Strategia brillante o fuga strategica? Tra impatti, investimenti e “Made in Italy”.
L’addio di Carrefour Italia: un capitolo che cambia il retail
Carrefour, colosso francese della distribuzione, ha ufficialmente aperto trattative esclusive con il gruppo italiano NewPrinces per la cessione dell’intero business in Italia – uno snodo potenzialmente epocale nel panorama della grande distribuzione.
Un’operazione da 1 miliardo, con un impatto da 240 milioni
Valore stimato: NewPrinces attribuisce a Carrefour Italia un Enterprise Value di circa 1 miliardo di euro.
Costo netto per la cassa: a bilancio, Carrefour registra un impatto positivo di circa 240 milioni €, grazie anche a un contributo mirato per l’operazione.
Dimensioni dell’operazione: 1.188 punti vendita fra ipermercati, supermercati, minimarket e cash&carry, con vendite lorde per 4,2 miliardi nel 2024 (pari al 4 % del fatturato di gruppo).
La caduta dei conti: rosso da 67 milioni
Nel 2024 Carrefour Italia ha registrato un operating loss di 67 milioni €, con free cash flow negativo, in un mercato definito “estremamente competitivo e frammentato”. Tra il 2019 e il 2023, inoltre, le perdite cumulate ammontano a 874 milioni.
NewPrinces: nome noto e ambizioni verticali
NewPrinces, ex Newlat e quotata sul mercato STAR, è un player italiano del food & beverage guidato da Angelo Mastrolia, con marchi come Delverde, Centrale del Latte e Plasmon. Con questa acquisizione, il gruppo intende integrare produzione e distribuzione, accedendo direttamente al mercato finale.
Secondo il comunicato, NewPrinces “diventerà il secondo gruppo italiano nel food per fatturato e primo per occupazione”, con 13.000 dipendenti diretti e oltre 18.000 complessivi.
Investimenti mirati: 437,5 milioni a bilancio
Carrefour contribuirà una tantum con 237,5 milioni € in favore della controllata italiana.
NewPrinces impegna almeno 200 milioni € al closing, destinati a sviluppo, logistica e rinnovamento del brand.
Obiettivo dichiarato: consolidare sinergie industria‑distribuzione, ottimizzare logistica e potenziare l’offerta omnicanale.
Aspetti finanziari e iter
Closing previsto entro fine 2025 (entro Q3 secondo alcune stime), subordinato alle approvazioni regolamentari e al riconoscimento sindacale.
Profilo migliorato: le attese sono di un aumento della redditività e del free cash flow ricorrente per Carrefour.
Commento e implicazioni
1. Un cambio di paradigma nel retail italiano
L’uscita di Carrefour dall’Italia segna la fine di un marchio internazionale, ma l’ingresso di un grande player nazionale come NewPrinces – con una base industriale robusta – potrebbe rivoluzionare l’integrazione della filiera.
2. “Made in Italy” e politica
Il ministro Urso ha espresso apprezzamento, definendo l’operazione “un potenziamento del Made in Italy”. È stato annunciato un incontro con Mastrolia per discutere gli impatti occupazionali e industriali, tema centrale anche per i sindacati.
3. Carrefour si concentra sul core
Un affare da record
In un contesto economico complesso, la strategia di desinvestimento in mercati non core – come l’Italia, considerata tale da Carrefour – consente al gruppo di focalizzarsi sui Paesi guida (Francia, Spagna, Brasile), dove il rilancio appare più consistente.
Un affare da record: vendita da 1 miliardo, exit da un mercato strategico, ingresso di un operatore «integrato» italiano con 437,5 milioni € in investimenti. La partita è appena iniziata: resta da monitorare l’esito delle autorizzazioni, l’accordo con i sindacati e il piano NewPrinces per rilanciare la rete, riposizionarla sul mercato e valorizzare la filiera italiana.