Banco Bpm e la strategia per difendersi: nuove mosse su Anima e oltre
- di: Matteo Borrelli
Il governo italiano non esercita il golden power, mentre si accende il dibattito europeo sulle operazioni bancarie
Banco Bpm (nella foto l'AD Giuseppe Castagna) ha ricevuto il via libera dal governo italiano: non verranno esercitati i poteri speciali del golden power sull’Opa lanciata su Anima Holding. La decisione, annunciata il 20 gennaio, era ampiamente attesa, considerando che l’operazione è di natura strettamente domestica e non rappresenta un rischio per i settori strategici del risparmio gestito. Questo passo segna un punto cruciale per Banco Bpm, che punta a rafforzare la propria posizione nel panorama bancario italiano.
La comunicazione del governo giunge dopo il parere favorevole dell’Antitrust, che non ha imposto condizioni sull’acquisizione. Ora, gli occhi sono puntati sul consiglio di amministrazione di Banco Bpm, previsto per domani, dove verranno discussi ulteriori passi strategici, tra cui potenziali "operazioni straordinarie". Secondo gli analisti, l'acquisizione di Anima è uno strumento fondamentale per migliorare la redditività e rendere più complessa la scalata ostile tentata da Unicredit.
Un piano per consolidare la posizione
Secondo quanto dichiarato da Intermonte, Banco Bpm intende mantenere una strategia basata su una crescita organica e sulla remunerazione degli azionisti. L’acquisizione di Anima, un asset strategico nel settore del risparmio gestito, permetterebbe di incrementare la redditività di oltre il 12% rispetto agli obiettivi già fissati per il 2026.
La revisione del piano industriale, attesa dopo la pubblicazione dei risultati finanziari di febbraio, potrebbe includere nuove proiezioni per valorizzare l’apporto di Anima. Altri scenari possibili includono una fusione con Monte dei Paschi di Siena (Mps), una mossa che necessiterebbe di ampio supporto sia da parte degli azionisti che del mercato.
Intanto, il mercato chiede a Banco Bpm di aumentare il prezzo offerto per l’OPA su Anima, attualmente fissato a 6,2 euro per azione, rispetto ai 6,6 euro del valore attuale sul mercato. Qualsiasi rilancio dovrà essere discusso e approvato in un’assemblea straordinaria tra febbraio e marzo, in linea con il cronoprogramma stabilito a novembre.
Le sfide regolatorie e il nodo del Danish Compromise
Un elemento cruciale per il completamento dell’operazione è il riconoscimento da parte della Banca Centrale Europea (BCE) dei benefici patrimoniali derivanti dal cosiddetto Danish Compromise. Questo strumento regolamentare consente di escludere dal calcolo patrimoniale gli investimenti azionari detenuti attraverso controllate assicurative. Banco Bpm ha confermato che le valutazioni da parte della BCE sono ancora in corso, coinvolgendo anche l’European Banking Authority (EBA).
Secondo Mediobanca, “l’EBA avrebbe già espresso parere favorevole, confermando che il Danish Compromise si applica anche agli investimenti azionari delle controllate assicurative”. Questo passaggio potrebbe risultare determinante per il successo dell’operazione.
Tensioni in Europa: il caso Unicredit-Commerzbank
Nel frattempo, il panorama bancario europeo si anima con un altro fronte caldo: la possibile scalata di Unicredit su Commerzbank. Il governo tedesco ha espresso forti riserve sull’approccio della banca italiana. Jörg Kukies, ministro delle Finanze tedesco, ha dichiarato a margine dell’Eurogruppo di Bruxelles: “Il nostro mercato finanziario è molto aperto, ma siamo perplessi di fronte a comportamenti non trasparenti e opachi”, riferendosi all’operato di Unicredit. “Le Opa ostili non rappresentano una via di successo per le banche sistemiche”, ha aggiunto Kukies.
Questa presa di posizione riflette le preoccupazioni tedesche sulla possibilità che un attore straniero acquisisca una delle principali banche del Paese. Unicredit, dal canto suo, non ha rilasciato commenti ufficiali, ma la tensione rimane alta.
Per Banco Bpm settimane decisive
Per Banco Bpm le prossime settimane saranno decisive. L’approvazione dei risultati finanziari di febbraio potrebbe essere l’occasione per annunciare nuovi dettagli sul piano industriale e sull’integrazione di Anima. Inoltre, il banco dovrà affrontare le questioni regolatorie e negoziare con i propri azionisti per ottenere il necessario consenso.
Con le manovre in corso e l’attenzione crescente del mercato, Banco Bpm si trova a un bivio strategico. La capacità di navigare tra le pressioni di mercato e le sfide regolatorie determinerà il successo del suo piano di difesa e il consolidamento come player chiave nel settore bancario italiano.