Il Gruppo Banca Sistema, con il progetto no-profit Banca SistemArte e Art-Rite, inaugura la sua 25esima mostra: “Apertura” di Domenico Piccolo, a cura di Federico Bianchi, ospitata presso Palazzo Largo Augusto a Milano. Nato nel 2011 dalla volontà di Banca Sistema di affiancare e promuovere il talento emergente di giovani artisti italiani per favorirne l’ingresso nel mercato dell’arte attraverso l’organizzazione di iniziative di visibilità e occasioni di incontro, il progetto Banca SistemArte evolve e prosegue le sue attività avvalendosi della collaborazione e della specializzazione di Art-Rite (casa d’aste del gruppo dal novembre del 2022) e del capo dipartimento Arte Moderna e Contemporanea e curatore, Federico Bianchi. Nasce così la personale di Domenico Piccolo “Apertura”, che rimarrà allestita a Palazzo Largo Augusto, Milano, fino a venerdì 26 aprile e sarà inaugurata mercoledì 17 aprile con un evento nella cornice del Fuori Salone Milanese.
Banca Sistemarte e Art-Rite lanciano la mostra "Apertura" di Domenico Piccolo
Alla presenza di Gianluca Garbi, Amministratore Delegato di Banca Sistema, artista e curatore dialogheranno con la giornalista Serena Savardi, autrice del docufilm su Domenico Piccolo “Tra individuo e società” a cura di Artery Film.
“Con l'acquisizione e l’ingresso nel Gruppo della casa d'aste Art-Rite, il progetto Banca SistemArte oggi può avvalersi dell’esperienza curatoriale del capo dipartimento Arte Moderna e Contemporanea Federico Bianchi – ha sottolineato Gianluca Garbi, Amministratore Delegato di Banca Sistema -. Questa collaborazione contribuirà a perseguire, con efficacia crescente, l’obiettivo originario del progetto, che in questi anni ha rappresentato un trampolino di lancio per diversi artisti, e che oggi è occasione per dare ulteriore visibilità a questo grande pittore e alla sua poetica”.
Parlare dell’arte di Domenico Piccolo (1961, vive e lavora a Torino) significa riuscire a inquadrare la sottile linea di congiunzione tra “particolare” e “universale”. Quella di Piccolo è infatti una pittura che dà forma ai silenzi, agli sconvolgimenti, a quel profondo stato di disagio ed estraniamento esistenziale che lega inevitabilmente, in un modo o nell’altro, ciascun individuo contemporaneo. È una pittura che si sporca le mani e che sa cogliere quello stato di dolore che è sia individuale che collettivo, che parla di noi ma anche degli altri, attraverso un espressionismo pittorico sia coloristico sia formale. Che poi lo si faccia mediante l’impiego di una simbologia più spiccata e con riferimenti all’attualità capaci di farsi anticipatori di sconvolgimenti molto più recenti - si veda ed esempio la serie di lavori “Criminal Identity” (2005 - 2006), il clandestino ucraino di “Senza titolo #07” (2006) o “Abu Dis” (2007), titolo rimandante ad un villaggio palestinese in Cisgiordania al confine con Gerusalemme - o si resti nel regno dell’introspezione, il risultato non cambia. Il documentario “Tra individuo e società” racconta la figura e l’opera di Domenico Piccolo. Poliedrico ed introspettivo nell’esprimere la sua poetica, attinge ad una accurata ricerca iconografica, nutrendosi delle immagini che hanno segnato la cronaca contemporanea, costruendo uno specchio difforme capace di reinterpretare l’attualità. Le sue opere colpiscono con forza, già nel 2006/7 narrano la situazione geopolitica internazionale, anticipazione delle immagini che oggi affollano i telegiornali.
Altri temi indagati sono lo smarrimento sociale, il disagio psichico, la solitudine affettiva, lo stigma di un imprinting criminale. Domenico Piccolo, rivisitando i frame della cinematografia, scava tra gli archivi fotografici e le memorie musicali creando opere originali che comunicano messaggi profondi. Utilizzando sia supporti più classici, come carta, cartone o tela ma anche carta fotografica, carta oleata e acetato, le sue composizioni rivelano una fusione tra reportage fotografici e pittura, esplorando il confronto tra il medium contemporaneo della fotografia e l'approccio ancestrale della pittura. La sua manualità artigianale conferisce un tocco unico alle opere, diventando un terreno fertile per l'interazione tra individuo e collettività, senza suggerire una direzione definitiva. In questa sintesi, la pittura emerge come l'elemento centrale della sua poetica, at tirando l'attenzione su un dialogo senza risposte predefinite.