Bonus IPO: quotazioni a rischio. AssoNEXT e Assosim chiedono al governo di prorogare gli incentivi fiscali per le PMI

- di: Claudia Loizzi
 
L'intenzione del Governo di non prorogare per il 2024 gli incentivi fiscali alle quotazioni delle PMI, in scadenza il prossimo 31 dicembre, ha provocato dure, e a nostro avviso, fortemente giustificate critiche.

Come quelle che sono venute da due protagonisti del settore: Assosim (che rappresenta una settantina di intermediari, comprese le maggiori banche commerciali italiane ed estere che operano in Italia) e da AssoNEXT (l'associazione di riferimento delle società quotate su Euronext Growth Milan), con i loro rispettivi presidenti, Marco Ventoruzzo e Giovanni Natali (nella foto).

In una lettera inviata al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, Natali ha ricordato che AssoNEXT rappresenta le società quotate su Euronext Growth Milan nelle diverse sedi istituzionali e che ''l'importanza delle PMI italiane e la necessità di favorire l’accesso di queste al mercato dei capitali è sicuramente nota: secondo i dati dell’Osservatorio Euronext Growth Milan di IR Top Consulting, dal 2009 a oggi il mercato Euronext Growth Milan ha accolto 293 società con una raccolta in IPO che è stata pari a 5,8 miliardi di euro. Al 30 settembre 2023 le società quotate su Euronext Growth Milan sono 197 con una capitalizzazione di circa 8,5 miliardi di euro''.

AssoNEXT e Assosim chiedono al governo di prorogare gli incentivi fiscali per le PMI

Un mercato che ha mostrato una forte capacità espansiva, registrando un notevole sviluppo a partire dal 2016, grazie all’effetto combinato dei Piani Individuali di Risparmio e del Credito di Imposta IPO.

Natali, sottolineando come ''dall’introduzione, nel quadriennio di applicazione 2018-2021, l’incentivo fiscale sui costi di quotazione ha favorito oltre 90 IPO con un utilizzo complessivo della misura da parte delle PMI di circa 40 milioni di euro'', ha rinnovato la richiesta che questo credito di imposta IPO sia riconosciuto ''anche per le società che arriveranno in quotazione nel 2024''.

''Mi auguro - ha concluso il presidente di AssoNEXT - che, tra le importanti attività di rilancio del Paese, vorrete ancora una volta premiare le PMI che accedono al mercato dei capitali grazie a una misura di robusto sostegno volta ad alleviare i costi di quotazione, così come anche raccomandato anche dalla Commissione UE ai cui lavori la nostra Associazione ha avuto l’onore di partecipare''.
Le preoccupazioni di Giovanni Natali trovano conferma in quelle del presidente di Assosim.

Marco Vettoruzzo, rivolgendosi anch'egli al ministro Giorgetti, ha ricordato che i suoi associati ''realizzano quasi il 90% delle negoziazioni sui mercati italiani e partecipano direttamente o indirettamente alla pressoché totalità delle IPO e operazioni finanziarie delle imprese italiane'' e che ''l’insieme delle PMI quotate sull’EGM vale oggi più di 9 miliardi di fatturato e quasi 400 milioni di utile netto cumulato; ne dovrebbe discendere che il ritorno netto per l’Erario, in termini di entrate fiscali, sia certamente positivo, considerato che nelle scorse leggi finanziarie era comunque previsto un costo massimo della misura che, in particolare, nel 2023 non avrebbe potuto superare i 10 milioni''.

A sostegno della richiesta di proroga dell'incentivo alle IPO, Vettoruzzo ricorda che le PMI che ne hanno fruito ''operano nei settori più rappresentativi dell’economia 'reale' italiana e, tra questi, quello delle società caratterizzate da una elevata componente tecnologica, ad alta crescita, che fanno come noto fatica a raccogliere capitali dal solo settore bancario e che rappresentano il settore industriale sul quale in particolare le nostre imprese competono sui mercati internazionali. La quotazione di questi soggetti consente loro, come già detto, di finanziare investimenti, crescita e nuovi posti di lavoro''
Vettoruzzo ha anche ribadito l'importanza di queste IPO ''per controbilanciare il deflusso di tante nostre aziende che decidono di trasferire la loro sede all’estero o anche solo di trasferire la loro sede di quotazione su mercati esteri caratterizzati da corpi normativi in grado di consentirgli sistemi di governance più agili''.

''In questa prospettiva -
ha aggiunto il presidente di Assosim - credo sia necessario interrogarsi se il venire meno di questo incentivo non rischi di pregiudicare quanto il Governo sta meritoriamente facendo per favorire la competitività dei mercati dei capitali italiani, come ad esempio con il cosiddetto ddl Capitali, attualmente all’esame del Parlamento. Se le semplificazioni sul fronte delle regole societarie e di mercato costituiscono un importante tassello di una efficace 'politica industriale per la finanza', non ci si può fare illusioni sulla circostanza che forme di incentivo fiscale sono spesso il vero motore di operazioni di apertura del capitale''.
Pur ''comprendendo il difficile compito del Governo nella presente congiuntura'', Assosim auspica ''fortemente che non venga abbandonato uno strumento che ha dato buona prova di sé nello stimolare le IPO, anche come sostegno all’economia reale e, quindi, alle entrate fiscali''.
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