Andrea Orcel (foto), amministratore delegato di Unicredit, è intervenuto oggi alla Morgan Stanley European Financials Conference 2025, affrontando temi caldi come l’offerta pubblica di scambio (OPS) su Banco Bpm e i piani futuri su Commerzbank. Con uno stile pragmatico e focalizzato sulla creazione di valore, Orcel ha delineato una strategia chiara: nessuna mossa avventata, ma solo operazioni che garantiscano un ritorno significativo per gli azionisti.
Banco Bpm: “Nessun rilancio senza valore aggiunto”
Orcel ha ribadito che Unicredit non esclude un aumento dell’offerta su Banco Bpm, ma solo se questa operazione genererà valore. “Siamo stati chiari: non faremo nulla che distrugga valore. Se c’è un’opportunità che lo crea, la valuteremo”, ha dichiarato il CEO, sottolineando che al momento non ci sono piani concreti per un rilancio.
Uno dei nodi cruciali è il cosiddetto Danish Compromise, un meccanismo che permetterebbe a Banco Bpm di ridurre l’impatto sul capitale durante l’acquisizione di Anima, la società di gestione del risparmio. “Se il Danish Compromise viene applicato, l’operazione avrebbe un ritorno sull’investimento superiore al 15%, consumando pochissimo capitale. Senza di esso, il ritorno scenderebbe all’11%, con un consumo di miliardi di capitale”, ha spiegato Orcel.
Il top manager ha anche anticipato i tempi dell’operazione: l’autorizzazione delle autorità di vigilanza è attesa tra fine marzo e inizio aprile, mentre il periodo d’offerta si svolgerà tra la prima settimana di giugno e l’inizio di luglio. “Fino a due giorni prima della chiusura, potremo decidere se ritirare l’offerta”, ha aggiunto, lasciando intendere che ogni decisione sarà presa con cautela.
Commerzbank: “Pazienza fino al 2027”
Sul fronte Commerzbank, Orcel ha mostrato un approccio ancora più prudente. Dopo aver ottenuto il via libera della Banca Centrale Europea (BCE) per salire al 29,9% del capitale, Unicredit deve ora attendere altre autorizzazioni, tra cui quella dell’Antitrust tedesco. “Ci vorrà tempo per avviare colloqui con il nuovo esecutivo di Commerzbank. Le approvazioni potrebbero arrivare entro l’estate o l’inizio dell’autunno”, ha dichiarato.
Tuttavia, Orcel non esclude di attendere fino al 2027 per valutare una possibile fusione. “Se non ci sarà una combinazione, potremo sfruttare le promesse del piano triennale di Commerzbank o vendere le opzioni in nostro possesso, restituendo il capitale agli investitori”, ha affermato. Una strategia che riflette la volontà di non forzare i tempi, ma di agire solo quando le condizioni saranno ottimali.
Le reazioni del mercato
Le dichiarazioni di Orcel hanno suscitato reazioni contrastanti tra gli analisti. “Orcel dimostra di avere una visione a lungo termine, ma il mercato potrebbe chiedere maggiore immediatezza”, ha commentato Marco Bianchi, analista finanziario di Banca IMI. Intanto, le azioni di Unicredit hanno chiuso la giornata in lieve rialzo (+0,8%), mentre quelle di Banco Bpm sono rimaste stabili.
Una roadmap chiara per Unicredit
Con un occhio sempre rivolto alla creazione di valore, Orcel ha delineato una roadmap chiara per Unicredit: prudenza su Banco Bpm, pazienza su Commerzbank e massima attenzione alle dinamiche di mercato. “Ogni decisione sarà presa nel rispetto degli interessi dei nostri azionisti”, ha concluso il CEO, confermando la sua reputazione di banchiere pragmatico e lungimirante.