Borse: i mercati asiatici chiudono contrastati dopo il ribasso di WalI Street

- di: Redazione
 
Le borse asiatiche hanno avuto oggi un andamento contrastato (Tokyo, Sydney e Shanghai hanno chiuso in terreno positivo, al contrario di Hong Kong e Seul), dopo la chiusura in forte ribasso di Wall Street, dove il benchmark S &P 500 è sceso di oltre il 7% nel mese di settembre.
L'indice Nikkei 225 di Tokyo ha guadagnato lo 0,8% a 26.651,60 e l'S &P/ASX 200 lo 0,3% a 3.051,25. L'indice Shanghai Composite è rimasto invariato a 3.051,25, mentre l'Hang Seng di Hong Kong ha perso l'1% a 17.674,94. A Seul, il Kospi ha perso lo 0,4% a 2.212,57.

Le Borse asiatiche chiudono con risultati altalenanti dopo il calo di Wall Street

Le azioni hanno fortemente risentito delle preoccupazioni per l'inflazione ancora alta e il rischio che le banche centrali possano innescare recessioni mentre cercano di raffreddare i prezzi alti. Gli investitori si sono concentrati in particolare sulla Federal Reserve e sui suoi aggressivi rialzi dei tassi di interesse. Intanto la sterlina britannica ieri è scesa al minimo storico contro il dollaro, cosa che ha avuto ripercussioni sui titoli di stato britannici alimentate anche dal piano per un forte taglio delle tasse annunciato dal governo Truss.
Lo yen giapponese si è avvicinato a 145 per dollaro all'inizio delle contrattazioni odierne. La scorsa settimana, la Banca del Giappone, per fermare il calo della moneta, è intervenuta sul mercato quando lo yen è scivolato oltre quota 145 nel rapporto con il dollaro, ottenendo una breve tregua.

L'attenzione degli investitori è rivolta all'economia statunitense e a come le aziende stanno affrontando l'inflazione persistente. Per questa settimana sono attesi diversi rapporti economici che forniranno maggiori dettagli sulla spesa dei consumatori, sul mercato del lavoro e sulla salute in generale dell'economia americana. Giovedì il governo renderà noto il suo rapporto settimanale sui sussidi di disoccupazione, insieme a quello aggiornato sul prodotto interno lordo del secondo trimestre. Per venerdì è fissata la pubblicazione del rapporto sulle entrate e sulle spese personali che aiuterà a fornire maggiori dettagli su dove e come l'inflazione sta danneggiando la spesa dei consumatori.

L'economia statunitense sta comunque già rallentando, aumentando i timori che i rialzi dei tassi possano causare una recessione. Il Dow è diventato ieri l'ultimo dei principali indici azionari statunitensi a cadere in quello che è noto come un mercato ribassista, scendendo dell'1,1% a 29.260,81.
Il Dow è ora del 20,5% al di sotto del suo massimo storico toccato il 4 gennaio. L'S &P 500 è sceso dell'1% a 3.655,04. Il Nasdaq è sceso dello 0,6% a 10.802,92. Per quanto riguarda il petrolio, oggi il greggio di riferimento statunitense ha aggiunto 28 centesimi a 76,99 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange, mentre lunedì era sceso di 2,03 dollari, a 76,71. Il Brent è salito di 32 centesimi a 83,18 dollari al barile.
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