Confcommercio: "Sale la fiducia per le imprese, scende quella dei consumatori: prossimi mesi difficili"

- di: Daniele Minuti
 
Secondo Confcommercio, a gennaio è proseguito l'aumento del clima di fiducia delle imprese (da 107,9 a 109,1), mentre è disceso l'indice della fiducia dei consumatori (da 102,5 a 100,9): per le imprese si tratta del terzo mese consecutivo in crescita, con miglioramento in tutti i comparti, fatta eccezione per il commercio al dettaglio (in calo a 110,3).
Nei servizi di mercato tutte le variabili migliorano, mentre nel comparto del commercio al dettaglio i giudizi sulle vendite sono stimati in deciso aumento e le scorte di magazzino in accumulo (con calo delle attese sulle vendite)

Confcommercio: "Sale la fiducia per le imprese, scende quella dei consumatori"

Per quanto riguarda invece i consumatori, peggiorano tutte le componenti dell'indice tranne le aspettative sulla situazione economica generale e quella sulla disoccupazione: il clima economico e futuro salgono rispettivamente da 106,3 a 107,6 e da 108,2 a 108,6, mentre il clima personale e quello corrente calano da 101,2 a 98,6 e da 98,6 a 95,7.

L'Ufficio Studi di Confcommercio ha commentato così: "Il 2023 si apre con segnali contrastanti sulla fiducia degli operatori economici. Il miglioramento del sentiment degli imprenditori lascia ben sperare per una ripresa nella tarda primavera, con rafforzamento nella parte finale dell’anno. Ma prima bisognerà affrontare almeno un trimestre difficile. La possibile fase recessiva sarebbe innescata dalla frenata dei consumi, come confermato oggi dalla riduzione della fiducia delle famiglie, le cui conseguenze già si leggono nel deterioramento della fiducia presso le imprese del commercio al dettaglio. La persistenza di un’elevata inflazione, ancorché in calo rispetto ai picchi raggiunti negli ultimi mesi dello scorso anno, non può che ridurre il potere d’acquisto dei redditi correnti e della ricchezza non protetta dall’incremento dei prezzi. I pure ingenti sostegni pubblici alle famiglie e alle imprese non sono sufficienti per neutralizzarne completamente gli effetti negativi sulla spesa e, quindi, sulla produzione interna".

Dello stesso avviso Confesercenti, che ha così commentato con una nota i dati Istat: "Inflazione, caro energia ed incertezza pesano sui bilanci delle famiglie: come certifica Istat, infatti, a gennaio l’indice di fiducia dei consumatori torna a peggiorare, con un nuovo calo di 1,6 punti dopo due mesi consecutivi di crescita, con le valutazioni negative concentrate soprattutto sulla situazione personale.
Per quanto riguarda le imprese, invece, si registra una situazione sostanzialmente positiva ed in lieve crescita per il terzo mese consecutivo, collocando l’indice un po’ al di sopra della media del 2022 ma allo stesso livello di dodici mesi fa ed 8 punti in meno rispetto al picco di settembre 2021.
Mentre la stagione dei saldi invernali, iniziata nel mese gennaio, ha inciso positivamente sulle imprese del piccolo commercio al dettaglio: le attività di vicinato continuano a rimanere in testa alle preferenze dei consumatori. Le prospettive per l’anno in corso restano, dunque, incerte e il dato sui consumatori evidenzia ancora una certa ‘resistenza’ da parte delle famiglie. Nel 2022, infatti, secondo nostri dati, le famiglie italiane sono state costrette a bruciare ben 41,5 miliardi dei propri risparmi nel tentativo di conservare il tenore di vita.
Una condizione che pesa soprattutto sulle famiglie meno abbienti – circa 10,5 milioni di nuclei familiari – per le quali i costi fissi varranno quest’anno circa la metà dell’intera spesa mensile (il 49%), riducendo ancora di più lo spazio per le altre spese.
Ma anche per le famiglie con un reddito medio la quota di bilancio assorbita da bollette e spese per la casa passa dal 35% del 2019 al 45% stimato per quest’anno, mentre la spesa per alimentari e bevande si riduce dal 25 al 23%, e quella da dedicare ad altre spese subisce un vero e proprio crollo, scendendo dal 40% al 32%.
Con un’inflazione che arriverà a sfiorare il 6%, portando così al +14,1% l’aumento dei prezzi nel biennio 2022-23, bisogna scongiurare la frenata dei consumi che avrebbe pesanti conseguenze sulla crescita del Paese. Per questo da parte del Governo è indispensabile intervenire con tutti i sostegni possibili a favore del potere d’acquisto delle famiglie e dei consumi, a partire da una riduzione generale e sostanziale della pressione fiscale".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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