Confcommercio: "Caro energia e inflazione: a rischio 120.000 imprese nel terziario"

- di: Daniele Minuti
 
L'Osservatorio Energia di Confcommercio ha analizzato l'inarrestabile corsa dei prezzi dell'energia e dell'inflazione (valori che inoltre salgono perché fortemente legati l'uno all'altro), situazione che mette a rischio la vita di diverse imprese.

Confcommercio lancia l'allarme su inflazione e caro energia

Le aziende del terziario di mercato a rischio chiusura da qui alla fine del primo semestre 2023 sono infatti 120.000, con collegati 370.000 posti di lavoro: fra i settori più esposti a tale rischio c'è il commercio al dettaglio, specie la media e grande distribuzione alimentare a causa delle bollette di luce e gas, ristorazione e alberghi (triplicati i costi dal 2021), i trasporti (per via del caro carburante e gas).

Impatto negativo ance per i liberi professionisti, per diverse agenzie di viaggio, per l'organizzazione di attività artistiche e sportive, i servizi che vanno a sostenere le imprese, l'intero comparto dell'abbigliamento che non ha sollevato la testa nonostante venga da una stagione caratterizzata da saldi tutto sommato positiva. In totale, spiega l'Osservatorio Energia di Confcommercio, la spesa in energia per il segmento del terziario nel 2022 arriverà a una somma di 33 miliardi di euro, ben tre volte superiore a quella del 2021 e oltre il doppio rispetto a quella spesa nel 2019, quando si arrivò a 14,9 miliardi di euro.

La notizia peggiore? Che questo scenario sembra essere destinato ad aggravarsi in mancanza di misure specifiche o di altre misure di sostegno. Il rischio è una nuova e forte frenata all'economia nel secondo semestre dell'anno.

Carlo Sangallipresidente di Confcommercio (nella foto), ha commentato: "I costi dell’energia sono, ormai, da vera emergenza. Il nuovo Governo dovrà dare risposte immediate accelerando soprattutto su Recovery Fund energetico europeo e fissazione di un tetto al prezzo del gas. È vitale tagliare drasticamente il costo dell’energia per tutte le imprese, anche quelle non ‘energivore’ e ‘gasivore’. In caso contrario si rischia di vanificare la ripresa economica di questi ultimi mesi".
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