Ucraina: il festival di Toronto ferma la proiezione di un film accusato di fare propaganda alla Russia

- di: Redazione
 
È diventato un caso politico la scelta del Toronto Film Festival di "sospendere" la proiezioni del documentario "Russians at War" - che era in calendario per oggi - dopo che sono giunte ''minacce significative''. Il film, diretto dalla regista russo-canadese Anastasia Trofimova, racconta la vita quotidiana di un battaglione russo sul fronte ucraino. 
Per qualcuno, l'opera è ''propaganda russa'', accusa che la regista contesta fermamente.

Ucraina: il festival di Toronto ferma la proiezione di un film accusato di fare propaganda alla Russia

La direzione del Toronto International Film Festival (una delle rassegne cinematografiche più importanti a livello globale) ha comunicato di essere stata informata di ''minacce significative alle operazioni del festival e alla sicurezza pubblica''; informazioni "che indicano potenziali attività nei prossimi giorni che rappresentano un rischio significativo". 
La regista canadese-russa Anastasia Trofimova ha presentato  ''Russians at War'' anche al Festival del cinema di Venezia all'inizio di settembre. Nel film, girato nel corso di diversi mesi seguendo le attività quotidiane in un battaglione russo sul fronte ucraino, sono raccolte le testimonianze dei soldati.
A Venezia come a Toronto, personalità politiche e culturali ucraine hanno espresso la loro rabbia, denunciando la ''propaganda russa'' . Chrystia Freeland, vice primo ministro canadese, ha deplorato la proiezione del film all'inizio di questa settimana, affermando che "non potrebbe esserci alcuna equivalenza morale in questa guerra " .
Anche l'Agenzia cinematografica statale ucraina ha chiesto al Toronto Film Festival di non proiettare il film, definendolo uno "strumento pericoloso per manipolare l'opinione pubblica".
Anastasia Trofimova ha dichiarato in una nota che il suo film è invece "un documentario contro la guerra" e che mostra "gente comune" .
''In risposta ai recenti attacchi contro il mio film  e contro me stessa" - ha detto la regista - "vorrei riaffermare che questa coproduzione franco-canadese è un documentario contro la guerra e che per realizzarlo si sono dovuti correre grandi rischi. L’insinuazione che questa sia propaganda orchestrata dalla Russia è assurda, sapendo che sono minacciata di procedimento penale in Russia. Condanno inequivocabilmente l'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo e riconosco la legittimità delle indagini avviate dalla Corte penale internazionale sui crimini commessi in Ucraina. Capisco anche la sofferenza e la rabbia che questo tema può scatenare in chi deve soffrire la guerra. Mia madre è emigrata in Canada dalla Russia in modo che potessimo vivere in un paese che valorizzava la libertà di espressione e i diritti umani. Spero che il mio film possa essere visto, apprezzato o sfidato in sé e per sé, e non sulla base di mere supposizioni, e che il tipo di dibattito che contribuisce ad alimentare possa contribuire a portare la pace''.

Nel film i soldati russi sembrano avere perso il senso della loro partecipazione a questo conflitto. In mancanza di equipaggiamento, usano armi e attrezzature risalenti all'era sovietica. Inanellando sigarette e bicchieri di alcol, cercano di soffocare il loro sgomento per le ferite o la morte dei loro compagni.
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