Ucraina: Presidente Berlusconi, spieghi a Putin cos'è la pace

- di: Redazione
 
Presidente Berlusconi, siamo certi che, come noi, Lei guardi con sgomento a quanto sta accadendo in Ucraina.Lo diciamo perché siamo fortemente convinti che non si possa restare inerti davanti alle immagini che raccontano l'agonia di un Paese e, con esso, di un intero popolo. Che non è fatto solo di numeri e statistiche, di risorse naturali e idee politiche, ma di uomini, donne, bambini, anziani che da una settimana vivono un incubo.

Berlusconi è uno dei pochi leader europei che può far ragionare Vladimir Putin

Solo che gli incubi, al mattino, sono una sgradevole sensazione e nulla di più, mentre per la gente ucraina sono un nodo alla gola che non finisce mai.
Presidente Berlusconi, Lei è tra i molti esponenti della politica italiana che, in questi tragici giorni, si sono dichiarati contro la guerra. Ma a differenza di altri, Lei non può fare ''solo'' questo, non può limitarsi a dichiarazioni che, Lei lo sa benissimo, si perdono tra centinaia di altre.

Lo diciamo perché è l'unico che può dire di essere amico di Vladimir Putin; è l'unico che ha con il presidente russo un rapporto che vive di stima e forse anche affetto; è l'unico dei leader europei che forse oggi può sperare di fare veramente qualcosa (che non passi per la forza) per fermare la follia di una guerra che rimane disumana, quale che ne possa essere la motivazione.
L'Ucraina sta pagando un prezzo altissimo perché la guerra, per come viene condotta da chi ha invaso, non certo da chi si difende, avrà come diretta conseguenza la distruzione di un Paese, della sua identità politica e culturale, e questo, siamo sicuri, Lei, da democratico convinto, non può accettarlo.

Così come non crediamo che Lei possa trattenere l'emozione vedendo, grazie alle televisioni, centinaia di persone ammassate in rifugi di fortuna, al freddo, al buio e con il cibo che comincia a scarseggiare, in attesa che passino i bombardamenti e l'eco delle esplosioni si allontani per potere tornare all'aria aperta.
Presidente Berlusconi, Lei è padre e nonno e sulla famiglia ha basato gran parte della sua immagine pubblica. Le chiediamo di pensare solo per un istante a come il popolo ucraino stia vivendo (ma, poi, è vita?) questo momento. Anche Lei, come tutti noi, che assistiamo al dramma ucraino da semplici spettatori, si sarà paragonato, anche se solo per pochi attimi, a quei padri e madri, a quei mariti e moglie, a quelle nonne e nonni che vedono uscire dai rifugi le persone più care che impugnano un'arma e non sanno se li rivedranno tornare.

Lei forse poco può fare davanti alla feroce determinazione con cui Vladimir Putin sta perseguendo i suoi obiettivi, anche a costo di mandare a morire - tacendo delle migliaia di ucraini - centinaia di ragazzi russi che, indossando una divisa, hanno dichiarato obbedienza al loro Paese, ma oggi perdono la vita non capendo perché.
La pace non è un concetto astratto e noi sappiamo che, per raggiungerla, si devono pagare dei costi che possono passare anche per la guerra.
Ma, presidente Berlusconi, se anche solo una semplice parola può incrinare la certezza di Putin d'essere nel giusto e d'essere investito d'una missione che forse lui solo si accredita, Lei quella parola la può pronunciare.
L'esperienza le insegna che, in politica così come nella vita, è difficile fare dei passi indietro - come si chiedono oggi a Putin -, ma ci si può comunque fermare. E fermarsi si tradurrebbe nella fine di una mattanza senza senso.

Con il presidente russo Lei ha legami antichi, basati sulla fiducia che certo nutriva sull'uomo più che sullo statista.
Il passato non si può cancellare e quindi gli elogi che ha tessuto di Putin restano, anche perché è scontato che fossero sinceri. Ma ora quel tempo è stato superato dagli eventi di questi giorni, che stanno avvicinando il mondo al baratro. Per questo gli uomini di buona volontà (come crediamo Lei sia) non possono limitarsi a scuotere la testa e a fare commenti. Occorre fare un passo in avanti, anche solo ricordando una vecchia amicizia che non può essere cancellata.
Lei, presidente Berlusconi, può fare qualcosa, anzi tanto. Forse non basterà a fermare quanto sta accadendo, ma potrà farle dire d'avere fatto.
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