Congiuntura Confcommercio: "Fine anno difficile per l'economia, crescita a rischio nel 2023"

- di: Daniele Minuti
 
La Congiuntura Confcommercio di dicembre traccia un quadro contrastante relativo all'economia italiana: se da un lato sono chiari i segnali di rallentamento, dall'altra cogliamo indicazioni confortanti dal mercato del lavoro e dalle aspettative di famiglie e imprese.

Pubblicati i risultati della Congiuntura Confcommercio dicembre

L'Ufficio studi ha analizzato la situazione relativa ai consumi, dato l'impatto dell'inflazione sul potere di acquisto delle famiglie: gli interventi di sostegno dell'esecutivo riducono la riduzione del valore reale dei redditi correnti, specie per le fasce più deboli, possono poco sul calo della ricchezza in forma liquida che si traduce in comportamenti di acquisto o consumi più prudenti.

La nota spiega: "Anche a novembre i consumi sono in rallentamento, come emerge dall’ICC Confcommercio, giù dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2021. Male, in particolare, alimentari, mobili, elettrodomestici, automotive e abbigliamento. Date queste dinamiche, l’Ufficio Studi stima per dicembre una riduzione del Pil dello 0,7% congiunturale e una crescita dello 0,2% su base annua. Per quanto riguarda infine l’inflazione, dicembre non dovrebbe portare l’attesa inversione di tendenza, con un incremento mensile dello 0,6% e annuo dello 12%. Per l’attesa svolta bisognerà aspettare la tarda primavera del prossimo anno, con conseguenze negative sulle prospettive di crescita per il 2023".

Il Prodotto Interno Lordo a dicembre è visto in calo dello 0,7% in termini congiunturali ma in salita dello 0,2% su base annua, mentre nel quarto trimestre si prevede un calo dello 0,7% rispetto a quello precedente con una salita dell'1% sull'ultimo trimestre del 2021. La crescita per l'anno dovrebbe attestarsi fra il 3,7% e il 3,8%.

Passando alle dinamiche tendenziali, il comunicato specifica: "Anche a novembre 2022 la domanda è più vivace per i servizi, in particolare quelli collegati al tempo libero, pur se in generale per molte componenti, nonostante l’andamento positivo del 2022, la domanda è ancora su livelli molto lontani da quelli del 2019, che presumibilmente potranno essere raggiunti solo all’inizio del 2024. Relativamente ai beni, si conferma anche a novembre una forte tendenza alla riduzione dei volumi d’acquisto. Ridimensionamenti significativi della domanda, nel confronto su base annua, si registrano per elettrodomestici (-8%) e mobili (-5,7%). I modesti segnali di recupero registrati a ottobre dal settore dell’automotive sembrano essersi già esauriti, visto che a novembre c’è un calo dello 0,2% su base annua degli acquisti da parte dei privati. Prosegue poi il calo dei consumi alimentari (-3,7% su base annua) determinata dalla decisa crescita dei prezzi. Per abbigliamento e calzature, infine, l’incremento di novembre (+2% tendenziale) è solo un modesto recupero dopo il dato fortemente negativo di ottobre".

Capitolo prezzi a consumo: per dicembre 2022 la stima è di una variazione dello 0,6% in termini congiunturali e del 12% su base annua, nella media del 2022 la variazione sarebbe di circa l’8,2%. Un anno quindi molto pesante e che si trascina molte incertezze, motivo per cui c'è da aspettarsi un inizio complicato sul versante dei prezzi anche per i primi mesi del 2023.
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