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La Bce non taglia i tassi di interesse, peccando di eccessiva prudenza

- di: Redazione
 
La Bce non taglia i tassi di interesse, peccando di eccessiva prudenza
Nessuno si aspettava il contrario, perché nemmeno i più ottimisti credevano che la Bce potesse annunciare un cambio di rotta nella sua politica monetaria e, quindi, un prossimo taglio dei tassi di interesse, lievitati nell'ultimo anno e mezzo come strumento di contrasto contro l'inflazione.
Nessuna sorpresa, di conseguenza, per il fatto che il Consiglio direttivo dell'istituto di Francoforte ha deciso di congelare il livello dei tre tassi di interesse di riferimento, deludendo le speranze che il governo della Bce potesse prendere atto che l'inflazione, se non sconfitta, è almeno sulla strada per raggiungere la soglia del 2%, che la Banca centrale si è posta come obiettivo.

La Bce non taglia i tassi di interesse, peccando di eccessiva prudenza

La Bce, nel suo comunicato ufficiale, per puntellare la sua decisione, ha spiegato che ''le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine'', ammettendo che ''a parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione''.

Un quadro positivo che però non ha convinto il Consiglio direttivo a fare l'ultimo passo.
Anzi, si è detto convinto che ''i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario''.
Sebbene le motivazioni che la Bce continua a porre alla base delle sue determinazioni (''le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria'') siano fondate, almeno da un punto di vista meramente ''matematico'', la pervicacia con cui l'istituto, perseguendo la sconfitta dell'inflazione, conferma la sua linea del rigore, rischia di colpire un'economia europea che, pur se meno afflitta dalla corsa in su dei prezzi rispetto ai mesi scorsi, continua ad avere negli alti tassi di interesse un nemico implacabile, rendendo difficile qualsiasi programmazione che dipenda dal denaro da prendere in prestito.

Forse chi da Christine Lagarde si aspettava un taglio immediato, anche se contenuto, ha peccato di ottimismo. Eppure quel taglio, sebbene piccolo, avrebbe messo, nella macchina dell'economia europea, la benzina della fiducia. E si sa che senza benzina anche la più bella e potente delle automobili è costretta a rimanere in garage.
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