Coin

- di: Germana Loizzi
 

Il meraviglioso brand tornato al 100% in mani italiane riprende a volare. Il Presidente Giorgio Rossi spiega il piano di rilancio


Presidente Rossi, tutta la sua vita imprenditoriale è stata caratterizzata da coraggio e passione. Dimostrati ancora una volta all’inizio del 2018 quando, insieme ad altri partners, ha costituito la cordata per acquisire da un fondo inglese Coin. Un marchio italiano iconico, prestigioso e storico, che con OVS e Upim era parte del Gruppo Coin, e che conta oggi 38 department stores, circa un centinaio di Coincasa e 450 milioni di fatturato sotto insegna. Nel novembre 2018 lei è diventato presidente del Cda di Coin Spa. Come è nata l’operazione e quali sono stati i motivi di fondo che l’hanno portata a impegnarsi in questa nuova sfida?

Coin è un brand meraviglioso. Un marchio storico con un’altissima riconoscibilità che annovera location fantastiche lungo le più belle vie dello shopping delle principali città italiane. La gente è affezionata a Coin, tutti ricordano qualche episodio della vita legato al brand e oltre 900.00 clienti hanno fatto shopping con Coincard, la loyalty card di Coin.
Quando con un gruppo di colleghi imprenditori e di manager abbiamo iniziato a confrontarci sull’operazione ci siamo subito trovati concordi sulle potenzialità dello storico marchio veneziano, abbiamo creduto fortemente in una Coin di nuovo al 100% in mani italiane e abbiamo portato avanti con coraggio un progetto che sta già dimostrando buoni frutti. Pensi che Coin conta 35 milioni di passaggi ogni anno con una conversione di oltre il 30%, in pratica un visitatore su tre acquista da Coin. In una fase in cui il mercato dell’abbigliamento sta performando negativamente, Coin, in controtendenza, registra risultati positivi e addirittura migliori rispetto a quanto ci aspettavamo all’inizio dell’anno.

Nel momento del suo approdo alla presidenza di Coin, appunto nel novembre 2018, gli analisti affermarono che la strategia della Società punterà, oltre che sul restyling dei department stores (in cui trovano spazio prodotti di fascia alta ma dai prezzi sostenibili), anche sulle nuove aperture. In altre parole, come immagina il profilo della ‘nuova’ Coin? E di questo progetto quali primi passi sono stati compiuti in questi primi mesi? 
In questi mesi non ci siamo fermati un momento e con grande energia stiamo portando avanti numerosi progetti su diversi fronti, ma tutti con un’unica finalità: rendere Coin sempre più bella e più attraente, agli occhi dei brand e dei nostri clienti.
La nostra azione di scouting di nuovi trend e di marchi innovativi e di alta qualità prosegue incessante per offrire un brand mix raffinato, ma al contempo in grado di attrarre anche nuovi target. Coin Excelsior il nostro contemporary department store, in particolare, offre un nuovo sguardo sul mondo della moda e del lifestyle contemporaneo, proprio grazie alla proposta accurata di moda, beauty e home decoration presente nei negozi.
Lo scorso maggio ai negozi di Roma in via Cola di Rienzo e di Milano al CityLife Shopping District si è aggiunto in nuovo Coin Excelsior di Trieste in Corso Italia. Un grande successo, una nuova shopping destination per la città e il territorio, che continua a darci ogni giorno grandi soddisfazioni. Già dall’ingresso appare evidente la nostra vocazione alla ricerca di nuovi brand da affiancare ai marchi più affermati per offrire una scelta in grado di soddisfare le esigenze dei nostri visitatori, dando vita ad una esperienza d’acquisto piacevole e contemporanea.
La prossima tappa ora sarà Milano, in Corso Vercelli, poi Verona dove trasformeremo una location di valore in un gioiello per la città, infine Como sempre nel 2020, ma stiamo lavorando con interventi di minore portata dal punto di vista strutturale, ma altrettanto efficaci in diverse realtà coma a Treviso e a Padova, dove stiamo rivisitando e migliorando il layout dei nostri store e l’offerta con sempre nuove proposte.
Ma non è tutto, Coin ha intrapreso un ambizioso percorso di sviluppo del nuovo ruolo di Editor nella gestione di spazi distintivi. Come una moderna agorà, infatti, intende sempre più offrire da un lato uno sguardo ricercato sul mondo del fashion e del lifestyle e dall’altro una proposta di servizi innovativi che valorizzano l’offerta e rispondono alle esigenze, talvolta inespresse, dei clienti.

Anche lo sviluppo di Coincasa, brand dedicato all’home decoration dal gusto raffinato (con grande spazio dedicato allo sviluppo dell’e-commerce) è in primo piano.
Certamente. Il 26 settembre abbiamo aperto un nuovo store a Belluno a cui seguiranno a strettissimo giro gli opening di Bassano e Udine. I negozi Coincasa si caratterizzano per uno stile unico e distintivo che valorizza gli spazi che li ospitano. L’atmosfera è calda e accogliente e gli arredi minimalisti pongono al centro dell’attenzione le collezioni, il cui assortimento spazia dalla tavola alla biancheria e tessuti d’arredo, dalla decorazione ai complementi. Coincasa sta registrando un incremento a doppia cifra e questo grazie anche al potenziamento del dialogo tra lo shopping on line e quello off line per offrire un servizio completo e immediato. Negli ultimi store che abbiamo aperto è infatti possibile consultare l’intero catalogo online del brand Coincasa per acquistare e ritirare i prodotti direttamente in negozio o riceverli comodamente a casa propria.

