’inflazione, il ribaltamento dei mercati finanziari, rappresentano un vero e proprio detonatore dell’usura. Anche per questo, quando chiediamo moratorie, fiscali e creditizie, non chiediamo “salvagenti” per le imprese, ma strumenti che possono essere decisivi per non appigliarsi altrove, sulla “pinna” della criminalità organizzata. Nel complesso, perciò, i nostri imprenditori hanno perso quasi 34 miliardi lo scorso anno, e sono stati messi a rischio quasi 270mila posti di lavoro regolari. Contrastare questi fenomeni significa togliere un freno alle nostre possibilità di crescita come Paese. Crescita economica ma anche crescita sociale e morale".