Crisi, Bonomi inatteso sponsor di Gualtieri: "Non toccatelo"

- di: Redazione
 
Come se non bastassero i grandi problemi che sta affrontando chi tratta per trovare uno sbocco alla crisi, ci si mettono anche le parti sociali che, certo non potendosi autoescludere dal dibattito, con i loro interventi rendono ancora più caotica la situazione. A buttare questa volta un petardo nel caminetto è il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha espresso il suo punto di vista sul governo prossimo venturo che, a suo giudizio, non può prescindere dalla conferma al Ministero dell'Economia di Roberto Gualtieri.
Una posizione da rispettare, ma che sembra andare oltre quello che è il ruolo del presidente degli Industriali italiani che può e forse deve intervenire sulle formule ed i programmi che un esecutivo in via di formazione deve avere, ma nel momento in cui entra nel merito dei nomi, indicandone espressamente uno, rischia di andare oltre il suo mandato.

Confindustria, soprattutto in un momento delicatissimo come quello attuale, ha certamente tutti i diritti di esprimere i propri timori che possono anche essere legati a chi dovrà prendere per mano il Paese per portarlo fuori dalla tempesta della crisi, ma cominciare a sponsorizzare uno a dispetto di un altro è anche una mancanza di rispetto nei confronti del primato della politica.
Non entriamo nel merito di quel che ha fatto il ministro Gualtieri e di come egli abbia saputo muoversi nella palude della pandemia, ma la sortita di Bonomi certo non gli ha fatto un grande favore, perché lui da oggi rischia di essere "solo" il candidato di Confindustria e non più solo un buon ministro dell'Economia.

In una intervista televisiva Bonomi - che già di suo gode fama di impulsivo e poco avvezzo alla diplomazia - ha detto candidamente che "per il bene del Paese alcune persone devono restare, e faccio riferimento al ministro dell'Economia". Ripetiamo, nella speranza di non essere fraintesi: Bonomi è liberissimo di farlo, ma ci si dovrebbe a questo punto chiedere se, nell'ipotesi che Gualtieri non faccia parte del prossimo governo, quale potrebbe essere lo stato d'animo del suo successore sedendosi ad un tavolo di discussione con il presidente degli Industriali italiani che avrebbe voluto altri al suo posto.

Sono le stranezze di questo Paese dove a dare importanza ad una persona spesso è la carica che detiene e non le cose che dice. Che saranno certamente meditate e frutto di una elaborazione, ma rischiano di essere deflagranti perché apportatrici di elementi divisivi. Come quelli che si sono immediatamente manifestati da parte sindacale, cui l'uscita di Bonomi è apparsa intempestiva e certamente inattesa.



Si fa espressione di questo sconcerto Anna Maria Furlan (nella foto), segretario generale della Cisl che, dopo avere premesso la stima per Gualtieri e per quanto, da ministro, ha fatto in Europa, bacchetta Bonomi, pur senza menzionarlo, quando dice che è "inopportuno che, in un momento così complicato per la vita del Paese, ogni parte sociale indichi i nomi dei futuri ministri. Spetterà solo all'incaricato di formare il nuovo governo di proporli al presidente della Repubblica".
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