Lei ha proclamato fin dall’inizio la volontà di “difendere l’italianità del più grande e noto Retailer italiano, fondato oltre 100 anni orsono”. Come si declina in concreto questo obiettivo?
Riportare una storica azienda italiana di nuovo al 100% in mani italiane è stato per noi investitori motivo d’orgoglio e uno slancio per intraprendere un percorso di valorizzazione delle eccellenze del territorio e dell’artigianato locale in diversi settori.
Con il progetto Best of Italy, Coin ha intrapreso infatti un viaggio per la valorizzazione della cultura dei distretti artigianali d’Italia: un progetto che vuole sottolineare tradizione e manifattura in collaborazione con giovani talenti italiani del design. Così, dopo i vetri di Murano e le ceramiche di Grottaglie reinterpretate, sarà quest’anno la volta del distretto del legno brianzolo.
L’iniziativa rientra nel piano di iniziative che ha come obiettivo la ricerca della bellezza e la rivitalizzazione dei centri storici attraverso eventi in grado di rendere ancora più attraenti i department store Coin e sempre più punto di riferimento delle città che li ospitano.

Dall’11 al 14 giugno scorsi Coin Excelsior è stata presente con uno spazio ‘lounge’ al Pitti Uomo in Fortezza da Basso. Novità assoluta. Mai in 50 anni un Retailer aveva partecipato attivamente da protagonista alla maggior rassegna di moda uomo riservata ai produttori dei più prestigiosi marchi internazionali. Quale segnale ha voluto lanciare questa presenza inedita di Coin?
Abbiamo voluto guardare avanti. Pitti è la cartina tornasole del settore e con l’apporto di note personalità del mondo della moda e non solo, ci siamo voluti interrogare sul futuro del retail per individuare nuovi modelli di business e implementare la nostra offerta con servizi e progetti all’avanguardia. Per un retail brand come Coin Excelsior è necessario oggi ampliare il raggio d’azione sempre facendo perno sulla centralità della persona nell’esperienza d’acquisto fisica e digitale. Per questo è fondamentale dialogare e confrontarsi con tutti i player e fare tesoro delle esperienze, nella moda e in altri ambiti, che tanto ci possono insegnare. Pitti Immagine è il luogo per eccellenza dove incontrarsi, conoscersi e creare sinergie, obiettivi assolutamente strategici per Coin Excelsior.

Nel campo della vendita di abbigliamento di qualità al dettaglio, con distribuzione di marchi di prestigio e di produzione di proprie collezioni, il mondo degli agenti del settore e dei retailers si è trovato in grandissime difficoltà a causa dei costi crescenti delle gestioni, della contrazione della spesa in consumi per abbigliamento e per il dilagare delle vendite online. Come uscire da queste strettoie?
Oggi è molto complesso gestire un negozio monomarca, le voci di costo sono diverse e ci sono numerose variabili esterne, talvolta difficili da governare. Essere in Coin significa “essere in vetrina” e fare sinergia con un retail brand di riconosciuta esperienza che assicura traffico e visibilità in punti nevralgici della città.

Lei ha parlato di “Coin sempre più Agorà”. Cosa significa in concreto? Può farci alcuni esempi? Rientra in questa strategia anche lo sviluppo del food per rendere Coin meta per aggregazione e socializzazione?
Agorà è il termine che meglio rappresenta la nostra vision. Coin intende diventare sempre più luogo di incontro e di scoperta e i numerosi eventi e anche i progetti nell’ambito del food sono orientati a rafforzare questo ruolo. A Treviso, per esempio, abbiamo portato in negozio Camelia Bakery, una rinomata pasticceria locale, dando vita a una positiva e virtuosa sinergia che ha contribuito a rendere Coin sempre più un luogo di esperienze, un punto di ritrovo dove un’armoniosa commistione tra i diversi mondi presenti trova modo di esprimersi al meglio. Replicheremo su altre città e a Milano faremo ancora di più: un intero piano dello store di Corso Vercelli sarà dedicato al food. Avremo modo di parlarne presto.

L’online è nei vostri progetti, ma lei precisa sempre che il suo sviluppo deve essere strettamente legato al negozio fisico, quindi che sia complementare e non sostitutivo. Nella sua ‘vision’, qual è l’alchimia che connette e valorizza l’online con il negozio fisico? 
Confesso che sono un grande fan del negozio fisico. A mio avviso, le emozioni e le sensazioni che solo un’esperienza reale può trasmettere non solo replicabili online. L’e-commerce sta però acquisendo sempre più spazio ed è necessario, mi passi il termine, “farselo amico”. Per questo motivo abbiamo scelto una strategia distributiva onmichannel per Coincasa e stiamo lavorando su più fronti per ampliare il nostro campo d’azioni sul digitale.

Torniamo all’inizio di questa intervista: coraggio e passione. Lei, come detto, ha dimostrato ampiamente nella sua vita professionale di possedere e rendere concrete queste due virtù. Il fatto di essere di Treviso ha contato nello sviluppo e nell’affinamento di queste caratteristiche psicologiche e morali? In altre parole, quanto della “trevigianità” c’è in lei?
Treviso è il mio luogo del cuore. È una città di provincia ma con una proiezione internazionale, grazie anche alla vicinanza con Venezia. E poi Treviso è inserita in un contesto fortunato, dove qualità ed eccellenza sono la costante di tante attività artigiane che si distinguono per l’accuratezza e la peculiarità delle lavorazioni. Questo mix di fortunate coincidenze ha sicuramente inciso nella mia formazione ed è il fil rouge che ha caratterizzato il mio percorso professionale. L’aver ritrovato anche nel DNA di Coin questo stesso slancio per lo scouting di talenti e brand italiani e internazionali e la propensione alla ricerca continua e accurata di stile e qualità è stata la molla che mi ha fatto credere nell’operazione.

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