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Borse giù tra guerre e tassi fermi, petrolio in volo

- di: Matteo Borrelli
 
Borse giù tra guerre e tassi fermi, petrolio in volo
Milano perde l’1,2% con scambi fiacchi. Euro stabile, oro in tenuta, vola il greggio.
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Giornata tutta in discesa per le Borse europee, zavorrate da una combinazione esplosiva di incertezze geopolitiche e segnali di stallo dalle banche centrali. A Piazza Affari è prevalsa la cautela, complice anche la chiusura di Wall Street per la festività del Juneteenth, che ha contribuito a ridurre significativamente i volumi.
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Borse europee in ribasso, Milano chiude a -1,21%
Tutti i principali listini del continente hanno terminato la seduta in territorio negativo. La peggiore (dopo Milano) è stata Parigi, che ha perso l’1,34%, seguita da Francoforte in calo dell’1,12%. Più contenuta la flessione di Londra, che ha chiuso a -0,58%.
Milano non è riuscita a invertire il trend e ha terminato la giornata con il FTSE MIB in calo dell’1,21%. Male anche l’indice FTSE Italia All-Share, in ribasso dell’1,22%. Andamento analogo per gli altri segmenti di Piazza Affari: il Mid Cap ha perso l’1,30% e lo Star l’1,45%.
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A Piazza Affari brillano Italgas, Terna ed Eni, affonda Moncler
Pochi i titoli in controtendenza. Tra le blue chip, Italgas ha chiuso in lieve rialzo (+0,65%), seguita da Terna (+0,61%) ed Eni (+0,58%), sostenuta dal forte rialzo del petrolio.
Tra i peggiori si segnalano Moncler, che ha lasciato sul terreno il 3,53%, e Telecom Italia, in discesa del 3,49%. Male anche Nexi (-3,09%) e Banco BPM (-3,02%).
Nel paniere Mid Cap, tra i pochi a salire troviamo Garofalo Health Care (+1,76%) e Moltiply Group (+0,61%). Tra i più penalizzati invece Maire, in calo del 3,60%, seguita da Technoprobe (-3,44%), The Italian Sea Group (-3,14%) e TXT E-solutions (-3,11%).
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Banche centrali prudenti, focus sulla BoE e sulla Svizzera
L’attenzione degli operatori è rimasta concentrata sulle banche centrali. La Bank of England ha mantenuto i tassi fermi al 4,25%, motivando la scelta con un’inflazione che nel Regno Unito continua a rimanere sopra gli obiettivi. Dalla Svizzera, invece, la Banca Nazionale ha sorpreso i mercati abbassando il tasso guida di un quarto di punto, portandolo allo 0%, e lasciando intendere la possibilità di nuove manovre se necessario.
Anche la Norges Bank ha deciso di tagliare i tassi, dal 4,5% al 4,25%, citando “prospettive incerte” ma annunciando che l’orientamento rimane accomodante per il resto dell’anno.
Sul fronte statunitense, la Federal Reserve ha confermato la pausa monetaria mantenendo i tassi nel range 4,25%-4,5%. Il dot plot pubblicato ieri segnala ancora due tagli previsti entro il 2025, mentre le stime di crescita del PIL sono state corrette al ribasso.
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Petrolio in rally, oro stabile, euro fermo
Il clima di tensione tra Israele e Iran ha avuto un impatto diretto sui mercati delle materie prime. Il petrolio ha registrato una nuova fiammata: il WTI (il riferimento americano) ha guadagnato oltre il 2,6%, attestandosi intorno ai 74,6 dollari al barile. Il Brent ha superato quota 77 dollari. Gli operatori temono possibili interruzioni nei flussi dal Medio Oriente, in particolare nell’area dello Stretto di Hormuz, crocevia di un quinto del petrolio mondiale.
L’oro ha tenuto la posizione, rimanendo stabile a circa 3.369 dollari l’oncia, in un contesto in cui resta elevata la domanda di beni rifugio ma senza nuovi impulsi rialzisti.
Sul mercato valutario l’euro ha mostrato scarsa volatilità e si è mantenuto stabile nei confronti del dollaro, chiudendo la giornata intorno a quota 1,146.
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Spread in aumento, il BTP decennale al 3,44%
Giornata negativa anche sul fronte obbligazionario. Lo spread tra BTP italiani e Bund tedeschi è salito a 95 punti base, tre in più rispetto alla seduta precedente. Il rendimento del BTP decennale si è attestato al 3,44%, segno che gli investitori continuano a domandare un premio per detenere titoli italiani, in un contesto di rischio crescente.
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Wall Street chiusa ma i future scivolano
Quando in Italia erano le 17:40, i mercati americani erano chiusi per il Juneteenth, ma i future sui principali indici segnavano cali consistenti: S&P 500 e Nasdaq in flessione intorno allo 0,9%, segnalando una possibile apertura in rosso domani.
Gli operatori sono in allerta per un eventuale coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nella guerra in Medio Oriente. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il presidente Trump avrebbe riunito il Consiglio di sicurezza nazionale per valutare le opzioni militari dopo l’attacco israeliano contro le infrastrutture iraniane a Arak.
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I commenti dal mercato
Jacobo Ortega, strategist di Santander Asset Management, ha dichiarato a Reuters che “i prezzi del petrolio potrebbero avere un impatto duraturo sull'inflazione europea e sulle decisioni della BCE, che per ora resta alla finestra”.
Sul fronte energetico il CEO di Shell, Wael Sawan, ha confermato a Bloomberg che “le navi commerciali sono già state ridistribuite fuori dalle rotte più esposte nel Golfo Persico” per motivi di sicurezza, a dimostrazione di quanto la situazione sia già percepita come critica dagli operatori globali.
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Incertezza diffusa
Mercati nervosi, volumi ridotti, incertezza diffusa: la giornata di oggi19 giugno fotografa alla perfezione il momento delicato attraversato dalla finanza internazionale. Le Borse europee pagano le tensioni globali e l’inerzia delle banche centrali, mentre il petrolio vola e l’oro resta stabile, segnali chiari di un mondo che torna a preoccuparsi di instabilità e rischi sistemici.

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