• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Comunali, l’affluenza crolla: urne vuote in Italia, cala la fiducia nei sindaci

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Comunali, l’affluenza crolla: urne vuote in Italia, cala la fiducia nei sindaci
Alle ore 23 di domenica 26 maggio, l’affluenza alle elezioni comunali italiane si è fermata al 43,85%, segnando un netto calo rispetto alla precedente tornata, che aveva raggiunto il 49,52%. In totale sono stati chiamati al voto circa due milioni di cittadini in 117 comuni, tra cui quattro capoluoghi: Genova, Ravenna, Taranto e Matera. Oggi, lunedì 27, i seggi resteranno aperti fino alle 15, poi inizierà lo spoglio. In caso di ballottaggi, si voterà negli stessi giorni dei cinque referendum dell’8 e 9 giugno, creando un doppio appuntamento alle urne che potrebbe influenzare ulteriormente la partecipazione.

Comunali, l’affluenza crolla: urne vuote in Italia, cala la fiducia nei sindaci

Il dato nazionale mostra una tendenza ormai consolidata: il disinteresse crescente per la politica locale. Anche in città tradizionalmente partecipative come Ravenna e Genova, la flessione è stata evidente. A Genova si registra una partecipazione parziale intorno al 41%, mentre a Matera, in alcune sezioni, si è votato meno che alle elezioni europee del 2019. I primi rilevamenti suggeriscono che nemmeno le nuove candidature civiche, spesso presentate come alternativa alla vecchia politica, siano riuscite a mobilitare gli elettori. A Taranto, dove la partita amministrativa è cruciale per il futuro post-Ilva, l’affluenza è tra le più basse del Sud Italia.

I fattori del calo: astensione, sfiducia e apatia

Diversi elementi concorrono a spiegare questa nuova ondata di astensionismo. La sfiducia verso i partiti, l’incertezza sulle competenze dei sindaci, e un’offerta politica percepita come scadente hanno raffreddato gli animi. Molti cittadini lamentano un distacco crescente tra i bisogni concreti delle comunità e le proposte delle coalizioni in campo. Le campagne elettorali, spesso concentrate su slogan e pochi temi ricorrenti – decoro urbano, sicurezza, tasse – non sembrano più sufficienti a motivare un voto consapevole. L’astensione appare come una forma di dissenso silenzioso, ma non per questo meno politica.

Rischio rappresentanza debole nei ballottaggi

Il rischio maggiore, ora, è che nei ballottaggi previsti a giugno si possa consolidare un fenomeno di “non rappresentanza”, con sindaci eletti da minoranze molto ristrette. Già nella scorsa tornata, alcuni primi cittadini sono stati eletti con meno del 30% dei votanti effettivi. La questione apre un dibattito sul ruolo delle elezioni locali in una democrazia matura: se il voto comunale, che riguarda servizi essenziali come trasporti, rifiuti, urbanistica e scuola, non riesce più a coinvolgere i cittadini, significa che il legame tra territorio e potere decisionale si è fortemente indebolito.

Verso un nuovo patto di cittadinanza o verso il vuoto?


La bassa affluenza impone una riflessione profonda. Le città rischiano di trasformarsi in luoghi amministrati ma non rappresentati, dove le scelte cruciali – come quelle su fondi PNRR, mobilità sostenibile, edilizia popolare – sono prese da élite ristrette e tecnocratiche. Per recuperare partecipazione servirebbe un patto nuovo tra istituzioni e cittadini, fondato su trasparenza, ascolto e competenza. Ma il tempo stringe. Se le urne continueranno a svuotarsi, sarà difficile invertire una china che mina le fondamenta stesse della democrazia locale.
Notizie dello stesso argomento
Trovati 30 record
Pagina
Nessun record risponde ai criteri di ricerca
Trovati 30 record
Pagina
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720