Bangladesh: le proteste popolari spingono alla fuga il primo ministro

- di: Redazione
 
Il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina si è dimesso ed è fuggito dal Paese, dopo che le proteste popolari, alle quali aveva partecipato migliaia di persone, si erano spinte sino alla capitale per chiedere che il premier si dimettesse, dopo un fine settimana di violenze con un pesante bilancio, non ancora quantificato di morti.
La scena ora è tutta per l'esercito bengalese che ha fatto sapere di avere garantito alla premier un "passaggio sicuro" fuori dal Paese. In queste ore il capo dell'esercito dovrebbe rivolgersi alla nazione con un discorso che potrebbe chiarire il futuro prossimo del Paese. oggi in tutto il Bangladesh sono stati interrotti e poi ripristinati i servizi Internet a banda larga e dati mobili.

Bangladesh: le proteste popolari spingono alla fuga il primo ministro

Le manifestazioni sono iniziate con gli studenti che chiedevano di porre fine al sistema di quote per i posti di lavoro governativi, ma gli scontri con la polizia e gli attivisti filogovernativi sono sfociati in violenze che hanno causato più di 200 morti il mese scorso. La polizia, per sedare i disordini, ha fatto ricorso al lancio di granate lacrimogeni, sparando proiettili di gomma.
Le prime notizie che riferivano di vittime tra i manifestanti hanno scatenato ulteriori proteste da parte dei cittadini che chiedevano al governo di assumersi le proprie responsabilità, fino a reclamare le dimissioni di Hasina.

Secondo il principale quotidiano in lingua bengalese del Paese, Prothom Alo, almeno 95 persone, tra cui almeno 14 agenti di polizia, sono morte domenica negli scontri nella capitale.
Ieri, a partire dalle 18 ora locale, il governo ha dichiarato un coprifuoco su tutto il territorio nazionale e a tempo indeterminato, annunciando poi che a partire da oggi il Paese avrebbe avuto una festività di tre giorni, nell'evidente tentativo di allontanare la gente dalle strade. I disordini hanno rappresentano la prova più dura per Hasina nel suo regime ventennale, dopo aver vinto il quarto mandato consecutivo in elezioni boicottate dal principale partito di opposizione, il Bangladesh Nationalist Party.

Domenica i dimostranti hanno bloccato le principali autostrade.
Le stazioni di polizia e gli uffici del partito al governo sono stati presi di mira mentre la violenza sconvolgeva il Paese, che conta 170 milioni di persone.
Tredici poliziotti sono stati picchiati a morte nel distretto nord-occidentale di Sirajganj, ha riferito la polizia. Altri nove sono stati uccisi nel distretto, dove le case di due legislatori sono state date alle fiamme.
Almeno 11 persone, tra cui due studenti e un leader del partito al governo, sono rimaste uccise e decine di altre sono rimaste ferite nel corso di violenti scontri in diverse zone della capitale Dhaka, hanno riferito la polizia e alcuni testimoni.
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