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Borsa: Europa in lieve rialzo a meta' seduta, a Milano (+0,3%) soffre Tim

- di: RCor
 
Resistono poco sopra la parita' i principali listini europei, che provano cosi' a ingannare l'attesa per la fine imminente del meeting del Fomc, il comitato di politica monetaria della Fed, che in serata fornira' una revisione dell'outlook sull'economia Usa nel 2024. Gli operatori guarderanno soprattutto alle successive parole del presidente Jerome Powell per capire i tempi di un possibile taglio al costo del denaro alla luce di un'inflazione statunitense alla vigilia leggermente sopra le attese (e alle 14:30 su questo fronte sono attesi i prezzi Usa alla produzione). Nel frattempo, la Borsa migliore a meta' seduta e' quella di Amsterdam (+0,4%), seguita da Londra (+0,3%) che registra la contrazione del Pil britannico oltre le aspettative. Un dato non da poco considerando che domani sui tassi si riunisce, oltre alla Bce, anche la BoE. In territorio positivo anche Parigi (+0,2%) e Milano (+0,3%), piatta Francoforte. Sul Ftse Mib soffre Tim (-2,2%) dopo le indiscrezioni di stampa che vedono i soci francesi di Vivendi pronti alla battaglia legale contro la vendita della rete a Kkr. Realizzi su Banco Bpm (-1,7%) all'indomani del nuovo piano industriale, promosso dagli analisti sul fronte della remunerazione dei soci. -0,6% per Ferrari con Hsbc che ne taglia il rating a 'hold'. Sul fronte opposto spiccano Erg (+2,4%) e Amplifon (+1,8%) ai massimi da quasi tre mesi dopo aver rilevato in Uruguay il gruppo Audical. Fuori dal listino principale strappo per Eems (+11%) che a gennaio terra' l'assemblea sul raggruppamento azionario (1 a 250). Sul mercato valutario, l'euro e' ancora in ribasso a 1,0783 dollari (da 1,0804 ieri in chiusura) e guadagna terreno contro la sterlina dopo la frenata dell'economia Uk a 0,860 (0,859). Risale il gas sui 35,7 euro al MWh (+2,8%) mentre l'accordo sul clima della Cop28 a Dubai, che ha visto per la prima volta i Paesi sottoscrittori prendere un impegno ad abbandonare tutti i combustibili fossili entro il 2050, per ora non impatta sui corsi del petrolio: il Wti di gennaio resta positivo a 68,7 dollari al barile (+0,3 per cento).
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