Censis/Verisure: "Dopo la pandemia diminuiscono i reati ma il 55% degli italiani ha più paura dei ladri in casa"
- di: Barbara Leone
Durante la pandemia la casa è stata riparo, isolamento, ufficio, luogo di cure e di affetti, presidio di sicurezza. Oggi la paura di molti di noi è che quel rifugio possa essere violato: per 55 italiani su 100, infatti, un furto o un’aggressione nella propria abitazione sono gli eventi che spaventano di più. È una paura, quindi una percezione. Perché il dato reale ci dice che negli ultimi dieci anni (2012-2021) i furti sono diminuiti. Ma nonostante tutto la sicurezza personale rimane al centro delle preoccupazioni: 17 milioni di italiani si sentono poco o per nulla sicuri fra le mura domestiche, 6 milioni di donne hanno paura quando rimangono sole in casa di notte.
Si può affermare, quindi, che è cresciuto l’investimento emotivo degli italiani nella propria abitazione. Sono solo alcuni dei dati presentati a Roma nel corso della prima edizione di “La casa sicura del futuro”, Osservatorio sulla Sicurezza della Casa realizzato dal Censis su dati del Ministero dell’Interno e in collaborazione con Verisure.
Censis/Verisure: "Il 55% degli italiani ha più paura dei ladri in casa"
Come si è trasformato il desiderio di sicurezza negli anni del Covid-19? Quali sono le minacce e i pericoli connessi alla “nuova normalità” imposta dalla pandemia? Quale ruolo possono giocare le nuove tecnologie al servizio della protezione della persona? Come rispondono le agenzie di sicurezza pubblica e privata? E infine: come sarà la casa sicura del futuro? Sono queste le domande alle quali ha dato risposta il rapporto del Censis.
“I dati - afferma Stefan Konrad, Managing Director Verisure Italia - hanno mostrato sin da subito due trend molto importanti e apparentemente in contrasto. Da un lato i reati cosiddetti tradizionali sono diminuiti, dall’altro sono aumentati il bisogno di protezione e le richieste di sicurezza da parte dei cittadini. Le persone - aggiunge - vogliono sentirsi sicure non solo quando escono di casa, quindi prevenendo i furti, ma anche quando sono all’interno. È importante poter garantire una sicurezza a tutto tondo: cybersecurity per chi accende il computer e va online; cura e soccorso per chi ha bisogno di assistenza sanitaria; supporto e ascolto per chi è vittima di violenza domestica; sostegno per anziani soli e in difficoltà. Un approccio che definirei olistico, perché è necessario lavorare sulle radici dei problemi per rafforzare la prevenzione: per 8 italiani su 10 è fondamentale che un sistema di allarme riesca ad attivarsi prima che il reato si compia. La sfida più importante - conclude Stefan Konrad - è sviluppare tecnologie facili ed efficaci per tutti: per chi deve essere soccorso e per chi deve intervenire. Insomma, attivare un sistema d’allarme deve essere naturale e semplice, come accendere la luce”.
“Quello che emerge con chiarezza dai dati del rapporto - aggiunge Massimiliano Valeri, Direttore del Censis - è che la sicurezza, come la salute, viene ormai percepita dai cittadini come un bene comune su cui non si accettano compromessi. Le persone cercano un’“incolumità dai rischi” che richiede soluzioni tecnologiche e organizzative nonché una collaborazione senza barriere fra pubblico e privato”.
Significativa è la “classifica delle paure” secondo gli italiani: il 55,0% teme di subire un furto in casa; il 41,1% è preoccupato di subire un’aggressione fisica (44,8% delle donne e 37,3% degli uomini; ma per le donne il terrore è quello di subire una violenza sessuale (30,8%), mentre il 29,6% teme un’emergenza medica (con quote che raggiungono il 35,7% tra gli over 55). Ma non sono solo i reati tradizionali a preoccupare. Un quarto degli intervistati (25,5%, che sale al 31,0% tra gli uomini) teme di subire un furto di dati on line e il 21,1% una truffa on line. La casa, purtroppo, può anche essere luogo di violenze e maltrattamenti. E questo è stato ancor più vero proprio durante l’emergenza sanitaria, e anche in piena pandemia: nel 2021 stati denunciati 22.602 maltrattamenti contro famigliari e conviventi (+ 8,4% rispetto al 2019 e +4,1% rispetto al 2020); 17.539 atti persecutori (+9,2% dal 2019, +4,7% dal 2020); 5.169 violenze sessuali (+ 5,8% nel biennio, +14,9% nel solo ultimo anno), e 119 omicidi con vittime donne (+ 9,2% nel biennio, + 1,7% nell’ultimo anno, che significa due donne in più morte per mano di uomini).
Le tecnologie, unite alla sensibilità di chi opera nel mondo della sicurezza, possono essere un formidabile strumento di protezione della persona. Il moltiplicarsi delle minacce percepite e dei bisogni diversi di assistenza a cui rispondere, si accompagna a una individualizzazione della richiesta di sistemi di sicurezza, perché diverse fragilità sociali e condizioni abitative espongono a rischi diversi. Una necessità, quella di “sentirsi protetti”, che è diventata urgente proprio in questi anni. Fra i dati più significativi va segnalata la crescita degli alert gestiti dalla centrale operativa Verisure: complessivamente nel 2021 gli operatori hanno gestito 3.406.348 scatti d’allarme, per una media di 9.332 scatti giornalieri (+43,4% rispetto al 2019). Nei primi sei mesi del 2022, gli allarmi sono stati 2.116.332, per una media giornaliera di 11.757.