CNEL, convegno "Il patto che serve" in ricordo di Ezio Tarantelli

- di: Barbara Bizzarri
 
Si è svolto oggi presso la sede CNEL il convegno "Il patto che serve. L’attualità del pensiero di Ezio Tarantelli a 40 anni dall’accordo di San Valentino", una iniziativa promossa da CNEL, CISL e Fondazione Tarantelli: "Siamo qui oggi per commemorare Ezio Tarantelli. Insieme a lui voglio ricordare Massimo D'Antona e Marco Biagi. Tre amici, tre colleghi, tre persone straordinarie, eroi civili di un Paese che spesso dimentica. Eroi civili uccisi da assassini malati di cattiva ideologia, che erano contro i lavoratori e contro i diritti. Ho avuto con Tarantelli un legame, di amicizia e professionale, strettissimo. Il contributo che diedi al patto di San Valentino sulla scala mobile, nel 1984, è il frutto delle riflessioni che feci con lui giorno dopo giorno, sul tema della predeterminazione dei livelli ottimali di inflazione ai fini della politica economica. Durante le settimane in cui si svolsero le trattative ne parlavamo tutte le sere. Gli raccontavo quel che succedeva al Ministero del Lavoro. Di fatto Tarantelli è stato per me un maestro e una guida", ha affermato il presidente del CNEL, Renato Brunetta, in apertura dei lavori.

CNEL, convegno “Il patto che serve” in ricordo di Ezio Tarantelli

"Alla base del decreto sulla scala mobile nel 1984 c’era un patto, che prevedeva politica dei redditi, dialogo sociale e responsabilizzazione delle parti sociali. Cinquanta pagine scritte durante diversi mesi di trattative. Serviva un intervento più drastico per bloccare la spirale prezzi-salari e la base teorica fu quella di Tarantelli e Modigliani. Bisognava aggredire l’inflazione, che era nemica dei salari e quindi nemica dei lavoratori. Seguendo l’approccio di Tarantelli- ha aggiunto Brunetta - si aprì una nuova stagione. La politica dei redditi non fu più finalizzata al congelamento dei salari, un’impostazione dichiarata fallita dalla storia, ma fu indirizzata all’ottima distribuzione dei redditi per massimizzare la crescita e lo sviluppo. Ecco, l’attualità del pensiero di Tarantelli sta proprio in una politica dei redditi orientata alla crescita". 

"Quando intervenimmo nel 1984 con il decreto di San Valentino la scala mobile, a causa dell’inflazione a due cifre, da strumento di garanzia dei salari era diventata elemento di negatività, che incideva sul potere d’acquisto dei lavoratori. Ci fu un discrimine all’interno del sindacato, per questioni soprattutto ideologiche, con una parte minoritaria del sindacato che seguì lo slogan ‘la scala mobile non si tocca’. Poi, dopo il decreto e nonostante le evidenze empiriche sui risultati della predeterminazione, secondo l’approccio indicato da Tarantelli, il Pci volle un referendum abrogativo e accadde una storia mai vista prima. Era difficile spiegare ai lavoratori i meccanismi perversi dell’illusione monetaria. Era difficile contrastare le posizioni di chi chiedeva ai cittadini se preferissero recuperare un po’ di soldi in tasca oppure bloccare alla radice la spirale inflazionistica. Sembrava una missione impossibile, ma la democrazia ha un’intelligenza superiore e oltre il 54% del popolo italiano votò per il no, con un senso di responsabilità straordinario. Possiamo ben dire ‘avevamo ragione noi'. Ricordiamocelo anche oggi".

Dopo l’introduzione del presidente Brunetta, il convegno è proseguito con gli interventi di Luca Tarantelli, figlio di Ezio; Emmanuele Massagli, presidente della Fondazione Tarantelli; Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl. Ha moderato la giornalista Ester Crea. Nel corso del seminario è stato anche presentato l’archivio digitale degli scritti di Tarantelli.

"Ringrazio il CNEL, la Fondazione Tarantelli e la CISL – ha detto Luca Tarantelli – per aver promosso l'iniziativa odierna. Mio padre Ezio ha sempre cercato di portare avanti le sue idee nel segno della democrazia e della coesione sociale. Questo evento di commemorazione ci dà anche modo di presentare l’archivio a lui dedicato. È uno strumento che consultabile tramite il sito della Fondazione Tarantelli e nasce con l'obiettivo di mettere a disposizione di tutti il pensiero, le idee, gli scritti e le opere di Ezio Tarantelli. Il pensiero di mio padre, per la prima volta, viene così digitalizzato e riorganizzato e di questo ne sono profondamente orgoglioso".

"Lanciamo oggi – sottolinea quindi Emmanuele Massagli – una prima versione dell’archivio dedicato ad Ezio Tarantelli. Un archivio digitale diviso in varie sezioni tematiche. Ringrazio la famiglia Tarantelli che ha condiviso con noi una mole enorme di materiale. L'archivio contiene, infatti, tutti gli scritti di Tarantelli, incluse le monografie, i saggi, gli articoli divulgativi, gli editoriali. Questa è l'impostazione. Abbiamo deciso di realizzare l’archivio per tre motivi: vogliamo fare conoscere ai giovani la figura di Tarantelli; vogliamo rendere attuale il suo pensiero, dandone una lettura applicabile ai fenomeni sociali ed economici del presente; vogliamo digitalizzare e rendere fruibile la sua filosofia, su temi cruciali quali la politica dei redditi e l'inflazione".

"Ringrazio – conclude Luigi Sbarra – la Fondazione Tarantelli e il CNEL per aver reso possibile questo incontro. Voglio ringrazio il presidente Brunetta anche perché ha fatto parte del percorso che ha poi condotto al patto di San Valentino. La storia di Tarantelli è una storia che esprime uno spaccato dell’Italia. Un’Italia che ha avuto la forza di superare le ideologie e di mettersi in gioco, sfidando correnti di pensiero molto radicate. Tarantelli pensava con la testa libera, sforzandosi di trovare soluzioni lungimiranti, modelli solidaristici che puntassero alla giustizia sociale, alla tutela dei diritti delle persone, sostenendo crescita e sviluppo economico. Una lezione, quella di Tarantelli, che vogliamo trasferire ai più giovani. Ecco il senso dell’archivio digitale. Trasferire alle nuove generazioni questo patrimonio valoriale. Oggi più che mai è necessaria una politica concertativa e per questo abbiamo lanciato l’idea del ‘patto che serve’, un patto all'insegna del riformismo. Occorre ritrovare quel coraggio che ci fu nel 1984 con il patto di San Valentino, il coraggio di fare intese che servono ai lavoratori. Le parti sociali sono chiamate a intervenire su un terreno di corresponsabilità e non di muro contro muro. Va aperta una stagione di rinnovato protagonismo sociale, su tutti i dossier economici".

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