Dovremo rivedere la nostra idea snob di Terzo mondo applicata a terre più o meno lontane per riservarla a lidi più prossimi: a meno che il tentativo non sia di confinare la popolazione, preventivamente, nei patri lidi per farla uscire soltanto con sistemi a punti in cui poco c’entrano i detersivi e molto certe pessime abitudini a trazione cinese. Ma senza dare adito a brutti, bruttissimi sospetti ed onde evitare che si dia la stura ai soliti complottismi, va detto che a causa di certi aspetti per ora inerenti soltanto alla farraginosità della burocrazia, per molti uscire dall’Italia è impossibile dato che chiunque abbia bisogno di rinnovare un passaporto, richiedere una carta d’identità elettronica o fare uno dei due documenti ex novo si scontra contro il solito muro di gomma fatto di silenzi e negazioni, quando i telefoni dei molti uffici, che siano comunali o quant’altro, squillano a vuoto e i siti vanno in tilt per le troppe domande.
Carta d'identità vo cercando, ch'è sì cara
Eppur la questione sorge spontanea: se non si è poi così adusi alla tecnologia quanto si vorrebbe far credere, perché non tornare ai moduli consegnati a mano, come tra poco, se continua così e come dichiarò presago Einstein, la quarta guerra mondiale sarà combattuta a suon di pietre e bastoni? Meglio non divagare, però e concentrarsi sul mesto presente: il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha assicurato che l’aumento del personale agli sportelli ha accelerato il disbrigo delle pratiche. Nel 2023 sono stati quindi emessi ben 2milioni750mila passaporti e nel gennaio di quest’anno 250mila, 60mila in più dello stesso mese dello scorso anno, ma sono gocce nell’oceano (di richieste).
Secondo Assoviaggi, sono state oltre 6mila le prenotazioni di partenze internazionali annullate o rimandate in Italia a causa dei ritardi nel rilascio dei passaporti scaduti, smarriti o richiesti per la prima volta dai cittadini, con una ricaduta sul settore delle agenzie di viaggio e dei tour operator calcolata in 8,8 milioni di euro andati in fumo: open day, clic night, tentativi di accesso alla piattaforma Agenda online con lo Spid, code agli sportelli, prove telefoniche, call dell’ultimo minuto non bastano per ottenere l’agognato documento, e dunque si resta a casa scornati e sconfitti.
Ancora peggiori le prospettive in vista delle feste di Pasqua e del maxi-ponte tra 25 aprile e 1° maggio, quando sono in ballo altre 53mila prenotazioni per viaggi in tutto il mondo. La polizia di Stato ricorda sempre che in caso di urgenze di studio, di lavoro, di salute o anche per vacanze già fissate qualche slot libero si trova: in questo caso ci si deve presentare direttamente alla questura di zona e mettersi in fila, in attesa di Godot.
Fra le città italiane sembra che l’incubo diventi realtà nella Capitale, dove l’appuntamento per i rinnovi è una chimera: più facile diventare milionari con il Superenalotto e in entrambi i casi si tratta sempre di botte di fortuna. A Spinaceto, per il passaporto danno udienza dopo la Befana, del 2025 però. Mentre per la carta d’identità, ci si rivede il 4 o 21 febbraio dell’anno prossimo, ma soltanto in due municipi. Nell’hit parade della maglia nera seguono poi Napoli, Torino, Milano e Bologna, tempo d’attesa stimato: 90-100 giorni, più altri trenta per avere il documento. Ma se da una parte c’è chi preme per avere un passaporto valido e volare (scappare) oltreoceano, in questo momento a Torino ci sono migliaia di passaporti che giacciono abbandonati: la polizia ne ha ancora 171 rilasciati nel 2021, 400 del 2022, 1.450 del 2023 e 375 di quest’anno. Per la CIE, invece, se a Milano gli sportelli dell’anagrafe risultano sempre più intasati con richieste cresciute del 27%, a Napoli si è trovata un’altra via: in sette giorni c’è l’appuntamento in ufficio, si ottiene una ricevuta con un numero d’identificazione già valida per spostarsi nel Bel(?)Paese e, dopo altri sei giorni, il sacro Graal formato elettronico arriva a casa. Intanto, c’è già chi, fiutata l’aria, ha fondato un business: agenzie specializzate che, come a Bari, promettono di velocizzare i tempi per l’appuntamento, ma in cambio vogliono subito 155 euro in contanti. Insomma, per gli italiani cambiano i tempi, i mesi e le stagioni ma la solfa non cambia mai: basta che paghino.