Chi sarà il prossimo Papa? I cardinali si preparano al Conclave più globale della storia
- di: Marta Giannoni
Dopo la morte di Papa Francesco la Chiesa si appresta a eleggere il suo successore tra 135 cardinali elettori provenienti da tutto il mondo. Tra diplomazie in fermento, candidati divisi e spinte dalle periferie, ecco cosa ci aspetta.
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Una Chiesa in transizione
Il cuore della cristianità batte forte a Roma. Ma oggi, più che mai, è il mondo intero a scandirne il ritmo. Alla vigilia del nuovo Conclave, la Chiesa cattolica entra in una delle fasi più delicate della sua storia recente. Con la morte di papa Francesco si chiude un decennio rivoluzionario: il primo pontefice gesuita, venuto “quasi dalla fine del mondo”, ha scosso le fondamenta di un sistema millenario, aprendolo alle istanze delle periferie, alla cura del creato, alla giustizia sociale. Ora, tocca ai cardinali decidere se rilanciare quella visione o cercare una nuova rotta.
I numeri parlano chiaro: 135 i porporati con diritto di voto, ben oltre il limite dei 120 fissato dalle norme canoniche. Di questi, 108 sono stati scelti proprio da Francesco. È lui ad aver ridisegnato il Sacro Collegio, marginalizzando il baricentro europeo e rafforzando le voci di Asia, Africa e America Latina.
“Abbiamo una Chiesa che non parla più solo latino, ma swahili, tagalog, quechua. È un’elezione globale, non più vaticana-centrica”, ha dichiarato il vaticanista Austen Ivereigh a La Croix International.
I grandi favoriti: Parolin, Zuppi, Tagle e gli outsider
La rosa dei candidati papabili è quanto mai variegata. Il nome più circolato nelle diplomazie vaticane è quello di Pietro Parolin, Segretario di Stato. Vicentino, 70 anni, è il volto dell'equilibrio: ha condotto le trattative più spinose degli ultimi anni, compreso l'accordo con la Cina sui vescovi, e viene considerato una figura in grado di mantenere unito un collegio eterogeneo.
Ma accanto a lui cresce il consenso attorno a Matteo Maria Zuppi, 69 anni, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). Di formazione comunità di Sant’Egidio, Zuppi è vicino al mondo della pace e del dialogo interreligioso. I suoi sostenitori vedono in lui l’erede spirituale di Francesco, ma con uno stile meno divisivo.
Più defilato ma carismatico, Luis Antonio Tagle, 67 anni, filippino, già arcivescovo di Manila e oggi prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è molto amato in Asia e negli ambienti progressisti. Ma il fatto che lavori ormai da anni in Curia potrebbe indebolire il suo appeal come “voce delle periferie”.
Attenzione anche al congolese Fridolin Ambongo Besungu, 64 anni, che rappresenta la potente spinta del continente africano, e all’ungherese Peter Erdő, 72 anni, volto dell’ala conservatrice. Da non escludere nemmeno figure come il brasiliano Leonardo Ulrich Steiner o il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, entrambi stimati per il loro operato in contesti difficili.
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I nuovi equilibri
Il collegio cardinalizio disegnato da Francesco è meno compatto di quanto si possa pensare. Le sue nomine non sono state guidate da una logica ideologica, ma pastorale e geografica. Il risultato è una maggioranza fluida, attraversata da tensioni sotterranee. Ci sono oppositori espliciti come il tedesco Gerhard Ludwig Müller, già prefetto della Dottrina della Fede sotto Benedetto XVI, ma anche numerosi cardinali africani che non condividono aperture su temi come le benedizioni alle coppie omosessuali.
“È un Conclave difficile da leggere: Bergoglio ha spezzato i blocchi tradizionali, ora conteranno molto le dinamiche interne al pre-Conclave, le relazioni personali, la capacità di costruire alleanze”, ha spiegato il teologo Massimo Faggioli.
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Le urgenze sul tavolo
Il prossimo Papa erediterà una Chiesa che ha vissuto trasformazioni profonde, ma anche fratture non sanate. Sul tavolo restano nodi cruciali:
• Governance e trasparenza: dopo anni di riforme curiali, resta il problema della trasparenza finanziaria e del potere non sempre chiaro nei dicasteri.
• Crisi delle vocazioni: in Europa e Nord America la secolarizzazione avanza, con chiese vuote e seminaristi in calo. Serve un nuovo slancio evangelico.
• Scandali e abusi: nonostante i passi avanti, il tema degli abusi sui minori resta un nervo scoperto. Serve una linea ancora più netta e universale.
• Guerre e geopolitica: dal Medio Oriente all’Ucraina, passando per l’Africa e l’Asia, la Santa Sede è chiamata a giocare un ruolo diplomatico rilevante. L’idea della “terza guerra mondiale a pezzi”, coniata da Francesco, è oggi più attuale che mai.
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Religiosi in Conclave e curiosità
Tra i 135 elettori, 34 provengono da ordini religiosi. Quattro i Gesuiti (l’ordine del Papa defunto), cinque Salesiani, tre Francescani Conventuali, due Domenicani, due Verbiti, un Missionario della Consolata: il giovane cardinale Giorgio Marengo, 49 anni, attivo in Mongolia. Il più giovane in assoluto sarà Mykola Bycok, ucraino, nato nel 1980, mentre il decano, con 79 anni e 11 mesi, è lo spagnolo Carlos Osoro Sierra.
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Uno spartiacque nella storia
Il prossimo Papa dovrà parlare al mondo. Dovrà tenere insieme vescovi dell’Amazzonia e metropoliti europei, giovani africani e anziani fedeli tedeschi. Il suo sarà un pontificato sotto i riflettori, in un tempo di radicali mutamenti etici, politici e ambientali.
Il Conclave si riunirà probabilmente entro la prima decade di maggio. Le Congregazioni generali inizieranno nei prossimi giorni, a porte chiuse, nel massimo riserbo.
Ma il messaggio di fondo è chiaro: la Chiesa non può più permettersi di guardare indietro. Il mondo cambia. E stavolta, anche il Papa che verrà dovrà cambiare pelle con lui.