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La giustizia degli uomini assolve Berlusconi; quella del senso delle Istituzioni e dello Stato, no

- di: Diego Minuti
 
La giustizia degli uomini assolve Berlusconi; quella del senso delle Istituzioni e dello Stato, no
Nella Grecia antica solo i ricchi si potevano candidare a guidare la città. Il motivo era abbastanza semplice, perché, si diceva, solo loro potevano essere immuni alla corruzione. Che era materiale, ovvero favorire qualcuno in cambio di prebende o solo denaro. E le pene per chi si macchiava di corruzione erano estreme, considerandole un'offesa alla comunità. Quella corruzione era, come detto, puramente materiale, mentre oggi ci dobbiamo occupare di quella dei costumi, della morale perché tropo spesso assistiamo, inani, al disfacimento del comune senso del rispetto reciproco. In queste ore stiamo assistendo ad uno spettacolo che fa a pugni con ogni concetto di legge e verità. Perché se Silvio Berlusconi è stato assolto dall'accusa di avere comprato le testimonianze compiacenti di una vagonata di belle ragazze (che, crediamo, partecipavano alle cene di Arcore perché lì si discuteva del pessimismo che permea il pensiero di Schopenhauer o della sequenza di Fibonacci), resta un aspetto che è parallelo alla sentenza, ma investe il rispetto delle Istituzioni e dei ruoli che, in esse, si detengono.

La giustizia degli uomini assolve Berlusconi; quella del senso delle Istituzioni e dello Stato, no

Da sempre, da queste pagine, ripetiamo quel che è un pensiero di buon senso: ciascuno, in casa sua, tra le mura ospitali e sotto le lenzuola, può tenere i comportamenti che più gli si confanno. Con un limite: se si è uomini o donne pubblici i loro comportamenti devono essere rispettosi della morale o, se più aggrada, di quella della maggioranza delle persone. Silvio Berlusconi, uomo che si è fatto da solo, aveva e ha tutto il diritto di organizzare la sua agenda in base ad impegni di lavoro e, una volta che sono finiti, allo svago, nelle mille forme in cui esso può essere perseguito. Ma questo se fosse un uomo ricco e basta.

Lui è un uomo politico, guida un partito (oggi di governo) ed è stato più volte presidente del Consiglio, coltivando anche la speranza o il sogno di andare a succedere a Sergio Mattarella, al Quirinale. E questo profilo non gli consente di agire come un cittadino qualsiasi perché, appunto da uomo politico, deve essere d'esempio nei comportamenti quotidiani e non scatenare l'invidia di amanti delle trasgressioni.
La recente assoluzione, che mette fine ad anni e anni di processi, è arrivata essenzialmente per un vizio procedurale, perché le tante ragazze che partecipavano alle berlusconiane ''serate eleganti'' hanno lasciato a verbale delle testimonianze, quando invece erano esse stesse imputate o potenzialmente tali, tanto che avrebbero dovuto nominare un avvocato che le assistesse. Cosa che i pm non dissero loro (e qui dovrebbe aprirsi un altro capitolo, che non ci interessa toccare) , di fatto rendendo inutilizzabile le pagine e pagine di ammissioni. Quindi un fatto tecnico, non la cancellazione di eventi, sempre che essi siano stati poi alla base della presunta corruzione delle testi.

Che poi la maggior parte di loro siano state (alcune, parrebbe, lo sono ancora) da dazioni mensili di denaro, talvolta da regali a parecchi zeri, è cosa abbastanza palese, ma irrilevante in sede di giudizio. All'assoluzione i parlamentari azzurri - e la stampa di destra - si sono levati, come un sol uomo, a staffilare i pubblici ministeri ''politicizzati'', chiedendo (sai che novità) una commissione d'inchiesta sul loro operato, aggiungendo un tocco comico ad una faccenda che invece è terribilmente seria.

Berlusconi, quindi, assolto dal tribunale degli uomini
, ma lo stesso non si può dire di quello della morale comune, che non può certo accettare che un uomo politico della sua levatura si sia comportato come qualcuno che, al netto delle rughe che solcano il suo viso di quasi novantenne, si ritiene Ganimede e che, invece, incarna lo stereotipo del maschio latino, assetato di amicizie femminili che ancora esibisce, come fossero trofei. L'età corre implacabile per tutti e, al netto del superomismo che permea le azioni di Berlusconi, lui non vi si può sottrarre, nonostante l'irrefrenabile voglia di battute volgari che sono umilianti per l'uditorio che di volta in volta sceglie. A Silvio Berlusconi abbiamo sempre riconosciuto il merito di avere allargato la platea democratico-parlamentare del Paese, dando alla Destra la negata affidabilità. Allo stesso modo non possiamo non dire che oggi il peso del passato non può essere mondato da una sentenza che è di uomini e per uomini, ma che non cancella le imperfezioni del suo essere.
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