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Banca Pop. Sondrio respinge l’Ops di Bper: “Meglio crescere da soli”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Banca Pop. Sondrio respinge l’Ops di Bper: “Meglio crescere da soli”
Il cda boccia l’offerta di scambio, troppi rischi per personale e struttura. Unipol si astiene.

La Banca Popolare di Sondrio ha scelto di proseguire il proprio percorso di crescita in autonomia, ritenendo che la proposta di fusione avanzata da Bper presenti “incertezze” e “rischi” non compatibili con il futuro dell’istituto valtellinese. Il consiglio di amministrazione ha esaminato l’offerta pubblica di scambio (OPS) della banca modenese, esprimendo una posizione netta: il piano stand alone garantisce prospettive migliori e una maggiore creazione di valore per azionisti e territorio.
La decisione è stata presa a larga maggioranza, con la sola astensione di Roberto Giay, consigliere in quota Unipol, primo azionista di entrambe le banche e sponsor dell’operazione. Nel comunicato ufficiale la Sondrio sottolinea come l’offerta di Bper non sia stata “sollecitata, né preventivamente discussa o concordata” e che abbia impedito al mercato di apprezzare i risultati finanziari dell’istituto, “ampiamente superiori al consensus degli analisti”. Inoltre, secondo il cda, la fusione porterebbe alla perdita dell’autonomia giuridica e decisionale dell’istituto, che da sempre rappresenta un riferimento per famiglie, imprese e istituzioni valtellinesi.

L’analisi del cda: i rischi della fusione con Bper
Nella sua valutazione, il consiglio ha messo in evidenza diversi elementi critici, tra cui le potenziali conseguenze sul personale e sulla struttura commerciale. Le sinergie attese da Bper ammontano infatti a un terzo della base di costi della Sondrio, sollevando timori su possibili tagli e razionalizzazioni.
A questo si aggiungono i “rischi di esecuzione” legati all’integrazione, in particolare la soglia minima di adesione all’OPS fissata al 35% del capitale, che rende incerta la capacità di estrarre sinergie in tempi rapidi. Il cda ha inoltre evidenziato come i benefici prospettati da Bper sul fronte dei ricavi derivino “dalla condivisione di alcune fabbriche prodotto” che già oggi esistono tra i due istituti e che, di conseguenza, non sono state valorizzate adeguatamente nell’offerta.

Il fronte del no: “Ops ostile e distruttrice di valore”
A rafforzare la posizione del cda è intervenuto anche il Comitato per l’autonomia e l’indipendenza della Sondrio, associazione di piccoli soci ed estimatori della banca valtellinese, che ha definito l’offerta di Bper “distruttrice di valore” e “ostile”.
La banca, intanto, guarda avanti e conferma la volontà di proseguire con il proprio piano strategico. Il cda ha ribadito l’intenzione di valutare “opzioni strategiche che possano accelerare il percorso di creazione di valore”, senza però mettere a rischio l’indipendenza dell’istituto. Il 26 febbraio verrà approvato il nuovo piano industriale, che sarà confrontato con gli scenari proposti da Bper.
Per ora, la Popolare di Sondrio non cambia rotta: autonomia e radicamento sul territorio restano le priorità, mentre il matrimonio con Bper appare sempre più lontano.
(Foto: il Consigliere Delegato e Direttore Generale di Pop. Sondrio Mario Pedranzini)

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